Eravamo quattro amici, forse qualcuno in più, decisamente in più, al concerto – unica data italiana (Indipendente concerti) – della band LCD SOUNDSYSTEM capitanata da quel great man di James Murphy che si presenta semplice semplice in tshirt bianca al numeroso pubblico accorso, fatto di ragazzi “cresciuti”, in tutti i sensi, a cavallo degli anni ’70-’80 con un “Hey guys, è la seconda volta che suoniamo in questa splendida piazza”. Ed è proprio cosi, io e quegli amici che ho rivisto ieri sera, nella splendida cornice di Piazza Castello, sono figli della stessa generazione cresciuta a colpi di daft punk, soulwax e di tutto quel movimento ibrido di elettronica, indie rock, nu-rave e nu-disco che ha visto il suo splendore da metà a fine anni 2000, e ch’erano presenti all’ultimo show italiano degli LCD otto anni fa, prima del loro scioglimento, poi revocato e sempre nella magica location estiva di Ferrara Sotto Le Stelle.
A balzare all’occhio fin da subito, mentre ascoltavo il set di SHIT ROBOT – uno dei veterani dell’etichetta DFA fondata dallo stesso Murphy – che anticipava l’atteso live, è l’evidente assenza (non totale) di quei giovanissimi alle prese con una cultura in questo periodo storico fortemente it-pop, segno di un netto cambiamento socio musicale della nostra penisola.
A colmare questo piccolo vuoto, a concerto iniziato, mi trovo al fianco coetanei sulla quarantina, ormai padri di famiglia, con i loro giovani figli in spalla, decisamente divertiti e partecipi, nel tentativo di educarli a sonorità si evergreen ma in un certo senso old style.
Ed in effetti nostalgia misto godimento, sono i sentimenti forti che si provano fin dalle prime note di You wanted a hit che introduce James e soci – ben 7 elementi – sul palcoscenico di Ferrara in cui svetta una gigantesca American Mirrorball anch’essa segno tangibile di un era e che capeggiava, se ricordate, sulla cover del loro LCD Soundsystem, omonimo disco d’esordio pubblicato nel gennaio del 2005 contenente pietre miliari quali Tribulations, secondo brano in scaletta, e la grande assente Daft Punk Is Playing At My House.
La prima parte di show è un filone emozionale, che dimostra la grandezza di questo progetto, un medley di hit, di cui fanno parte sempre dal debut album Yr city e Movement, la travolgente elettro punk rock Get innocuous! e la sognante Someone great estratte da Sound of Silver (2007) e le sonorità disco funk di Home e I can Change, provenienti da This is Happening (2010) con cui è davvero difficile non muovere il bacino e contemporaneamente dare uno sguardo malinconico al cielo, pensando ad estati passate..
Prima di una pausa “Toilette” cosi la definisce James, si sa avanti con l’età, trovano spazio anche Call the police, Tonite e la potente How do you sleep singoli contenuti in American Dream, l’ultimo acclamato album della Band statunitense.
L’encore riparte con (oh baby) passando dalla stupenda dancefloor track dance yrself clean che scuote letteralmente i sanpietrini di Piazza Castello prima di culminare in un lungo, emozionante, simbolico abbraccio finale sulle note di All my friends.
Qui di seguito la SETLIST completa pubblicata dall’official instagram di @fesottolestelle