You don’t know me at all è la frase con cui si apre “By The Ocean” singolo con cui sono ritornati gli Inude, da pronunciare rigorosamente Ainud come ricordiamo dalla prima intervista fatta alla band nel 2016. So don’t turn your back on me è la frase che segue e, risparmiandovi l’analisi del testo, bastano davvero poche parole per capire che il brano parli della disillusione e della malinconia dopo una separazione. Sono cose che possono succedere, a chiunque e all’improvviso, e gli Inude hanno deciso di raccontare queste sensazioni con i loro caratteristici ritmi nu soul estremamente dilatati, quasi come prendessero un respiro dopo un lungo periodo di affanno.
Pochi giorni fa è arrivato via Oyez! anche il nuovo singolo “Sleep” ed è chiaro che la band ha deciso di continuare a sperimentare tra pop, new soul e malinconia impreziosendo il loro sound e i nostri ascolti:
Dal momento che gli Inude cantano you don’t know me at all abbiamo deciso di chiedere a Giacomo, Flavio e Francesco quali sono i 5 pezzi più significativi per la loro vita e per la carriera della band. Ecco cosa ci hanno risposto:
Apparat – Candil de la calle
Flavio Ricordo come se fosse ieri quella sera d’inverno, un mio amico mi mi mandò un messaggio con un link YouTube. Era un live di Apparat, la canzone era Candid de la calle. Guardai e riguardai il video all’incirca 30 volte e realizzai quella sera che l’elettronica, contrariamente a quello che pensavo, non era solo una lunghissima strada a senso unico ma bensì un enorme mondo dal quale poter attingere e dal quale poter estrapolare suoni nuovi e nuovi modi di vedere la musica.
Radiohead – Nude
Band Inutile parlare dei Radiohead. Adoriamo il richiamo alla “sirenetta” (The Little Mermaid) nel finale e diciamo anche, che tra le tante, questa canzone ha anche ispirato il nome Inude.
Jeff Buckley – Grace
Giacomo Avevo 16 anni circa quando ho ascoltato Jeff Buckley per la prima volta proprio con questo pezzo. Tutto è al suo posto, l’arpeggio in apertura (che ormai è storia), la melodia e quell’incredibile voce ti portano fuori da qualsiasi dimensione trascinandoti nel suo mondo. Per me esiste un prima di Jeff e dopo Jeff, perché ha pesantemente influenzato significativamente il mio modo di vedere la musica.
Muse – Falling down
Band Avevamo un’altra band prima di Inude. Eravamo molto piccoli, stessi componenti più un altro paio di amici, facevamo alternative rock e tre-quattro cover, tra le tante questa qui, adoravamo i Primissimi muse. Successivamente ci hanno tristemente insegnato quanto in basso possa cadere una band.
Bjork – Pagan poetry
Francesco Ho sempre ammirato gli artisti camaleontici, in grado di reinventare e reinventarsi di lavoro in lavoro. Tra le varie scelte di artisti Björk, con il cuore sepolto tra i ghiacci d’Islanda, è la sola che è sempre riuscita a catturare la mia attenzione, colmando un gap tra i miei gusti musicali e le scelte stilistiche adottate nei mix dei suoi lavori. Pagan Poetry è il brano che meglio sintetizza tutto questo sin dal mio primo ascolto; il brano che in cuffia volevo non finisse mai.