«Pochi demoni, molti colori e moltissimo amore»: questo, a dire del cantante degli Imagine Dragons Dan Reynolds, è il succo di Evolve (Universal), ultimo album della band americana, attesa dal pubblico italiano il prossimo 6 settembre a Milano, con apertura affidata, nell’ordine (bizzarro) a The Vaccines (leggi qui la nostra intervista al quintetto londinese) e Maneskin. Un disco che profuma di rinascita, o meglio, di «pace ritrovata», come mi spiega lo stesso con occhi forti e luminosi Reynolds. Perché per questi 4 ragazzi del Nevada (oltre a Dan ci sono il chitarrista Wayne Sermon, il bassista Ben McKee e il batterista Daniel Platzman), che nel mix potentissimo di elettronica e chitarre rock, di hip hop e brevi assaggi di folk, hanno trovato la loro unicità, le cose non sono sempre state semplici. Ci sono stati, inadatti, “i momenti davvero neri, quelli in cui perdi il senso delle cose e una voragine sembra volerti tirare sempre più giù”, ma, e se siamo qua a parlarne sorridendo un “ma” ci deve essere per forza, c’è stato anche il momento della risalita, che permette loro, oggi, di avere ancora saldo tra le mani un suono che li distingue da tutti. Perché la verità è che se nel 2018 ascolti gli Imagine Dragons , dentro ci senti solo gli Imagine Dragons.
Dan, il video di Believer ti vede boxare con il mitico Dolph Lundgren, aka Ivan Drago di Rocky IV: com’è andata sul set?
Prima di girare mi sono allenato per due mesi facendo shadowboxing, ovvero una sorta di pugilato senza avversario, così da non dovere usare controfigure, ma, giuro, ho comunque preso almeno una ventina di cazzotti in faccia, e meno male che erano soft, sennò non sarei qui a raccontarlo (Ride). Dolph è stato perfetto per la parte, perché il video racconta di quando non si possono avere sconti, di quando ti devi liberare dal tuo fardello e lo devi fare da solo, contando sulle tue forze.
Ti riguarda direttamente questo messaggio?
Sì, certo, ho scritto questo brano pensando proprio a certi momenti bui della mia vita e di come, perché il finale di Believer è comunque positivo, li ho superati. Mi sono lasciato alle spalle una vera e propria depressione e anche una malattia piuttosto pesante (una sorta di malattia reumatica autoimmune che ha costretto Dan ad annullare diversi concerti ndr.) che per un po’ di tempo mi hanno fatte temere di dover abbandonare la musica …
Quando è accaduto?
Verso la fine dell’ultimo tour ero molto confuso, depresso, mi sentivo una scimmia ballerina sul palco. Il mondo mi sembrava monocromatico. Quando sono tornato a casa mi sono guardato dentro e ho anche cercato aiuto con un terapista.
Oggi come va?
Molto bene: grazie a mia moglie Aja, alla band e, sì, anche a me stesso, ora sto bene. La depressione è un ricordo, comunque, importante, nel senso che essendoci passato so che è qualcosa che può tornare a bussare, ma a differenza di prima, sarò solo più pronto a non farmi sovrastare. Anche la malattia fisica ha visto un’importante regressione, diciamo che l’inizio del 2017 è stato lo snodo cruciale di uscita dalle mie magagne!
Non hai citato, tra le cose che ti hanno aiuto, la religione, ma so che la tua è una famiglia di mormoni: qual è il tuo rapporto con la fede?
Non mi considero mormone, anche se per tanto tempo ho sposato la dottrina della mia famiglia. Ad un certo punto della mia vita mi sono interrogato, quasi tormentato intorno a questi temi, fino a che ho capito che mi posso considerare una persona spirituale ma non religiosa. Da quel momento in poi ho smesso di farmi domande e mi limito a godere di questa pace ritrovata.
Che cosa ti ha allontanato di più dalla tua religione?
Certe prese di pozione, per esempio verso l’omosessualità. Io sono etero, sposato, con figli, ma non importa, io per primo dico: “essere gay è bello, giusto e perfetto. Predicare certe cose ai bambini è sbagliato. Dire a qualcuno che deve cambiare la sua natura e il suo essere interiore è pura follia. Conosco un sacco di giovani mormoni gay che nascondono la loro omosessualità perché pensano che Dio li odi. In Utah la causa principale di morte tra gli adolescenti è il suicidio”.
Quindi hai scacciato i tuoi demoni (Demons è un altro dei singoli di maggiore successo degli Imagine Dragons ndr)?
A oggi posso dire di aver avuto la meglio su di loro, e in Evolve credo che si percepisca.
Si sente parecchio amore, anche.
Sì, in questo disco ho scritto per la prima volta delle canzoni romantiche. Prima l’amore non mi aveva mai ispirato musicalmente. E invece è bellissimo parlare della forza dell’amore in una canzone, ma forse lo è proprio perché sono più positivo. In ogni caso, mia moglie ne sarà felice.