Lontana dall’intento di scrivere un masterpiece della letteratura italiana, ho voluto comunque riprendere dal buon vecchio Thackeray (e non da Marchetti, attenzione) la serialità delle narrazioni che si susseguono in Vanity Fair e su quella falsa riga costruire un altro tipo di storie.
Anzi, più che storie, le mie vogliono essere delle immagini che cercano di legare alla musica di un brano le sue possibili evocazioni di ambito stilistico, tale che, in questa fiera della vanità, a sfilare siano gli artisti vestiti delle loro note, dei colori invisibili che solo con un orecchio attento si possono percepire.
Sulla passerella della vanità, lasciamo che a succedersi sul catwalk (di artisti e musicisti), sia invece la nudità dell’indie.
Clio e Maurice, Faithfully
Ritornano ad impressionarci Clio e Maurice con il loro stile sempre etereo e angelico. In “Faithfully” li vediamo vestiti di brandelli, di corpi, di corde: degli outfit che, come si direbbe nell’arte, si tratta di arte povera, che non è affatto un insulto, anzi si contrappone alla pomposità di certe rappresentazioni visive e, in questo caso, musicali. La semplicità e la naturalezza sono la combinazione perfetta per il duo milanese.
The Cleopatras, KISS, KISS, KISS
Cover di una canzone di Yoko Ono degli anni Ottanta, ma rivisitata in chiave rock n roll: il risultato? The Cleopatras, una band tutta al femminile che con bombette, cilindri, cappelli con grosse visiere, evocano il mood a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta (in Inghilterra). Di british, infatti, Le Cleopatras hanno non solo i testi in inglese ma anche l’attenzione al beat che si mescola al punk alternative, che in Italia mancava da tempo!
Ziliani, No, no, grazie a te
Capello lungo, occhiali a mo di visiera, mood disco, mancano solo i pantaloni a zampa a completare il look spiccatamente anni Settanta di Ziliani, nel suo nuovo singolo “No, no, grazie a te”. Chitarra elettrica e ritmo da luce stroboscopica arricchiscono l’outfit di un artista che riesce a farsi notare fra la massa!
Baobab!, Baobab!
Ritornano tonalità pastello e outfit di ispirazione psichedelico come il tie dye per i Baobab!, che pubblicano l’omonimo EP tutto incentrato su mood chill e rallentate. Il delay fa sicuramente da padrone, così come il rock distorto di matrice statunitense, eppure anche trasportato in Italia, riesce a raggiungere picchi di bellezza non solo estetica quanto musicale.
Celeste, UNIVERSO (Artemisia)
Lo conosciamo in una veste centaurica, potremmo dire, Celeste, che all’alba della pubblicazione del suo ep d’esordio “UNIVERSO (Artemisia)” lo vediamo a dorso nudo, tutt’uno con la schiena del cavallo. La scelta, oseremmo chiamare, neoclassica dello stile richiama quella che è la ricerca stessa dell’artista del bello, in senso universale (forse), ma allo stesso tempo la sua ricercatezza diventa la chiave per aprire le porte al suo mondo, interiore e quotidiano.
Deriansky, Altea, Goedi, basilico
Stile swag e underground, ma allo stesso tempo minimalista: non parliamo soltanto dell’outfit di Deriansky ma anche del suo nuovo singolo “Basilico”. Uscito insieme alla crew, Altea e Goedi, il nuovo singolo dell’artista di casa Asian Fake si fa presto notare per le basi che accompagnano il flow semplice e diretto di “Basilico”. Deriansky sembra promettere bene anche per le prossime uscite!