Luca Jacoboni, in arte Fosco17, è nato sotto i portici di Bologna con l’esigenza di scrivere le sfighe di una vita normalissima. Il suo pop sintetico fa ballare ma anche pensare, racconta storie quotidiane ma anche intime, lo fa con disincanto ma mantenendo un certo stupore. Usando le sue parole: “Abbiamo sempre molte cose da dire, trovare i soldi per un volo e partire, ma abbiamo sempre troppe cose da fare, spostare le lancette avanti ore, far combaciare il nostro amore con un maglione”. Prima Stagione è il primo capitolo del suo nuovo progetto discografico.
Leggi l’intervista per sapere di cosa abbiamo parlato con lui!
“Fosco17 è Luca, una persona semplice a cui piacciono le cose che piacciono a tutti, ama la musica, i film, le serie tv, mangiare e bere con gli amici, che va a vedere i concerti delle sue band preferite e nel tempo libero scrive canzoni”. Quali sono i tuoi artista, serie tv, film e piatto preferiti?
In questo preciso momento sto vivendo un periodo di apatia nei confronti dei miei riferimenti musicali. Al di là delle mie grandi passioni, che porto dietro da quando ero piccolo ma che non rispolvero quotidianamente, sto facendo fatica ad appassionarmi a nuova musica ultimamente. Sono sicuro passerà prima o poi. Se ti dovessi dire una serie televisiva, Mr Robot. Un film, Birdman. Per quanto riguarda il cibo è un discorso più ampio. A Bologna abbiamo una versione (molto più buona della milanese) della cotoletta. Si chiama “Petroniana”, se la vedo non riesco a non ordinarla..
“Prima Stagione” (uscito il 21 marzo) è il capitolo iniziale del tuo progetto discografico, che si svilupperà lungo tutto il 2019 e comprenderà altri EP. Come mai la scelta di “spezzare” il tuo lavoro?
Ho scritto un disco, a cui voglio bene, mi piacerebbe che venisse ascoltato perché credo che lo meriti. Non mi piace ragionare ad EP (è un termine che odio) o a singoli. Scrivo un brano alla volta e alla fine mi piace racchiuderli in un disco. Purtroppo però è ancora presto per pubblicarlo tutto, per questo mi sono sentito di doverlo dividere in più parti, anche perché ha un forte senso, legato all’album stesso. Quando uscirà lo capirete, giuro!
Mi fai un esempio di parole che non sei riuscito a trattenere (dalla canzone “Bon Ton”)?
Purtroppo non parlo di me in prima persona, “purtroppo” nel senso che mi piacerebbe riuscire ad essere un po’ più impulsivo alle volte, e trattenere qualche parola in meno, anche se a dirla tutta spesso mi sale l’ira funesta, ma passa dopo pochissimo tendenzialmente…
Bologna, la tua città, è perfetta per divertirsi ma anche per nascondersi e stare un po’ da soli. Dove vai quando vuoi far festa e dove quando sei triste?
Se sono triste sto a casa, che va meglio per tutti. Se devo far festa grazie al cielo Bologna mi offre sempre delle opportunità diverse. Vado a molti concerti, sì, ma mi accontento di bere qualcosa al bar, se ci sono le persone giuste.
2 su 3 canzoni del tuo EP hanno dei nomi di calciatori (“Cristiano Ronaldo” e “Diego Armando Maradona”). Qual è il tuo rapporto con il mondo calcistico?
Grande appassionato, profondo ignorante, più tifoso, giocatore imbarazzante…
Qualche mese fa hai partecipato a Sanremo Giovani con la canzone “Dicembre”. Com’è stata questa esperienza?
È una cosa che non succede tutti i giorni, perciò una bella esperienza. Forse con più lati negativi che positivi. Tuttavia sono maturato molto, musicalmente e non. Mi ha fatto vedere le cose da una prospettiva diversa, soprattutto una volta tornato a casa!
Quest’estate porterai le tue canzoni in giro?
Ci saranno delle sorprese, suonerò dal vivo, il più possibile. E poi fra poco è tempo di hit estive, radio e falò sulla spiaggia! (spoiler)