Todays Festival conclude ufficialmente l’estate Torinese e lo fa mescolando artisti, persone e suoni differenti senza confini, dando corpo e anima a luoghi post-industriali della periferia urbana (come l’edizione precedente) riqualificati abbattendo qualsiasi tipo di barriera fisica e sociale. In questa edizione si è visto forte un occhio al futuro come ha ben descritto il direttore artistico Gianluca Gozzi: “Speriamo che un domani, tra quaranta anni, in pieno futuro post-industriale, post-crisi, post-bellico, ci sia ancora un palco, anzi più palchi, e la voglia di riempirli, in modo che anziché rimpiangere quello che non c’è più, si possa continuare a desiderare ciò che verrà.”
Via Francesco Cigna cuore di Barrieria di Milano è il luogo simbolo di questa visione, di questa idea di trasformazione ed è stato per 3 giorni il crocevia di Todays, dal prato verde al palcoscenico a cielo aperto di SPAZIO 211, al recupero urbano dell’EX FABBRICA INCET ora location assolutamente scenografica, agli spazi architettonici e museali del MUSEO ETTORE FICO al PARCO URBANO AURELIO PECCEI capace di coniugare architettura e verde, letteratura e musica. Da qui ripercorriamo insieme le emozioni vissute…
#DAY1: L’apertura del festival passa da mani e da cuori torinesi e non poteva esser diversamente. I PUGILE prima e i NIAGARA poi accolgono il pubblico dello spazio211 su un tappeto di suoni elettronici graffianti. Sono le 20.15 il sole cala lentamente, la gente è ancora seduta sul prato ma capisce immediatamente ch’è ora di alzarsi, nell’atmosfera si percepisce emozione, sale sul palco IOSONOUNCANE. Il suo live è atteso, la sua presenza artistica ed emotiva, il suo esser parte viva della sua stessa musica ci trasporta ad un livello extraterreno, chiudiamo gli occhi e ci lasciamo trasportare dai suoni elettronici talvolta violenti di DIE.
Giunge cosi l’ora di M83, l’unica occasione italiana per conoscere live Anthony Gonzales e il suo album studio Junk (non da tutti gli addetti al settore ben recensito), differente si dai precedenti lavori ma comunque capace fin dalle prime note, grazie ad un suono e presenza scenica ben costruita (vedi i tre synth, assoli di sax e le fiammate delle due singer) di trasformare il palco in un vero dancefloor. Nel cielo di Torino brilla la stella di “Midnight city” e i nostri occhi luccicano presi dai ricordi che solo un brano di questo tipo è capace di far riaffiorare…
Ci incamminiamo verso lo spazio Open Incet, facendo giusto una breve sosta al Museo Ettore Fico, la fila è incredibile, dentro è già tutto esaurito ma la gente resta comunque in attesa…come a voler far sentir la vicinanza al loro artista italiano del momento. Dentro si esibisce in versione “coro di” un certo Calcutta! Conoscete? Anche alle porte dell’ex Fabbrica troviamo coda, il Director John Carpenter è l’altro colpo grosso della giornata e dell’intero Todays Festival. Il pubblico (trasversale come mai visto in altre situazioni) è impaziente e ne ha buon motivo. Il compositore accolto da un grande boato, si prende la scena a 68anni alternandosi alla tastiera e alla direzione di una sorta d’orchestra/band tra le cui file il giovane figlio, facendo di questo spazio industriale lo scenario ideale per ripercorre le musiche e le pellicole cinematografiche che lo hanno reso leggendario!
