Ci avevano fatto un po’ preoccupare, i The Vaccines, in questi 3 anni di silenzio assoluto, appesantiti dall’abbandono, nel 2016, del batterista storico Pete Roberston. Ma se siamo qui a parlarne è naturale che, a questo punto della storia, ci sia un “e invece”, e infatti eccolo: e invece ecco che sono tornati, e pure con una certa cazzimma. Sì, perché con questo loro quarto album intitolato Combat Sports (6 aprile per Sony) i 5 di Londra, celebri per i loro live serratissimi e ad alto tasso di pogo, hanno sgombrato il campo dei dubbi riguardo allo stato della loro forma. Che è smagliante, e il primo singolo (con video girato a Cagliari) I can’t quit lo dimostra appieno.
Per capire che cosa è successo in quella fase di stop, ma soprattutto per farci raccontare come hanno svoltato in positivo quella fase di crisi, abbiamo chiacchierato con il leader della band Justin Young.
Justin, siete stati profetici a scegliere come nome The Vaccines, visto quanto si parla, oggi, di vaccini …
(Ride) Sì, so che in Italia la faccenda è piuttosto scottante, ma non sono informatissimo sui dettagli.
Sorvolerei, che non ci facciamo bella figura. Tu se potessi contro che cosa ti vaccineresti?
Contro le persone negative, hai presente i vampiri energetici?
Certo. Sono tra le cause del vostro stop lungo 3 anni?
Abbiamo avuto parecchie difficoltà dopo che Pete ha deciso di lasciare la band. Non esagero se dico che ci siamo sentiti persi, disorientati, senza più una direzione. Poi a un certo punto ci siamo scrollati di dosso quella demoralizzazione e ci siamo messi al lavoro. Abbiamo scritto, riscritto, cambiato, riarrangiato con devozione questo album, quindi in realtà è stato un periodo prima di smarrimento, poi di duro lavoro.
Il titolo Combat Sports da dove arriva?
Da un incontro di boxe tra Conor McGregor e Floyd Mayweathe, perché Yoann (Intonti, il nuovo batterista ndr) è un mega fan di McGregor, anzi ne è ossessionato, è tipo la sua icona di stile. Da quella sua passione, ci siamo un po’ tutti appassionati al pugilato, ma il titolo è anche evocativo e metaforico di quello che più in generale significa lottare per vincere: la paura, il fallimento, la tristezza.
Vi facevo più fan del calcio, da buoni londinesi.
Io tifo Manchester United.
E un tifoso dello United permette che in Italia vengano due supporter del City (i fratelli Gallagher ndr) senza rimediare con nessun concerto?
(Ride) Ci faremo perdonare in autunno. Promesso.
Se ti dico che I Can’t quit è 100% The Vaccines lo prendi come un complimento?
Certo! però la cosa buffa è che per tornare al nostro suono originario e originale, abbiamo affrontato un percorso, come ti dicevo prima, parecchio tortuoso. Ma la storia è piena di gente che racconta delle mille peripezie che gli ci sono volute per tornare a casa, giusto?
In un’intervista hai detto di esserti reso conto di aver sempre fatto canzoni su amore e sesso: com’è, però, cambiato il tuo punto di vista negli anni?
In realtà è cambiato sempre, di album in album. Sai, all’inizio, con What did you expect from The Vaccines? ero più romantico, o almeno credo, poi sono diventato più cinico, poi di nuovo più ottimista… Insomma, le tematiche sono di quelle che ti fanno sempre stare sulle montagne russe, quindi oggi la vedo in un modo e domani, magari, in quello opposto.
A proposito di su e giù, c’è stato un momento in cui hai pensato che per i The Vaccines fosse finita?
Sì. E magari succederà ancora, però intanto adesso abbiamo questo disco, di cui siamo molto fieri, e un tour che non potrà che farci bene, perché andare in giro e suonare, suonare tutti i giorni, porta linfa vitale a un gruppo come niente altro. Credo davvero che dal vivo siamo una delle più grandi, eccitanti, divertenti e fortuitamente rock’n’roll band in circolazione
E il vostro pubblico com’è?
Molto variegato: ci sono ragazze e ragazzi giovani, coppie, vecchi punk, studenti, professionisti, però sono tutti dei pazzi scatenati e se le ballano tutte, dall’inizio alla fine.
Come sta, secondo te, l’indie rock e la guitar music?
Io penso che questo sarà un grande anno. Non so perché, ma ho questa sensazione. Certo, questi sono gli anni del rap, della trap, ma è bello stare anche dal lato meno cool della barricata.
Dimmi un artista che ti piace e che non mi aspetterei da te.
Calvin Harris.
E una pop star che sogneresti che venisse a un vostro concerto?
Nessun dubbio: Rihanna.
Allora Rihanna sei avvisata. I The Vaccines ti aspettano il prossimo 7 Giugno a Bassano del Grappa.
Saranno gli headliner di AMA MUSIC FESTIVAL
(qui link all’evento)