Atmosfera da laguna, pirati della musica, pionieri del rap lo-fi, avventurieri, viandanti, e orde di cappellini modello bucket hat, non sono in un film, ma a Segrate, per la rassegna “Cuori Impavidi”.
“Impàvido agg.: Coraggioso, che rimane con cuore saldo e non si lascia, cogliere da paura”, così recita la Treccani, e ieri all’Idroscalo di Milano è andata alla stessa maniera, tutti i presenti hanno affrontato impavidamente l’avversario, che poi se c’era, dov’era?
Ieri è andata in scena la prima delle otto serate di Cuori Impavidi, al comando dell’artiglieria pesante MI AMI & Circolo Magnolia congiuntamente, coraggiosi e orgogliosi hanno messo su una rassegna di concerti per questa estate milanese che fa fatica a decollare, ma che dopo la serata di giovedì 16 luglio sembra avere un sapore di normalità, di quella bella, di quella sana, di quella che alla fine ricerchiamo e vogliamo tutti.
Essere impavidi non è uno scherzo, i cuori impavidi dimostrano forza e determinazione, una buona dose di incoscienza o coscienza, è ancora da accertare e una spinta per fare ciò che è giusto. Bisogna essere sempre felici e allora anche in questa situazione che viviamo da mesi, con la quale condividiamo il tempo, l’aria e le notti, l’Idroscalo si accende con il suo palco galleggiante, con i suoi giochi di luce, con le sue zanzare pronte ad attaccare, ma con la musica che pompa finalmente in cassa.
Il mio primo concerto dopo mesi di silenzio e di streaming, ho rivisto alcuni amici, i soliti che vedo durante i concerti, mi sono commossa con il lo-fi voce e chitarra di Generic Animal, ho visto ragazzi cantare a squarciagola durante il set di Irbis37, ho pensato di essere tornata a respirare. E anche gli adolescenti mi sono sembrati più belli.
Com’è che faceva la canzone di Battisti? “Amarsi un po’ è come bere, più facile è respirare, basta guardarsi e poi avvicinarsi un po’, e non lasciarsi mai impaurire no.”
Ecco noi ieri con le dovute distanze e regole del caso, ci siamo avvicinati alla nostra vita reale, a quella che tanto desideriamo.
Fare musica, organizzarla, potrebbe sembrare un pensiero semplice, al contrario è un meccanismo assai complesso, che però crea magia, quella stessa magia che c’è quando sei vicino a un palco, magari sotto palco, anche se non è ancora questo il momento.
Una ventata di aria fresca, di novità, di cose belle che ci aspettano, per Milano, per noi, ripartire dalle cose importanti, e non pensate che la musica sia una di queste?
La risposta la si trova nei cuori impavidi.