#DAY2: Il risveglio è di quelli buoni, decisamente soddisfatti dalla serata trascorsa…giusto il tempo di riguardare gli scatti effettuati sotto palco, una colazione scarsa e si corre in stazione Porta Susa a prendere un amica…non si vuole perdere questa seconda giornata di Todays, come darle torto. Un salto al Parco Valentino, il caldo ci assale, in riva al Po, un Po che si mostra decisamente diverso dalle rive reggiane/mantovane a cui siamo abituati, troviamo il giusto refrigerio per pranzare e goderci un attimo di relax. Una passeggiata lungo i murazzi e per le vie del centro ed è già ora di raggiungere nuovamente lo spazio211. Varcati i cancelli i Giuda ci colgono di sorpresa, sound grintoso e coinvolgente, la band romana ci fa immediatamente capire che il mood del day2 è decisamente rock! Le 20.15 come per la sera precedente, accolgono un altro artista simbolo dell’attuale cambiamento dello scenario musicale italiano, Francesco Motta. La maturità artistica è visibile nella presenza scenica, nei testi e nelle note del suo “La fine dei vent’anni”. Sul suo volto il sudore di un duro ma amato lavoro che gli sta dando tante soddisfazione, il consenso e calore del pubblico!
Dopo qualche inconveniente tecnico, superato con classe mascherando il nervosismo coi tecnici e scherzando con i fan accorsi, il frontman scozzese Reid da il via al live dei JESUS AND MARY CHAIN, che ripercorre la storia di una di quelle band capaci di inventarsi un rock moderno, una di quelle band che per stile e sonorità ha rivoluzionato una intera generazione.
A pochi centinaia di metri, pochi minuti dopo, va in scena all’Open Incet in fase di riempimento l’ascesa continua del fenomeno italiano I CANI. Aurora è il nuovo album che Niccolò Contessa e soci portano live ormai da diversi mesi e non c’è certo da stupirsi vedendo l’empatia in grado di crearsi tra palco e parterre. Il live ha il merito, senza mai calare di intensità, di alternare brani melodici a brani rock conditi da suoni elettronici e da sfumature e riarrangiamenti che lo rendono ogni volta differente e coinvolgente.
Al termine del live dei Cani, mi batte forte il cuore anche solo a vedere il cambio palco, veder posizionarsi quelle tre batterie e tutta quella strumentazione elettronica che ha sempre distinto e reso unico il live dei SOULWAX. Non posso dire di essere innamorato del Belgio per un qualcosa in particolare, ma ringrazio che da quella terra arrivino i fratelli Dewaele e il loro sound inconfondibile miscela di elettronica, rock, punk, dance, che a distanza di più di 10 anni dall’uscita di Any minute now e Nite Version è capace di farmi emozionare e scatenare come la prima volta, come al primo ascolto. Il nuovo tour oltre al rivitalizzare brani storici come NY EXCUSE e Miserable girl è condito da nuovi pezzi tratti dalla colonna sonora di Belgica e forte dell’immagine scenica costruita attorno alla centralità dei Dewaele soprattutto grazie ai tre batteristi tra cui spicca l’amico Igor Cavalera dei Sepoltura. Rientrare in albergo e dormire con tutta quella adrenalina in corpo è stata dura…
#DAY3: fin dal pomeriggio il richiamo culturale è forte al Parco Aurelio Peccei per la presenza, non da poco, di Elio Germanio & Teho Teardo e spostandosi allo spazio 211 il giorno di chiusura è quello più coraggioso per mescolanza di generi. Suona come un viaggio musicale “around the world” percorrendo suoni e luoghi differenti dalla psichedelia dei Brian Jonestow Massacre from San Francisco ai Los Angeles based Local Natives, passando per le sfumature elettroniche, i colori folkloristici e la spiritualità degli spagnoli CRYSTAL FIGHTERS e atterrando sul pianeta misterioso dei GOAT di cui ben si conosce e percepisce la presenza scenica, fatta di costumi e di maschere, sotto cui si celano musicisti e volti di cui poco si sa se non la provenienza. Svezia. Il loro nuovo Requiem, pur presentando novità, affonda le radici nel vecchio corso, mix di suoni tribali, rock e psichedelia avvolgendo e coinvolgendo il pubblico e chiude questa edizione del Todays Festival 2016.