Non ho molto da dire sulla YE x T$ Vultures Listening Experience in sé: carino il disco, ottima l’acustica. È stata principalmente la curiosità a portarmi all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno, lo scorso sabato. Curiosità di vedere quali tipologie di fan sarebbero accorsi, curiosità di ascoltare il disco su un impianto strutturato, curiosità di sperimentare un nuovo format che da noi sembra ancora insolito ma oltreoceano è già stato sdoganato. E, non lo nego, poter mettere una spunta accanto al nome Kanye West.
Tutto parte, quindi, con qualcuno che schiaccia il tasto play (letteralmente) e dà il via all’ascolto di gruppo.
Il concept è un po’ quello della partita di calcio, un grande stadio circolare (o un’arena, se vogliamo, o ancora un ring) e al centro, senza palco, gli ospiti della serata. Sopra di loro, una struttura di teli proietta tutto quello che succede tra la spessa coltre di fumo in cui Ye e amici si dimenano, incitano il pubblico, battono le mani. Una sorta di danza tra il macabro e il grottesco. Il protagonista si presenta, al solito, con il viso completamente coperto: lo mostrerà durante pochi e selezionati momenti del live. Pardonne, della listening experience.
Gli ultras di Kanye West sono un esercito di ragazzi e ragazze vestiti di nero, perlopiù appartenenti alla gen z e con una variegata rappresentanza di nazionalità (in fila dietro di me ci sono degli spagnoli borrachi, e intercetto diversi inglesi). Tutti cantano, ballano, si divertono. “Carnival” viene fatta sentire addirittura 3 volte e i cori del pubblico non sono da meno rispetto a quelli campionati degli ultras dell’Inter. Alcuni fan hanno anche degli striscioni.
Ma è alla fine, quando lui saluta (si fa per dire, interazione col pubblico non pervenuta) e se ne va, che ho la prova definitiva di star partecipando a un’allucinazione collettiva. La musica continua a essere sparata nelle nostre orecchie, però ora, rimasti con il ring vuoto, stiamo solo facendo un grande karaoke tra fan. Niente di più. Non c’è più Kanye, non c’è più Ty Dolla $ign né alcun altro ospite. Forse questa operazione serve a dare una parvenza di continuità (il disco dura 1 ora) ai fan e convincerli che i loro soldi sono stati ben spesi. Io non reggo e sulle note di “Runaway” mi incammino verso l’uscita.
Questa VLE mi lascia più domande che risposte.
Nel futuro saranno sempre più così i concerti, perché la musica è, già oggi, sempre meno importante all’interno di un progetto musicale? Le persone vanno a questi eventi soprattutto per flexarlo? Quanto guadagna in più un artista eliminando palco, musicisti, tecnici? È necessario distinguere tra mondo rap/hip hop e il resto della produzione musicale quando ragioniamo su come si evolveranno i live nel futuro? C’è qualcuno degli artisti campionati in “Vultures 1” che ha effettivamente dato il consenso?
È da molti anni che Kanye ha smesso di esibirsi, a parte qualche sporadica apparizione, dunque posso comprendere i fan che hanno voluto cogliere l’occasione.
But still… “I’m just here to get paid”, ci ricorda YE nella terza traccia del suo nuovo disco.
Photo courtesy @ LP/Sylvain Merle