Optogram è un progetto di musica elettronica nato a Parma nel 2013, frutto della collaborazione tra Gian Maria Pizzi e Roberto Segreti. Nel 2015 escono con il loro primo album Ax4EO composto da 7 tracce che racchiudono atmosfere cupe ed inquietanti che spaziano tra l’IDM, Glitch, Ambient e Techno e sono il primo gruppo ad esibirsi dal vivo sotto la piramide del Labirinto di Franco Maria Ricci a Fontanellato. Nel settembre scorso prendono parte, curandone la veste sonora, all’opera di videomapping “22.2.22”, realizzata per la facciata del Palazzo della Pilotta della loro città ducale dal collettivo Karmachina e che racconta la storia del monumento a Giuseppe Verdi fino alla sua scomparsa.

Li abbiamo raggiunti poco dopo la release del video ufficiale di “Bloody Faces” diretto da Rino Stefano Tagliafierro e a ridosso della loro prossima esibizione nell’aftershow di Barezzi Festival dopo Plaid & the Bee.

 

Il vostro nome “Optogram” ha una forte attinenza con il mondo visuale cosa che ha caratterizzato molte delle vostre performance live. È pura coincidenza o rappresenta una parte importante del vostro linguaggio?

Non è un caso. La nostra musica ha sempre avuto un forte aspetto narrativo e il nome che abbiamo scelto sottolinea la nostra intenzione di evocare delle immagini nell’ascoltatore.Ogni brano racconta una storia,ed è intorno a questa storia che costruiamo la nostra musica.

La contaminazione fa parte della vostra musica, avreste mai pensato di incontrare lo zio Giuseppe (Verdi) lungo il cammino? Come avete trovato una strada comune?

Abbiamo accettato questo lavoro con entusiasmo. Fondere la nostra musica con la lirica è una cosa che non ci saremmo mai aspettati di fare. Il timore iniziale era quello di non riuscire a legare due mondi così distanti mantenendo le identità di entrambi, ma dopo aver preso confidenza con la struttura delle sue opere abbiamo capito come scomporla per riuscire a fonderla con le nostre sonorità, certe volte in modo discreto ed in altre decisamente violento.

È appena uscito il vostro singolo Bloody Faces su Minus Habens Records, etichetta indipendente, che ospita nomi come Angelo Badalamenti, come cambierà il vostro orizzonte musicale?

Quando la Minus Habens ci ha contattato siamo stati più che felici di accettare la collaborazione.
Innanzitutto perchè la consideriamo una delle etichette italiane pioniere nel genere Idm, che è quello che ci rappresenta e poi perchè lavorando anche nell’ambito delle colonne sonore ci permette di ampliare anche questo aspetto del nostro lavoro.

Cosa ne pensate del Barezzi festival che vi vedrà protagonisti il 3 Novembre a Parma presso il Ridotto del teatro regio?

Il festival porterà in città una serie di concerti che accontenterà gli appassionati di diversi generi. Visto lo spessore di certi nomi e le location per noi è una figata. Per quel che ci riguarda condividere il palco con artisti che hanno influenzato il nostro percorso musicale come i Plaid è un onore.

Il vostro “dark side” che arriva potente e puro è una ricerca stilistica o rappresenta la normale emanazione del vostro processo creativo?

Sicuramente seguiamo l’istinto e questo ci ha sempre portato alla ricerca di sonorità scure.

Cosa significa oggi fare musica indipendente?

Oggi i mezzi a disposizione danno la possibilità a chiunque di condividere la propria musica, ma questo in realtà rende più difficile emergere in un mercato ormai saturo. Noi facciamo musica per passione ed è questo che non ci fa sentire il peso di queste difficoltà e sicuramente ci ha spinto a cercare diverse strade per far conoscere il nostro lavoro.

Cosa vi piace ascoltare, avete qualche autore che vi dà ispirazione?

Sicuramente l’elettronica degli anni 90′ con i primi esperimenti su etichette come Skam e Warp con artisti come Aphex Twin, Autechre, Lfo, Boards of Canada, Plaid etc. ha influenzato molto entrambi. Ad oggi quello che ascoltiamo nasce principalmente da quel tipo di elettronica.

Cosa vi piacerebbe fare da grandi?

Suonare ai matrimoni

Siamo a Beat&Style, in ambito moda e tendenze quanto conta l’immagine per voi?

Non ci è del tutto indifferente ma pensiamo che la musica faccia già tutto il lavoro.