08/06/2016
Will Toledo farà 24 anni ad Agosto.
Nel 2010, finite le superiori si è trasferito a Seattle e lì ha registrato amatorialmente 8 album che ha postato su bandcamp.
Lo scorso Settembre 2015 firma un contratto con la Matador Records. Gli dicono che con quel nome da pornoattore di Codroipo non è che si possa fare granché. Gli mettono attorno una batteria, una chitarra e un basso e gli dicono di trovare il nome per la band. In onore dei sedili posteriori dell’auto in cui ha registrato i primi dischi opta per Car Seat Headrest. Se lo dite a un amico e lui capisce il nome della band al primo colpo vuol dire che lui l’inglese lo sa bene e voi siete bravi a pronunciarlo. Complimenti a entrambi.
A Ottobre esce il primo disco Teens of Style e il 20 Maggio, 17 giorni fa, il secondo: Teens of Denial.
Il cantante dei The Cars non ha dato l’ok all’uso di un campionamento di un suo pezzo tutte le copie fisiche di Teens of Denial vanno al macero. Lo si trova solo in formato digitale.
Pitchfork.com nella sezione reviews dà a Teens of Denial 8,5 e l’etichetta Best New Album. Stereogum e Rolling Stone fanno ctrl+c e poi ctrl+v.
La campagna promozionale prevede anche la videointervista all’Amoeba di L.A., Will mette nella borsa Twin Peaks perché davanti a casa sua David Lynch sta girando delle scene della seconda serie e lui la prima non l’ha mica vista. E’ del 1992…
I Car Seat Headrest partono per il tour senza il disco nuovo da vendere al banchetto. C’è solo la maglietta e il vinile del disco prima
Un Giugno tra festival e club nelle capitali europee. In Italia le capitali calcate sono Carpi e Marina di Ravenna.
Due giorni dopo il palco del Primavera Sound Will Toledo arriva a Carpi (MO) per suonare al Mattatoio. Vecchia Officina riadattata che terrà al massimo 300 cristiani al chiuso e altrettanti nel cortile esterno.
È la domenica sera di un ponte, temporali misti a sprazzi di sole generano quel “caldusso” umido della Bassa che ti toglie anche la voglia di usare il telecomando.
ngresso 7€ con Tessera Arci. Suoneranno i Legni Vecchi, Power Duo locale, gli Istvan, Hard Rock strumentale from Faenza [FEINZEI in americano] e loro. Alle 23 si chiude tutto che siamo in centro storico e gli immigrati indiani lunedì si svegliano presto.
Arrivo al Mattatoio che i Legni Vecchi hanno già finito e cercano di vendere le loro nuove tshirt nere. Brutte.
Una decina di persone resiste ai volumi da mica normali degli Istvan. Sono bravi. Picchiano. Niente di nuovo ma fatto molto bene.
Delle dieci persone che cagano gli Istvan otto sono accanto al bancone del bar, uno sono io che ordino una birra e l’altro è a un metro dal palco, testa piegata a sinistra come un dodicenne che guarda il primo porno e cerca di capire il verso, mani conserte dietro la schiena come un anziano vissuto che guarda un cantiere.
È lungo, magro, neanche un pelo di barba e gli occhiali di vinile come Buddy Holly. Mai visto Buddy dal vivo ma direi che assomiglia più a una lesbica che a Buddy.
Venti minuti prima che venga il loro turno, Will va al cesso, chiede una bottiglietta di acqua naturale al bar, prende una borsa di tela, ci mette il portafogli e il cellulare e poi fa il giro dei compagni. Raccolti i beni, fa un nodo alla borsa valori e la mette sul palco.
Quando il service finisce di preparare gli strumenti davanti al palco sono spuntate da non si sa dove quaranta persone che studiano la batteria, idistorsori, gli ampli, il settaggio dei cavi, lo scotch isolante utilizzato. Dal fondo del locale Will, timido, si fa avanti tra la gente appiccicosa di sudore con la chitarra sotto braccio. La musica in sottofondo si spegne. Noi spettatori saremo un centinaio.
Il concerto è il set da festival…45–50 minuti. Solo pezzi dell’ultimo album. Non ho nozioni e capacità per starvi a spiegare perché sono stati bravi. Non ho voglia di annoiarvi con l’analisi dei testi o coi riferimenti per farvi capire che genere fanno.
I testi li trovate su genius.com . Sono brillanti, sono maturi, sono intensi, sono freschi, sono attuali.
Le canzoni su spotify. Sono accattivanti, sono varie, sono articolate, non sono mai banali.
Le mie preferite sono state: The Ballad of Costa Concordia (Capolavoro assoluto); Drunk Drivers/ Killer Whales e Vincent
Il secondo pezzo del concerto è Fill The Blanks, apre il Teens of Denial e c’è già un video karaoke su youtube.
A Carpi, quindici giorni dopo che il disco è uscito su internet, trenta persone cantano. Non cantano il ritornello. La sanno tutta. A Carpi. Domenica sera. Del Ponte.
La gente si scuote, batte le mani, siamo tutti presi bene e, battendoci i gomiti sui fianchi e esagerando smorfie, facciamo commenti che, a seconda dalla provenienza vanno dal “Beh Va Beh” al “Sòcc’’” passando per alcuni “Diovà”.
Will parla solo per dire che se proprio vogliamo battere le mani dovremmo farlo nel modo giusto e per dire che la prossima sarà l’ultima canzone e sono contenti di essere con noi questa sera.
Will canta bene e suona meglio. Il chitarrista sembra Screech di Bayside School, peserà 50 kg (e 5 sono di fibbia della cintura), suona mancino eha del manico. Il batterista sembra quello che suona la chitarra a San Paolo Apostolo. Il bassista è talmente normale che proprio non ricordo segni particolari.
Suonano benissimo. Tutti. Nessun vezzo da Rockstar. Nessun gesto sopra le righe. Nessuna smorfia. Nessun assolo superfluo.
Finito il concerto Will scende, io e un altro paio di tizi gli battiamo la mano sulla spalla e dimostriamo padronanza della lingua bretone con un articolato “You’re Great, Man!” (anche senza You’re). Lui ci dice Thanks e si divincola, un po’ preoccupato delle nostre effusioni. Un cinquantenne gli chiede di fare un selfie con lui. “Yeah, Yeah, I’ll be outside in a couple minutes” gli dice per levarselo dal cazzo. Prende un’altra bottiglietta d’acqua al bar. Torna sul palco e si mette a riarrotolare i cavi. Il chitarrista dà una mano al ragazzo del merchandising (che mi viene il dubbio sia anche il bassista). Il batterista è appoggiato fuori, si fuma una sigaretta e pensa a casa guardando nel vuoto.
sciamo dal locale chiedendoci come mai a Parma non ci sono posti in cui avere tali sorprese. Sono le 23 della Domenica di un Ponte e a Carpi c’è tutto chiuso e nessuno a confermare che c’è tutto chiuso. Torno a casa pensando a Will Toledo, che a 24 anni ha già inciso 10 album, che non ha un pelo di barba, che mi ricorda Capitan Minotti per posatezza, decisione e profondità umana, che due giorni fa era al Primavera Sound a Barcellona e stasera sarebbe uscito che a Carpi c’è tutto chiuso.
Ieri Will suonava a Marina di Ravenna.
Si è presentato sul palco con la maglietta dei Legni Vecchi. Quella nera brutta.
I giovani d’oggi…