“A CHE PUNTO È LA NOTTE” è il debut EP di VENERUS, uscito il 16 novembre per Asian Fake. Il disco segue la pubblicazione dei primi brani Non Ti Conosco e Dreamliner, che hanno acceso i riflettori sul mondo contemporary soul del giovane songwriter. Il titolo indica quel momento in cui si alza la testa per capire dove si è. Può essere una domanda, per chiedersi a che punto si è del proprio viaggio, ma anche una constatazione: eccomi qui, questo sono io adesso, a questo punto del cammino.
Il suono di “A CHE PUNTO È LA NOTTE” riflette le tante sfaccettature del gusto di Venerus: c’è il jazz, il soul, l’elettronica. La maggior parte degli strumenti sono suonati in prima persona da Andrea, per necessità fisica e psicologica di sentire il tutto suo. Contemporaneamente l’utilizzo del computer ha dato a Venerus la possibilità di estraniarsi e trasfigurare la materialità della sua musica. Le produzioni di Mace in Sindrome e di Frenetik&Orang3 in IoxTe e Senzasonno, hanno poi esaltato ogni loro singola nota.
A che età hai iniziato a suonare e che genere?
Ho cominciato a cimentarmi con la musica probabilmente all’età di 14 anni. L’inizio era tutto cover chitarra acustica e voce magari di Rolling Stones, Bob Dylan, Jimi Hendrix, ed è stato così per tanti anni. È solo a 19 anni che ho cominciato poco per volta a provare a scrivere e comporre. Ho fatto mille esperimenti, all’inizio non sapevo davvero che pesci pigliare, e questo problema mi si è riproposto (per fortuna) tante volte. Questa è la cosa che mi ha permesso sempre di riscoprirmi cercando di fare cose nuove.
Hai uno scrittore di riferimento o un romanzo a cui sei particolarmente legato?
Ricordo che quando ero qualche anno più piccolo ero fissato con ‘Le notti bianche’ di Dostoevskij e questa cosa mi aveva portato a leggere tanti altri russi, tra cui Tolstoj, Pasternak, Lermontov. Poi ho avuto una mega cotta per Hemingway e ho letto forse tutto quello che ha scritto, mi piacciono particolarmente “49 racconti” e “festa mobile” dove racconta della sua vita a Parigi. Ultimamente mi sono affezionato molto al libro “Opium” di Jean Cocteau, un artista a 360 gradi che mi emoziona molto.
Film o serie? L’ultima cosa vista che ci consiglieresti di non perdere?
Sinceramente non sono un amante delle serie, quando trovo il tempo di guardare qualcosa mi piace tantissimo dedicarmi a un film intero per volta, ne guardo davvero tanti. Ultimamente ho rivisto ‘Mean Streets’ di Scorsese che è speciale, e già che ci siamo di suo è imperdibile anche ‘Fuori orario’ che sembra descrivere una mia giornata tipo..ahah
Componi più di giorno o di notte?
Probabilmente in ugual misura sia di giorno che di notte, ultimamente più di notte perché componendo quasi sempre in studio di Mace, seguo anche i suoi orari.
Ti senti innamorato? Qual è lo stato emotivo migliore per comporre per te?
In questo momento sì. Lo stato emotivo per comporre per me è la novità, ma anche la noia, l’ansia e la tranquillità. Un po’ gli opposti, quando prevale una sensazione sulle altre è lo stato emotivo migliore, perché ti lasci completamente travolgere dal tuo stato psicofisico. Devo dire che nei momenti più travagliati ed elettrici normalmente le cose escono in maniera più decisa e chiara.
A che punto è Venerus?
All’inizio per gli altri, a un buon punto per me.