Anni di notti erratiche e insonni al servizio della musica sono culminati nel sorprendente EP di debutto Nocturnal in arrivo il 20 novembre 2020 per Annibale Records. Pearz, il nuovo progetto da solista di Francesco Perini – multistrumentista fiorentino residente a Londra, dove si è trasferito nel 2013 per assecondare le ambizioni internazionali della sua band brit rock The Hacienda – fa da ponte tra l’immaginario pop italiano e l’underground inglese contemporaneo.
Nocturnal, è di fatto l’ideale soundtrack delle sue sensazioni notturne mescolando il groove delle colonne sonore italiane con influenze nu jazz ed eleganti beat hip hop. Nei cinque brani strumentali in scaletta dimostra di aver maturato grande tecnica compositiva e un’originale visione artistica. Concepito come un viaggio fisico e psicologico attraverso la notte, viene descritto per l’appunto come “la colonna sonora di quelle imprevedibili notti che iniziano energeticamente e si protraggono sino all’alba, quando il corpo, esausto, collassa nel letto”.
Lo abbiamo raggiunto per far due chiacchere e per farci introdurre 0:54 AM track contenuta nel disco oltre i singoli Caffè Corretto e At All Hours già estratti. Ascoltala e solo per oggi scaricala in free download:
Ho sempre avuto il desiderio di provare a scrivere qualcosa da solo, ma non ho mai trovato né il momento giusto né l’ispirazione giusta per farlo. Negli ultimi anni mi sono concentrato come session musician e contemporaneamente ho iniziato a lavorare con alcuni artisti con i quali suonavo in tour. Collaborare negli ultimi anni con M!R!M mi ha aperto mentalmente a un sacco di suoni e modalità lavorative che non avevo mai affrontato prima. Jack di M!R!M è un producer che lavora principalmente da solo e cura attentamente ogni singolo dettaglio, dalla scrittura alla produzione finale dei suoi brani. Lavorare con lui al suo ultimo album “The Visionary” è stata un’esperienza che mi ha formato molto come artista e mi ha dato la spinta giusta, durante questo lockdown, per iniziare qualcosa di mio. Importanti sono state anche le immense chiacchierate e le varie session fatte con Jules Apollinaire (producer e parte di TTRRUUCES, Findlay, Suki Waterhouse), il quale mi ha spinto molto a fare qualcosa da me. Devo inoltre ringraziare sia Francesco Bondi (Human Creatures) per la sua pazienza a spiegarmi come utilizzare Logic e per lo splendido lavoro nel beat di “Caffè Corretto” sia Rian O’Grady, con cui suono nella band di Tess Parks, per il suo lavoro nel suonare le congas e raddrizzare il beat di “0:54 Am”, oltre che mixarne il prodotto finale.
Raccontaci com’è nata la traccia “0:54 AM”.
“0:54 AM” è stata la seconda canzone che ho scritto e la prima scritta partendo da un giro di basso. Ho iniziato a pensare a un concept dietro all’EP proprio tramite la struttura della canzone che va in crescendo e poi verso un cambio netto di atmosfera nel finale. Un concept notturno. Non so perché ma “0:54 AM”, ogni volta che l’ascolto, mi porta a ricordi notturni, di serate trascorse fuori, di club strapieni. Il titolo iniziale era “Hackney Serenades”, come se fosse una serenata per il quartiere dove abito di solito, pieno di locali chiusi in quel momento di lockdown, mentre scrivevo l’EP. Però chiunque ascoltasse la demo del brano mi consigliava di cambiare il titolo in quanto troppo “cheesy”. Così ho fatto un mini-tributo alla mia prima band, il primo amore: The Hacienda. Visto che il nostro brano di picco era “1 AM”, ho tolto 6 ovvero gli anni passati a Londra, città che abbiamo raggiunto tutti insieme. Si tratta di un gioco di numeri…
Come hai sviluppato l’idea del concept grafico e visual alla base di “Nocturnal” affidato a Raissa Pardini?
Al momento che ho sviluppato il concetto del notturno, da cui infatti il titolo dell’EP “Nocturnal”, ho contattato subito Raissa che è un’amica da sempre, oltre a essere una delle mie artiste preferite. Anche lei ci sentiva dentro questa narrazione immaginaria basata sulla notte e quindi sui colori scuri. Poiché il primo brano e primo singolo si chiama “Caffè Corretto” abbiamo iniziato a pensare agli amari italiani e di conseguenza alle vecchie grafiche pubblicitarie dei Cynar, della Sambuca, del Cinzano, del Campari. Da lì è nato il concetto grafico come una specie di tributo a quell’estetica italiana che fu. Penso che il fatto di essere entrambi immigrati da anni ci ha fatto trovare subito d’accordo su questo immaginario di determinati stili prettamente italiani.