Lontana dall’intento di scrivere un masterpiece della letteratura italiana, ho voluto comunque riprendere dal buon vecchio Thackeray (e non da Marchetti, attenzione) la serialità delle narrazioni che si susseguono in Vanity Fair e su quella falsa riga costruire un altro tipo di storie.

Anzi, più che storie, le mie vogliono essere delle immagini che cercano di legare alla musica di un brano le sue possibili evocazioni di ambito stilistico, tale che, in questa fiera della vanità, a sfilare siano gli artisti vestiti delle loro note, dei colori invisibili che solo con un orecchio attento si possono percepire.

Sulla passerella della vanità, lasciamo che a succedersi sul catwalk (di artisti e musicisti), sia invece la nudità dell’indie.

Ethan, Luna Piena

Lo vediamo vestito interamente di rosso a galleggiare sul pelo dell’acqua, come un pesce rosso che cerca di farsi strada nel mare magnum della musica quotidiana. Spicca dunque per forza di cose “Luna piena”, il nuovo singolo di Ethan, che mischia r’n b, house e pop, il tutto racchiuso nella cornice esteticamente curata e ricercata dell’artista italo brasiliano. Ethan, infatti, si fa messaggio della cultura contro machista, eleggendo come muse ispiratrici le figure di David Bowie e Renato Zero.

Rareş, Ahinoi

Si chiama “Ahinoi” il nuovo singolo con cui Rareş inaugura il 2023, ed è anche il brano con cui ci sentiamo catapultati in un mondo ai limiti della fiaba, con i suoi colori sgargianti ma allo stesso tempo tenui, con le sue scene ora vicine ora lontane, come i suoni di sintetizzatori che si avvicinano e si allontano, quando più forti e quando più deboli. “Ahinoi” riesce a trasmettere quel senso di spaesamento quasi astrale, uguale allo sbilanciamento interiore che ha mosso l’artista per la creazione del brano.

Gold Mass, Flare

Gold Mass, moniker di Emanuela Ligarò, è il progetto a metà strada tra l’innovazione high tech e l’ancestrale, così come il suo nuovo singolo “Flare” che con la sua leggerezza si muove tra curve elettroniche sinuose e intriganti. Non a caso ad arricchire questo brano c’è un video interamente realizzato grazie all’artista digitale visivo e programmatore creativo di intelligenza artificiale, Stas Sumarokov.

Apollo Quattro, Temporale Bipolare

Navicella di cartone e il sogno di arrivare un giorno a sbarcare sulla luna. Non è proprio la storia del Piccolo Principe, ma ha delle somiglianze con la storia e l’immaginazione di Apollo Quattro, che ci presenta in questa settimana di uscite “Temporale Bipolare”. Una storia questa che racconta di tutti e di nessuno: l’artista, in un andirivieni “bipolare” appunto, ci ricorda che nella vita non si può stare sempre bene, così come non si può stare per sempre male, ma spesso capita di avere degli sbalzi d’umore simili ad un temporale.

Guidoboni, BELLAFIGURA

Estetica alla Wes Anderson che ricorda I Tannenbaum passando per The French Dispatch senza però dimenticare le proprie origini emiliane, Guidoboni ci presenta  il suo singolo d’esordio “BELLAFIGURA”. E chi meglio del titolo stesso saprebbe descrivere al meglio il brano. Guidoboni riesce infatti a fare proprio una bella figura sin dai primi ascolti, sarà la patinatura un po’ vintage o il fatto che ricorda molto l’ironia figlia di Dalla e Graziani, complice anche la produzione di Alex Elena e Mattia Mari, eppure a noi è piaciuto!

Dead Cells Corporation, damelo duro

Abbiamo capito che il trio più pazzo di Dischi Sotterranei è entrato nei nostri cuori. Difficile sicuramente immaginare un outfit adeguato per i Dead Cells Corporation, perché se dovessimo immaginarne uno sarebbe sicuramente quello che i più definirebbero come il “vestirsi al buio”. Sì, perché è proprio nella casualità che si cela la “fortuna”, chiamiamola così, del trio. Anche in damelo duro sembrerebbe che i suoni sono stati scelti a caso, eppure è proprio la combinazione di chitarre distorte, elettronica e sintetizzatori che creano il mix perfetto per chi si nutre di musica alternativa e, perché no, underground (sul serio).