Lontana dall’intento di scrivere un masterpiece della letteratura italiana, ho voluto comunque riprendere dal buon vecchio Thackeray (e non da Marchetti, attenzione) la serialità delle narrazioni che si susseguono in Vanity Fair e su quella falsa riga costruire un altro tipo di storie.
Anzi, più che storie, le mie vogliono essere delle immagini che cercano di legare alla musica di un brano le sue possibili evocazioni di ambito stilistico, tale che, in questa fiera della vanità, a sfilare siano gli artisti vestiti delle loro note, dei colori invisibili che solo con un orecchio attento si possono percepire.
Sulla passerella della vanità, lasciamo che a succedersi sul catwalk (di artisti e musicisti), sia invece la nudità dell’indie.
Inude, Primavera
Vestiti di fiori, vestiti di tshirt tie dye (avete presenti quelle anni Settanta ritornate in voga dall’anno scorso?). Ecco come me li immagino gli Inude per il loro nuovo album “Primavera”: un titolo e una copertina che lasciano già presagire a cosa stiamo andando in contro. Un’esplosione di sonorità elettroniche e contaminazioni soul fanno capolinea ai nostri occhi e orecchie insieme a delle immancabili reminiscenze psichedeliche.
Scianni, Miccia
Stile shabby ma con gusto quello di Scianni: l’outfit perfetto per chi, come lui, ci racconta l’epilogo di un amore. “Miccia” è infatti un singolo sincero e sereno, cantato da un artista che ormai sembra aver preso la consapevolezza di ciò che gli è accaduto. Magari restano ancora i residui dell’abbandono ma sappiamo che non sarà di certo questo a modificare il gusto per il bello che Scianni può avere.
Bouganville, La grande evasione
Canotte bianche attillate, pantaloni a zampa e capelli cotonati. No, non siamo tornati indietro nel tempo ma stiamo ascoltando il nuovo album dei Bouganville “La grande evasione”. Un disco in cui prevalgono synth e voci distorte, chitarre elettriche e psichedelia. Per i nostalgici del mood anni Settanta e per gli estimatori del vintage in tutte le sue forme, questo è l’album che fa per voi!
Filippo Cattaneo Ponzoni, Felpa
Non ha l’attitude sportiva Filippo C. Ponzoni, nonostante il titolo del suo nuovo singolo, “Felpa”, ci faccia intuire tutt’altro. “Felpa” è la metafora di ciò che poteva essere ma non è stato: un abito che, anche stavolta, ruba la scena per raccontare una storia, stavolta che resta ancorata ai pensieri e alle elaborazioni di un’anima che dal dolore ha saputo generare arte. “Felpa” è l’R ‘n B riadattato in chiave contemporanea con un pizzico di cantautorato e racchiuso dentro un ambienta lo-fi.
Malamore, Il tempo per noi
I Malamore ci trasportano in un mondo che ricorda i film di Tarantino, dove i personaggi hanno quel fare grottesco e uno stile inconfondibile. Il trio che abbiamo conosciuto già con “Malvita” e “Un nuovo giorno” lo vediamo con il loro nuovo album “Il tempo per noi” immersi in un prato fiorito, con i loro soliti abiti (di scena potremmo dire) a raccontarci con apparente aria di sfida come sono riusciti a trovare finalmente “il tempo per sé”.