Il 2017 è stato un anno pieno di impegni e soddisfazioni per Fil Bo Riva. Dopo la pubblicazione del suo EP di debutto, avvenuta alla fine del 2016, i primi due tour live in Germania, Austria e Svizzera sono andati sold out e l’estate è passata con la partecipazioni a numerosi festival, alternati a momenti in studio per lavorare all’album di debutto.

Un anno, quindi, che ha preso forma da una parte godendosi i ritmi veloci della vita, visitando ogni giorno nuovi luoghi e conoscendo nuove persone, firmando per la prima volta autografi e scoprendo che la gente iniziava a cantare le sue canzoni ai concerti, dall’altra parte tentando di disconnettere tutto questo, per cercare di concentrarsi sulla registrazione del nuovo materiale, immergendosi nel profondo di sé e cercando un modo per stare in contatto solo con la musica.

Lo abbiamo raggiunto in questi giorni di tournée in Europa con la sua band – in apertura ai Milky Chance – e prima del suo approdo in Italia domenica al Fabrique di Milano, per presentare dal vivo i nuovi brani, tra cui il singolo appena pubblicato Head Sonata (Love Control), anticipazione del disco in uscita nei prossimi mesi.

Non te lo avrà mai chiesto nessuno immagino ma siamo curiosi di conoscere le origini del tuo nome d’arte.

„Fil Bo„ viene dal mio nome Filippo Bonamici. „Riva“ invece era uno di 50 nomi che avevo scritto su un quaderno quando decisi di trovarmi un nome d‘arte. Non c‘è veramente un motivo filosofico dietro, mi piaceva semplicemente il fatto di avere 3 parole nel mio nome d‘arte; mi sembrava bello esteticamente.

E’ vero che sei un ragazzo timido?

Ma, direi che una certa timidezza fa parte del mio carattere. Sicuramente mi sono aperto molto negli ultimi 3 anni, dato che stare sul palco è ormai una cosa che fa parte della mia vita. Mi ci sono abituato ed è stato una lunga strada, ma un po di timidezza rimane comunque. Ancora non sono il più grande showman, ma il bello è che ci si può sviluppare sempre. È bello imparare e migliorare.

Nato a Roma e cresciuto tra Dublino e Berlino. Cosa si percepisce di queste diverse realtà nel Fil Bo Riva musicista.

Tutto quello che so e sono nella musica viene da queste 3 città. Ognuna ha veramente una grande importanza per me. A Roma ho scoperto l‘amore per la musica e ho iniziato a suonare. In Irlanda ho iniziato a conoscere un mondo di musica immenso e la passione per diversi generi. A Berlino mi sono ritrovato per iniziare quello che ho sempre voluto fare. Mi ha dato il coraggio e l‘ispirazione per portare a termine le mie canzoni.

Lontano da “casa”, come vedi l’attuale scena musicale italiana?

Purtroppo non sono un gran esperto della musica italiana attuale… mi sono fermato al 2010 quando ho vissuto a Roma per l‘ultima volta. Ho comunque molto rispetto per la musica che conosco, i cantautori degl‘anni 60 in particolate. Bellissima musica, grande ispirazione per me.

Head Sonata è il tuo nuovo, potente, singolo. Ha ritmi veloci come la tua vita spesso on the road?

Direi che il ritmo veloce ha più a che fare con l‘energia che volevamo trasmettere con la canzone. Ma può darsi che il fatto di stare il giro molto spesso e di vivere questi periodi così in fuga, abbia anche dato questo feeling al ritmo.

E che significato assume quel love control tra parentesi.

„Head Sonata“ era il primo titolo di lavoro che avevo dato alla canzone prima di avere scritto le lyrics. Poi dopo aver finito il testo volevo chiamare la canzone „Love Control“ ma non mi piaceva l‘idea di perdere „Head Sonata“. Mi ero affezionato al nome e per me rappresentava molto bene la canzone dall‘inizio, quindi ho semplicemente cercato di unirli in modo elegante.

In arrivo nel 2018 c’è anche il primo album. Ti vedremo in una dimensione evoluta rispetto al debut ep If You’re Right, It’s Alright ?

Speriamo! Direi che è sicuramente un‘evoluzione. Ci saranno canzoni acustiche ma anche altre in uno stile molto più moderno dell‘ep.

Com’è Fil Bo Riva live? Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo concerto del 3 dicembre al Fabrique Milano.

30 min intensi di canzoni vecchie e nuove. Un massacro di energia ed emozioni.

Un qualcosa a cui non puoi assolutamente rinunciare tornando in Italia.

Le passeggiate a Roma e il buon cibo. Sempre. Tutta la vita. Un amore profondo che non andrà via mai.

ph. courtesy © Juliane Spaete