“L’idea di fare un EP è nata nello stesso modo in cui il nostro corpo produce ossitocina, ovvero da un abbraccio. Un abbraccio tra un mondo fatto di musica elettronica e un cantautorato moderno, fatto di immagini. Vuole essere un album di fotografie, da quella perfetta e in posa, a quella scattata per sbaglio ma che infondo ha il suo perché.”
In “Ossitocina”, l’ep di debutto di Saffelli – uno dei più interessanti cantautori della scena milanese, uno di quei personaggi che secondo Scerbanenco ammazzano il sabato – prodotto da Polezsky, uscito il 25 di Gennaio per Oyez!, c’è la contaminazione tra l’elettronica e i canoni della nuova generazione pop.
Al centro dei suoi testi Milano, la sua città e il fil rouge delle relazioni, delll’amore e della voglia di perdersi in un abbraccio.
Il suo sound è una collisione di elettronica, indie e pop. Il suo è un songwriting pulito e efficace, una fervida mente visiva capace di trasportarci con le sue parole in scenari urbani e suburbani sempre personali.
Il disco – che verrà anche presentato dal vivo, w/ Polezsky, in Santeria Paladini 8 sabato 16 febbraio –anticipato dall’uscita del singolo “Alaska” è composto da 4 brani di straordinario impatto che qui sotto Saffelli in persona ci racconta track by track.
ALASKA
Alaska è il primo pezzo dell’EP, ma è stato l’ultimo che ho scritto. È un viaggio che parte da Via Padova e porta in Sud America, con le nuvole color paprika a far da sfondo e con l’Alaska nel cuore. Alaska non intesa come uno stato, ma come indice di temperatura di uno stato d’animo. Quel sentimento che ci fa sentire freddi, che ci rende il cuore ghiaccio, che ci fa calare il sole alle quattro di pomeriggio.
AMORE MIOPE
Con Amore miope volevo scattare una foto di quello che secondo me è un sentimento, che col passare del tempo, stiamo sempre più perdendo di vista. L’amore visto come una malattia, che peggiora i dettagli e i contorni delle cose. Che però ti obbliga a guardarci dentro, anche se in una stanza buia a cui i tuoi occhi non si abitueranno mai. Perché una volta l’amore era cieco e ti impediva di tagliare i ponti, oggi è miope e difatti i ponti crollano da soli.
FASTFOOD
Fastfood è un pezzo che vuol essere un suggerimento al non guardare sempre le cose dal verso sbagliato. Trovare la bellezza dove i nostri occhi faticano a vederla, trovare la poesia in un ammasso di parole dimenticate a se stesse. Un ritardo visto come un’occasione, il traffico come un modo per guardarci dentro, scorgere delle stelle michelin anche in una cena fredda in un fastfood di periferia.
UNA VITA E 4 GIORNI
Una vita e quattro giorni è quel messaggio che avremmo voluto mandare ad una persona speciale, che abbiamo scritto cento volte e cancellate altrettante. Che iniziava con ‘Magari un giorno..’ o ‘Eri la persona giusta nel momento sbagliato..’ quelle frasi un po’ fatte, dette al capolinea di una storia d’amore. Ma in cui infondo ci si crede, come nelle favole o nell’oroscopo. Un messaggio che finisce con un post scriptum che sottolinea che se anche se per quattro giorni non ci dovessimo essere, il resto della vita lo passeremmo ad aspettarci.