Nato dalla mente di Wesley Eisold, il progetto Cold Cave è tra i più coinvolgenti e produttivi del panorama dark-wave e synth-pop, con quattro album, due compilation, oltre venti tra EP, singoli, remix e innumerevoli tour, l’ultimo dei quali approderà domani in terra italica (per Radar Concerti) attraversando in lungo e in largo la nostra penisola in ben sei date, via Torino, passando per il NOISEY Electro Weekend di Padova in compagnia di nomi a noi noti quali FADE e Wora Wora Washington, concludendo il viaggio musicale in quel del Circolo magnolia Milano.

Fresco di una pubblicazione – il 7’’ in edizione limitata per Heartworm con il singolo “The Idea Of Love” e il b side “Rue The Day” – che riflette la precisa scelta di prendere le distanze dalle convenzioni della music industry, in Europa ormai da metà marzo, tra uno stage e l’altro, abbiamo raggiunto Wesley per una breve ma intensa conversazione.

Ecco cosa ne è uscito.

Hai iniziato il tour senza un album da promuovere (cosa che riteniamo estremamente al passo con i tempi ma controcorrente); infatti è da “Cherish the light year” che fai praticamente uscire un singolo alla volta. C’è una ragione particolare dietro o è solo il tuo approccio alla musica?

E’ un’idea datata quella di suonare solo per promuovere un album. Suoniamo perché abbiamo voglia di suonare e perché siamo connessi alla nostra musica e a chi la ascolta. Vorremmo che la nostra musica fosse senza tempo.

Il tour ha molte date, in tantissime città. Anche in Italia farete un mini tour, come mai questa scelta e soprattutto nel nostro paese? Il set sarà diverso dall’ultimo tour?

Amiamo l’Italia quindi vogliamo suonare fin quando ci vorrete e ci ospiterete. Il set sarà diverso, sfaccettato, in quanto toccherà tutte le “ere” dei Cold Cave.

Una famosa canzone italiana dice “non si esce vivi dagli anni ’80”; cosa ne pensi? Concordi?

Il tempo non significa nulla. Tante persone e gruppi anche degli anni 90 e 2000 sono scomparsi, molte persone non sopravvivono in generale quindi non credo dovremmo incolpare una decade.

C’è qualcosa che porti con te dal mondo punk-hardcore delle tue prime band? Com’è cambiato il tuo approccio alla musica e all’estetica?

Ho ancora un approccio punk alla musica. Preferisco fare da solo e sono scettico nei confronti della gente, del sistema e dell’industria discografica. Amo il punk e l’hardcore e sono fatto così. Il punk era troppo comunitario e orientato alla scena per me. Io volevo fare musica e parlare di emarginazione, isolamento qualcosa che mi faceva sentire più a mio agio.

Pitchfork ti ha paragonato a Ian Curtis per impostazione baritonale e a Matt Beringer per intonazione confidenziale; da chi ti senti realmente influenzato?

Morrissey, Robert Smith, Ian Curtis.

Sei recentemente diventato papà; c’è un genere musicale o un cantante che proibiresti a tuo figlio?

No, mai.

Questo 2017 è iniziato con molte nuove uscite; tu hai dichiarato che nessun artista emerso in questi ultimi anni abbia catturato la tua attenzione. Quali sono stati gli ultimi album che hai apprezzato di più?

Leonard Cohen, David Bowie, Nick Cave.

ENGLISH VERSION:

You started a tour without having an album to promote: in fact since “Cherish the Light Years” you released a single at a time. There is a reason or it’s only your approach to the music? 

It’s an outdated idea to only play on a new album. We play because we want to play and because we feel a connection to our music and the people who enjoy it. We hope our music is timeless.

The tour has a lot of dates (also in Italy) there is a reason why you made this choice and particularly in our country? The set is going to be different since the last tour?

We love Italy so we want to play there as much as you will have us. Yes, our set touches on all eras of Cold Cave.

A famous italian song says: “you don’t come out alive from the ’80’s”; do you agree?

Most people don’t survive anything so we don’t need to blame a decade. Just as many from the 90s and 00s have vanished. Time doesn’t define.

There is something that you bring with you from the punk hardcore world of your first bands? How has it changed your approach to the music and to the aestetich?

I still approach music as a punk. I do it myself and I’m very skeptical of people and the system and the industry. I love punk and hardcore and I am who I am. Punk was too community and scene oriented for me so I wanted to make music about isolation, a place where I’m more comfortable.

Pitchfork compared you to Ian Curtis and Matt Beringer; which is the artist who really inspired you?

Morrissey, Robert Smith, Ian Curtis.

You recently became a father. There is a genre of music that you would forbid to your son? 

Never.

This 2017 is starting with a lot of new releases; you declared that there isn’t an artist who caught up your attention in these last years. What were your last favourite music releases?

Leonard Cohen, David Bowie, Nick Cave.