Siamo sicuri di essere giovani? domanda rivolta a se stessi ma in particolare a chi continua a cercare il “nuovo” in maniera compulsiva e che in questo caso da il titolo al debut album di Jacopo Et, stimato autore bolognese, firma di alcune tra le hit di successo del panorama pop degli ultimi anni a lavoro con artisti quali Annalisa, Gaia, Fedez, Max Pezzali. Oggi, nell’esordio per la storica label Garrincha Dischi, Jacopo Ettore è pronto a metterci la faccia dando il via ad un nuovo percorso dalle tinte pop-rock avvalendosi anche di preziosi featuring e collaborazioni in cabina di regia, con focus sui fortunati singoli “La vecchia guardia” feat. Jake La Furia,”Gli racconteremo” feat. Lo Stato Sociale e “Bellissima”, brano in rilievo nelle principali piattaforme musicali.

Il disco sviluppa una chiave che contamina generi ed epoche musicali, unendo mondi apparentemente distanti sia nelle sonorità che a livello testuale e, come ci racconta traccia dopo traccia, è un lavoro con poco spazio per piangersi addosso, parla di storie di quartiere, di una piccola città vista dalla periferia e della grande metropoli vista con gli occhi di chi è cresciuto in provincia.

Motociclette

È una canzone sul coraggio, sull’andare avanti sbattendosene dei giudizi, delle mode, delle puzze sotto il naso e di tutte le cose che caratterizzano il nostro momento storico.
È un inno a fare come una moto, come una Harley sulla Route 66: andare sempre dritto, anche in mezzo alla tempesta. La produzione del pezzo l’ha curata Zef, che ha creato il giusto mix tra il suono di una rock ballad e un suono più urban e contemporaneo. Quasi alla fine del pezzo poi c’è la frase “dimmi che saremo per sempre quelli di sempre” che secondo me è una delle frasi portanti dell’album.

La Vecchia Guardia

La Vecchia Guardia non è una canzone nostalgica. È una canzone con la quale volevo un po’ provocare chi ha sempre e solo voglia di nuovo, di novità. Nomi nuovi, posti nuovi, suoni nuovo ogni settimana. Ma basta. Poi in realtà il futuro è bellissimo eh, ci sono un sacco di cose che mi piacciono del futuro. Ma anche il passato sotto una serie di fronti non era male. L’ha prodotta Riccardo Scirè, uno dei primi a credere in questo disco e un produttore appassionato di 883 anche più di me.

Bellissima 

Parla di tutte le relazioni tossiche che ho avuto e principalmente vuole distruggere quella vecchissima storia della bellezza oggettiva. Cioè sì, sei bellissima, ma mi hai rotto lo stesso. L’ho scritta con Michele Merlo, che l’ha sentita e ci ha riso e volato con me prima che un paio di giorni decidessero di portarlo via. Il video non ha fatto in tempo a vederlo, ma so che era provocatorio e matto al punto giusto da piacergli. La produzione invece l’hanno curata quei miti di Federico Nardelli e Giordano Colombo, che l’hanno prodotta esattamente nel modo che volevo.

Post-genere 

Oh ma te sei indie o trap? Pop o rock? Democristiano o hardcore? Urban o di campagna? Non lo so regaz, son sincero: non me ne è mai fregato niente di sta sfida tra generi. E anche a Fresh Mula non frega nulla è per questo l’ho chiamato su sto pezzo. L’ha prodotto Francesco Ferrari, il primo produttore a credere in me.

My Old Friend 

Per me questa canzone è ambientata tra San Ruffillo e Pianoro, anche se qualche sprazzo in realtà lo ricollego ad altri ricordi – ad esempio una volta mi ricordo che dormii nella macchina di mio cugino Riccardo durante una vacanza in Calabria, quando andammo a un festival sul Lago Ampollino a fare i matti. L’ho scritta per dire ai miei amici che anche se adesso mi vedono di meno, anche se adesso magari mi vedono con qualche personaggio dello spettacolo e a qualche party della milano giusta ecco io alla fine son sempre quello lì delle birre e le partite a tedesca fino alle 2 di notte. L’ha prodotta Simon Says, che è un produttore molto bravo e un amico che sono molto felice di aver incontrato tra le varie corse milanesi.

Jacopo Et

Se dopo più di un minuto e quaranta di monologo avete bisogno che vi dica ancora qualcosa probabilmente siete masochisti.

Gli Racconteremo

Questa è una cosa che racconteremo ai nostri figli. Parte tutto da sta frase qua. Che poi io sta frase non l’ho mica mai usata per delle cose serie, l’ho sempre detta dopo le peggiori cazzate della mia vita. Quindi in realtà questa canzone è un insieme di cose, una lista di cose da non dire ai figli, propri o degli altri che siano. E i regaz de Lo Stato Sociale qui sopra ci stavano a pennello, infatti nella loro strofa hanno fatto una bella lista di cose non raccontabili. L’hanno prodotta prima Matteo e Hyppo di Garrincha e poi abbiamo coinvolto Simon Says perché ci piaceva l’idea di avere un’ulteriore punto di vista a livello produttivo.

Il Buio delle Montagne 

È l’unica canzone d’amore del disco alla fine dei conti. E io sono contento che sia lei, alla fine è una canzone alla quale tengo tanto, è piena zeppa di verità, questo lo posso dire ecco. L’ho scritta a Sestola, da solo, in un ritiro di scrittura durato un paio di giorni. Lì a Sestola, a casa dei miei, c’è questo affaccio sulla valle molto bello dove di notte si vedono tutte le lucine delle case in fondo. Ecco guardare quelle case lì mi fa star bene davvero, mi sento così un coglione con tutte le mie ansie, la mia fretta, le paranoie che mi portò dietro dal mondo che vedo a milano ecc. ecc.. E alla fine penso che da quelle case lì, con l’amore giusto e una buona dose di fiducia nei propri mezzi si possa sfidare tutto, anche il buio delle montagne. L’ha prodotta sempre Simon Says questa e qualche chitarra l’ha suonata anche mio papà (che tra l’altro ha registrato buona parte delle voci del disco, vi regalo questa chicca).

Diversa 

Anche qui potrei dire la stessa cosa che ho detto per Jacopo Et: dopo tutto il monologo della strofa davvero c’è qualcuno che vuole saperne di più? E allora venite ai live dai (spero di annunciarli tra non molto). L’hanno prodotta e mixata Matteo e Hyppo di Garrincha al Donkey Studio di Medicina e l’ha masterizzata (come tutte le altre canzoni del disco) il bravissimo Andrea Suriani.

Ma tu? 

Ma tu penso di averla scritta in un’ora, non di più. Era tutto quello che avevo da dire in un momento delicato, all’inizio di una relazione che mi stava facendo diventare scemo. È tutto vero, dal cocomero, all’idea di andare al mare in moto. E la cosa più vera è che io salvo sempre le persone con nome e cognome e se decido di cancellare il cognome è perché ci tengo davvero tanto. La canzone l’abbiamo prodotta al Donkey con Matteo e Hyppo e la voce è rimasta quella della prima incisione (non volevo che perdesse quel sapore lì).

Photo credit @ Stefano Bazzano