Se dopo 10 anni passati a produrre musica elettronica, decidi di sparigliare tutto e fare un disco indie-pop italiano, significa che avevi davvero bisogno di dire, nel modo più chiaro possibile, delle cose. Per Spumante quel qualcosa è l’amore, che trasborda da ogni traccia del suo E tu invece come stai? (uscito per Woodworm e distribuito da Universal) ma non aspettatevi passeggiate mano nella mano lungo spiagge al tramonto, eh no: in queste dieci tracce ci sono rotture, rimpianti, le “maledette donne della vita” e la bellezza selvaggia che ha tutto ciò. Ci sentiamo vivi quando siamo presi a schiaffi dall’amore, e questo Spumante, al secolo Elia Perrone da Arezzo, ce lo racconta benissimo, così come sa farci arrivare dritto al cuore che cosa significa vivere per una passione, che è la musica. Niente mezze misure, solo assolutismi, prendere o lasciare, così e per Spumante, che ci porge un calice ad altissimo tasso di moderna sturm und drang e ci invita a buttarlo giù alla goccia, insieme a lui.
Vivo
Ho deciso di aprire l’album con questa canzone perché è uno sfogo personale verso me stesso e verso i tantissimi No che si ricevono nella vita. Aiutano, fanno crescere ma demoralizzano anche, ecco qui volevo mettere in chiaro che i No non mi fermeranno. E’ un messaggio rivolto alla discografia e alle tante persone di passaggio che puntualmente ti deludono: Vivo lo stesso stronzi, mi sembrava giusto iniziare così.
Gin Tonic
Gin Tonic è quella linea sottile tra una bellissima amicizia e un amore. Sicuramente è stato solo l’ennesimo friendzonamento, ma per un periodo ci ho creduto. Il rimpianto di non aver parlato abbastanza è stata la scintilla che mi ha fatto scrivere queste parole.
Paura
Il brano racconta un amore a distanza, della paura che si avverte nel fare il primo passo o nel prendere una decisione importante. La stessa paura che spesso si diverte ad alimentare inutili paranoie, capaci di danneggiare un sano rapporto di coppia. La lontananza così affascinante quanto deleteria, colpisce un amore appena nato, forse destinato a non durare, per il timore che finisca.
La Notte
Questa canzone è nata mentre mettevo i dischi in un locale in centro ad Arezzo.
Stavo suonando un remix homemade di “Laurie Anderson – O Superman” e la persona che ha distrutto tutte le mie certezze era nella dancefloor che ballava. Li mi sono reso conto che quella ragazza aveva ancora tanti demoni interiori da sconfiggere e che cercava semplicemente un po’ di felicità.
Il Tempo
Avete presente quel momento in cui pensate di essere felici dopo tanto tempo, ecco in quella panchina fredda di un pomeriggio invernale volevo fermare il tempo. Forse perché sapevo già come sarebbe andata a finire, e così è stato.
Il passato gioca brutti scherzi alle persone, e questa ne è stata succube facendomi rimanere quell’amaro in bocca maledetto.
Ogni Giorno
Si, sono tra le migliaia di persone che credono nel proprio sogno anche a discapito della quotidianità e del futuro.
Questa canzone è una lettera aperta a mia madre che ha sempre creduto in me. Ho dato la mia vita alla musica (letteralmente) e lei mi ha aiutato tanto e continua a farlo. Forse la renderò felice solo quando smetterò di sognare ad occhi aperti trovandomi un lavoro e quando smetterò con questa vita del cazzo da canzoniere e da music addicted. Boh nel frattempo continuo a provarci tra docce fredde e calzini bucati.
Realtà
Nel periodo in cui ho scritto questa canzone ascoltavo tutti i giorni i Verdena e Vasco Rossi, che non c’entrano un cazzo con questo brano ma mi sono stati di aiuto ad alleviare le mie giornate. Mi resi conto di essere dentro a una vita che non era la mia. Non distinguevo la finzione dalla realtà, non sapevo chi ero, ma ci ho provato a cambiare si sa.
Rumore Rosa
Questa è una delle prime canzoni che ho scritto dopo la fine di un amore velenoso, che ha dato vita a questo progetto. Ero appena tornato da una serata distruttiva, non riuscivo nemmeno a rollarmi una sigaretta. Appostato sotto casa per far passare la sbronza, vedevo animali notturni che continuavano a festeggiare e mi sono chiesto “E tu invece come stai?” riferendomi a quella stronza.
Libera
Maledette donne della mia vita, questo è un inno per loro. Le continue indecisioni che hanno sempre avuto, date dalle imposizioni di una famiglia pesante o della società. Libera è un invito a respirare, a slacciarsi quella cintura stretta imposta e di vivere la vita che desiderano.
Vent’anni
L’età che tutti amano e odiano allo stesso tempo. Lei aveva quest’età quando è andata in tilt, non sapeva se quella allo specchio fosse lei o quello che volevano gli altri. Il mio unico consiglio è stato di mandare affanculo tutti, giusto il pensiero che provo nel chiudere il mio primo album.