Un album di ricordi autobiografici e musicali interconnessi tra loro da sonorità pop e melodie acustiche, canzoni e immagini impreziosite dalla tenerezza di un bambino e dall’amore di un uomo: questo è ROSSO MOSCARDI, EP d’esordio di MOSCARDI.

«Per me “Rosso Moscardi” più che un vero album, è un album vero. Mi piace pensare a questo EP come uno scrigno che si è piano piano riempito di ricordi preziosi, esperienze intime, riflessioni profonde ed allo stesso tempo leggere sui miei primi ventisei anni di vita e mi piace pensare che come uno scrigno resterà lì chiuso da una parte, dentro di me, pronto ad essere aperto ogni volta che ne avrò bisogno»

Moscardi polistrumentista versatile, classe 1994, ci ha raccontato la tracklist del suo disco di debutto:

COINCIDENZE
Ho vissuto tante potenziali storie d’amore, di quelle che passi in un attimo dal matrimonio all’essere sconosciuti.
Coincidenze è una di quelle: una serie di incontri più o meno casuali con una ragazza, che però rimangono in bilico tra il “detto” e il “non detto” e finiscono per alimentare le mie aspettative e le sue paure. Inizialmente, con questa canzone volevo esprimerle con velata ironia il mio disappunto, ma poi mi sono fatto prendere la mano e ho finito per dirle in faccia tutto ciò che pensavo. Gianmarco Spaccasassi e Roberto Pace (batterista e bassista) si sono divertiti particolarmente a “pestare” e Edoardo Castellano ha tirato fuori dal cilindro un assolo di chitarra elettrica che assomiglia molto al mio concetto di adrenalina.

GLI EROI
Ero sul mio letto a Roma e stavo preparando l’esame di Economia Politica, quando mi è venuta la frase-incipit del pezzo: “costruisco amori come economie”. La canzone è una critica ironica alla mia ragazza dell’epoca che, nonostante i miei sforzi di risultare infallibile ai suoi occhi, mi aveva lasciato. Qui si sentono molto le mie influenze derivate dalla musica folk e dallo studio della batteria. La produzione del brano è iniziata a Bari, in un weekend di esperimenti a casa di Marco Serino, e poi è continuata a Pescara insieme a Pierfrancesco Speziale, con l’aggiunta della fisarmonica di Andrea Di Giacomo e i cori di IMPERATORE.

PREZIOSO
Il periodo del mio Erasmus a Berlino mi è servito a tante cose, ma soprattutto a vedere da lontano la mia vita. C’è una parte di me che corre a testa bassa verso i propri obiettivi e che a volte finisce per trascurare l’importanza delle persone e delle cose che la circondano. Ecco, con Prezioso mi rivolgo a quella mia metà, cercando in qualche modo di farle aprire gli occhi su ciò che è veramente essenziale. Per quanto riguarda la produzione, dopo aver tentato varie strade non del tutto soddisfacenti, con Pierfrancesco Speziale abbiamo optato per un arrangiamento semplice, fatto di chitarre acustiche, basso, batteria e percussioni, che creasse una sorta di “loop” ritmico e che mettesse in risalto il testo. Poi è arrivato il riff di mandolino mischiato ai synth e lì ho capito che avevamo fatto centro.

FIDATI DI ME
Gli amori estivi adolescenziali sono i più intensi ma anche quelli più effimeri e questa canzone è un tentativo di restituire in qualche modo quella sensazione di spiaggia, chitarra e falò. Il ritornello l’ho preso da una melodia registrata in un vecchio cellulare, mentre la strofa è nata quasi per gioco come esercizio di rime ed ha acquistato senso solo in un secondo momento. A completare il mosaico, poi, è arrivata la produzione di Pierfrancesco Speziale che ha saputo ricreare quell’atmosfera nostalgica delle “canzoni da spiaggia”, mantenendo però intatto il senso profondo della storia. Un’ultima curiosità: il riff strumentale alla fine dei ritornelli sembra prodotto da un synth ma in realtà non è altro che la mia voce “pitchata”, ovvero modificata di altezza fino a diventare praticamente irriconoscibile.

STELLE CADENTI
Prendete una delusione amorosa di quelle da incorniciare, mischiatela con qualche strumento acustico come la chitarra, il pianoforte e l’ukulele e aggiungeteci una dose massiccia di malinconia. Risultato: Stelle cadenti. Una canzone nata otto anni fa al buio, in una camera a Roma, e trasformata più volte nel tempo. L’input del testo mi è arrivato nel periodo in cui stavo in fissa con i documentari sull’alpinismo e, nello specifico, ho scritto la prima frase durante un viaggio in aereo per Parigi. L’atmosfera sognante che sentite è opera della sensibilità geniale di Pierfrancesco Speziale ed al prezioso contributo di Christian Mascetta, che ha trasformato un ukulele in una poesia.

HAPPINESS
L’ultima canzone del mio EP è anche quella che ne riassume l’intero significato. Con Happiness ho voluto descrivere una felicità fatta di traguardi condivisi, di storie raccontate e di piccoli spaccati di vita quotidiana che, nel vortice di cose da fare ed obiettivi da raggiungere, danno senso alla nostra esistenza. L’arpeggio di questa canzone è nato in Inghilterra, da una chitarra scordata (in entrambi i sensi) in soffitta; il testo, invece, l’ho scritto dopo aver visto “Into the wild” di Sean Penn insieme alla ragazza con cui stavo. C’è voluto molto tempo per trovare il vestito adatto a questa canzone e dopo anni ho scoperto che quello che volevo mi stava aspettando a casa di Pierfrancesco a Torino: ciò che sentite è il risultato di un pomeriggio magico.