Durante un pasto fugace sulla riva di un canale di Kyoto, Acaro vede una bellissima ragazza. Così inizia a scrivere “Katane”: immagina un appuntamento con lei, davanti a un ramen fumante, in una tipica bettola asiatica; ecco che senza freni comincia a raccontare di se stesso, famiglia, amicizie, amori, infanzia e dolori. Completamente rapito dall’esotica bellezza della giapponese, si dichiara disposto a tutto, purché lei resti insieme a lui, ancora per un po’.
Scritto e diretto da No elevator studio, girato a La Base di Palazzolo, “Katane” è il nuovo videoclip di Acaro, che segue il singolo d’esordio “Mangio” .
Bergamasco, classe 1993, Acaro non vuole essere un vincente, non cerca risposte ai suoi problemi, gli basta la sua musica per sentirsi vivo. Musica che inizia ad ascoltare e a scrivere fin dalla tenera età ma è grazie alla scrittura (poesia e sceneggiatura) che comincia a firmarsi col suo pseudonimo, la causa scatenante della sua allergia. Ed è durante un viaggio in Giappone che promette a se stesso di dedicare tutte le risorse ed energie a disposizione al suo progetto solista; una volta tornato affida la produzione artistica a Giorgio Assi, dà forma alle prime canzoni scritte in terra nipponica, per poi continuare a produrne di nuove. Per aggiungere tasselli a puzzle di questo artista, per saperne di più prima dei live il 25/01 all’Edonè di Bergamo e il 07/02 al Circolo Ohibò di Milano, gli abbiamo chiesto di comporre il suo personale #gimmefive. Ecco i cinque brani selezionati e raccontati a voi lettori.
CCCP Fedeli alla Linea – Io sto bene
Un paio di anni fa questa canzone mi si attorcigliò al cervello come un cobra costrittore. Già la conoscevo, ma d’un tratto un giorno, in un momento di particolare emotività nella mia testa ci mise le tende. Non volevo ascoltare altro, quasi mi infastidiva ascoltare canzoni diverse da quella, addirittura un giorno masterizzai un CD per la mia auto con la traccia che si ripeteva per 20 volte. Arrivai persino a tatuarmela, insomma era a tutti gli effetti un’ossessione. Fortunatamente passò, in ogni caso la ritengo tuttora una delle più belle canzoni scritte in Italia.
Bugo – Io mi rompo i coglioni
Tra le 5 proposte è sicuramente quella che mi rappresenta meglio. Bugo è un cantautore italiano fin troppo sottovalutato. In questo inno, come nessuno mai, racconta la noia, una fetta enorme nel grafico della mia vita. Scrivere un pezzo così rappresentativo, un inno appunto, è per me una sfida continua.
木戸やすひろ・上野耕路 : I See Reflections in Your Eyes
Tratta dalla serie prodotta da Netflix “Hibana Spark”. Questa serie ha inciso profondamente sulla mia vita e sulla mia visione artistica. “I see Reflections in Your Eyes” per tutto l’arco della sua durata riesce a rievocare tutte le emozioni la serie mi ha dato. La uso spesso per riattivare la mia emotività nei frequenti momenti di apatia.
Franco Califano – Un tempo piccolo
Il Califfo si può solo umilmente ammirare. Sensei della scrittura, da lui cerco di assimilare, consapevole che solo la vita vissuta e l’esperienza possono darmi le capacità per scrivere canzoni come questa.
Yellow Magic Orchestra – Rydeen
Ero a Tokyo, mi incuriosì l’entrata di un bar, era parecchio defilata e lontana dalla strada più frequentata. Il locale era disordinato, buio e vuoto, chiesi un whiskey al proprietario, me lo versò, poi se lo versò nel suo bicchiere e fece partire un 33 giri, era “Solid State Survivor” della Yellow Magic Orchestra, l’album capolavoro di cui fa parte questa canzone. Mi raccontò storie di Samurai e Imperatori fino al mattino, mentre quella musica e i troppi bicchierini mi traghettavano verso figure e colori che mai avrei potuto immaginare. Gran parte di “Katane” deve la sua origine a quella esperienza.
Cover – Ph: Silvia Violante Rouge