“Sconosciuti che conoscono l’amore” è il nuovo album di Junior V, il terzo disco del musicista pugliese ma è come se fosse il primo. Abbandonando completamente il retaggio reggae che aveva contraddistinto la prima fase della sua carriera per orientarsi verso orizzonti dream folk, Junior V è pronto per presentarsi nella sua rinnovata e matura dimensione artistica. Nelle dieci tracce che compongo il nuovo lavoro, che il cantautore classe ‘98 ci racconta traccia dopo traccia , sorvola un pop d’autore confezionato con elegante spontaneità. Ballad frizzanti sono sospese tra chitarre acustiche, arpeggi di pianoforte e linee melodiche che uniscono un cantautorato contemporaneo a un folk rock internazionale. Un viaggio fatto di sensazioni costellate di sonorità melodiche e momenti di naturale intimità che coinvolgono l’ascoltatore. Il sound di questo album è il risultato di un preciso lavoro dell’artista e della complice mano del sound engineer Christian Wright (già con Ed Sheeran, Franz Ferdinand, Blur, Radiohead), che ha masterizzato tutto il disco nei leggendari Abbey Road Studios di Londra. E la svolta artistica di Junior V passa anche dalla scelta linguistica. Nel suo nuovo percorso, infatti, ha abbandonato completamente l’inglese per abbracciare orgogliosamente l’italiano.

Sconosciuti che conoscono l’amore
È il brano che ha dato l’input al concept del disco. Rock energico con gli archi che spezzano il ritornello. Ero in treno e una ragazza mi faceva leggere delle frasi d’amore evidenziate sul suo libro di Bukowski.

Fin qui
In questa canzone si sente tutta l’influenza inglese che ho sprigionato nel nuovo disco. Chitarre acustiche 12 corde con accordature improbabili. C’è una delle frasi che mi piacciono di più: ”D’estate maestrale, d’inverno scirocco”.

Odore d’incenso
“Odore d’incenso” è il primo singolo estratto dal nuovo disco e l’ultimo che ho scritto. È nato in dieci minuti in una stanzetta sul terrazzo di casa mia a Giovinazzo. Ho voluto far uscire tutta la mia anima raccontando la storia di un amore consumato dalle incertezze.

La prima volta
Penso sia il brano più profondo del disco. È una canzone sincera che parla della rottura della monotonia in amore; rifare tutto come la prima volta perché la prima volta tutto ha un gusto diverso, c’è la curiosità che dopo un po’ di tempo svanisce. Ho cercato di riprodurre un’atmosfera cupa con timpani tribali, chitarre riverberate e archi che aprono il ritornello.

Lividi
Amo armonizzare le voci. Decisamente il brano più indie-pop del disco. Questa canzone parla di quando, in una relazione nuova, si raccontano i propri “lividi” e  della voglia di curarli o eliminarli dalla propria mente con una nuova persona.

Marilù
Ero in un festival, dopo il mio concerto conobbi questa ragazza di nome Marilù (alta, occhi blu e lentiggini). Il giorno dopo la invitai ad uscire ma Marilù non mi parlava, era completamente muta ad ogni domanda le facessi. Tornando in hotel mi venne in mente un quadro di Seurat (pioniere del puntinismo- dato che Marilù aveva le lentiggini) chiamato “Una domenica pomeriggio sull’isola della Grand-Jatte”, in questo quadro ci sono famiglie, coppie e amici sulla riva di un fiume ma nessuno si parla, tutti guardano un punto diverso nello spazio. Quel giorno io e Marilù eravamo sdraiati in quel quadro.

Senza dirci niente
Volevo fare un throwback alle mie radici reggae. È il brano più spensierato del disco. L’ho scritto dopo un incontro con una ragazza ad una serata nella quale la musica non piaceva ad entrambi. Dopo le prime presentazioni mi chiede:” Sai qual è la mia canzone preferita?” Mi risponde:” Police in helicopter di John Holt”. Un brano reggae rarissimo…ero in stato di shock.

Quando te ne vai
Secondo singolo estratto dal disco. I miei amici lo cantano in macchina a squarciagola. Il riff di chitarra ti entra nel cervello e non ti lascia più andare. Non vedo l’ora di suonarla live con la mia band.

Stringimi più forte
Amo le chitarre acustiche in questa canzone. Ho cercato di mescolarle bene con i cori riverberati e gli archi che sviluppano temi diversi.

Vivo
È la mia canzone preferita del disco. Scritta assieme ad Edoardo Cremonese e Alberto Cazzola de Lo Stato Sociale. “Chiedilo all’asfalto dei km che ho fatto…” è un modo per raccontare la mia vita “on the road” che mi ispira continuamente e mi fa sentire vivo.