Bologna, Covo Club. 12 maggio, le 23 circa. Io ed Anna Lisa sottopalco con la sua macchina fotografica.
Il live, unica data della band britannica SHAME nel nostro paese, si apre di fronte ad un parterre gremito e scalpitante con Dust on Trial, nonchè opening track dell’album di debutto – uscito il 12 gennaio scorso, dal titolo Songs of Praies e già acclamato uno dei migliori lavori del 2018 – che letteralmente ci prende per mano, per condurci verso la terra promessa, cancellando le nostre paure, le nostre insicurezze.
‘ll always be here to hear your words
And give you everything that you deserve
I’ll always be here to hold your hand
And walk you to the promised land
I cinque ventenni originari di South London, che si conobbero tra i banchi di scuola al Queens Head a Brixton – in passato base anche dei The Fat White Family – sono, lo vediamo con i nostri occhi, una band dalla fortissima caratura post punk e dalla tempestosa presenza scenica, eretta su ritmi graffianti e sostenuti. Un vero e proprio muro di chitarre.
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Nonostante la giovane età dimostrano una maturità artistica davvero notevole e, pur non inventando nulla di realmente nuovo, ciò che colpisce di più del quintetto è la spontaneità, la naturalezza e la voglia di esprimersi senza alcun filtro, ponendosi per quello che sono al cento per cento come canta Charlie – frontaman del gruppo – nel primo verso del loro singolo di punta One Rizla.
My nails ain’t manicured
My voice ain’t the best you’ve heard
And you can choose to hate my words
But do I give a fuck
E a fine concerto, con i ragazzi di Super Stanzy Channel – web fanzine fondata dal cantante dei Bee Bee Sea insieme ai componenti della band Yonic South – siamo andati nel backstage a fare due chiacchiere e soprattutto a fargli la fatidica domanda: “Twix or Mars ?!?!”. Fortunatamente hanno risposto Twix.
Ph. Anna Lisa Botti