Sanremo è avviato! Oggi ci attende la seconda serata del Festival e nell’attesa di salire sul palco per la sua prima volta abbiamo intercettato Fulminacci per coglierne il mood del momento.
“Un fatto tuo personale”, ultimo singolo dell’artista prodotto da Frenetik & Orang3 (Maciste Dischi/Artist First)
Ciao Filippo, in arte FULMINACCI. Siamo a poche ore dal tuo esordio con “Santa Marinella”. Come stai? Immagino che cominci ad esserci un po’ di tensione.
Decisamente. Oggi è “la giornata della tensione” e vedremo come andrà. Per il momento, tutto bene, grazie.
Tu a Sanremo ci sei già stato nel 2019 per il Premio Tenco come vincitore dell’Opera Prima. Ora torni in questa città culto della musica italiana per partecipare al Festival. Quali sono le prime sensazioni di questo ritorno?
Beh, quando sono stato a Sanremo per il Premio Tenco ho visto il Teatro Ariston, quindi un teatro storico, però in versione spoglia, non televisiva. La presenza della scenografia ne cambia un sacco la percezione. Quando vedi un teatro scenografato, anche se lo è per motivi televisivi, è stupendo, crea un’emozione diversa, di cui c’è bisogno. E’ un palco che sento incombere su di me. Ne sento il peso, lo percepisco, però è bellissimo starci sopra e voglio lavorare al meglio, rendendo giustizia a questa bellissima occasione.
Sanremo è indubbiamente un palco importante. Siete 26 artisti quest’anno. Ognuno spera per il meglio, ma se dovessimo prefissare un obiettivo personale con cui poter dire di aver fatto un “bel Festival”, quale sarebbe?
L’idea di essere a Sanremo suona già come un obiettivo raggiunto, sinceramente. Mi è stata data una grande opportunità in un periodo di magra, pur considerando che quest’anno per me, fortunatamente, è andato bene nonostante il covid. Però il fatto di farmi conoscere da più persone grazie alla televisione è un elemento fondamentale per chi vuole fare questo lavoro. E’ un’occasione da cogliere. Quindi, personalmente, l’obiettivo è già raggiunto, ma vorrei anche riuscire a divertirmi al massimo e vivere con onestà questo momento.
Tra l’altro, questa edizione è particolarmente giovane e ha molti artisti che, come te, potrebbero definirsi indie, etichettamento che in altre occasioni hai detto non esistere più poiché divenuto pop.
Sul discorso dell’indie, ne sono ancora convinto. Io l’indie vero non l’ho nemmeno conosciuto. Esisteva quand’ero bambino, ma non lo ascoltavo. Adesso, da quando ci sono artisti indie che sono dei fenomeni di grandissima portata si parla di mainstream, di pop, non di nicchia. Ed è un grande traguardo. Si tratta di un linguaggio contemporaneo che si rinnova nell’ambito del pop, difatti lo puoi ascoltare anche alla radio e a Sanremo. Resto comunque molto curioso di sapere se gli artisti in gara hanno fatto un’operazione di distruzione della classicità o di adattamento alla stessa, entrambe opzioni potenzialmente molto belle.
Tu con “Santa Marinella” cosa hai fatto?
Io ho fatto un adattamento alla classicità.
Scegliendo a bruciapelo tre aggettivi per descriverci questo brano, cosa diresti?
Sicuramente, ROMANTICO. Poi SPENSIERATO, ma allo stesso tempo RIFLESSIVO.
Qualche gesto scaramantico prima di salire sul palco dell’Ariston, ce l’abbiamo?
Mah, secondo me non c’è neanche il tempo materiale di farlo. Tra misure anticovid e l’ansia generale di chi, giustamente, lavora tantissimo per farci suonare, nel backstage è tutto un flusso di “ansie pratiche”. Non c’è molto margine per fare mente locale. Se ce ne sarà, ne approfitterò per fare un po’ di riscaldamento.
C’è una serata che ti mette più agitazione delle altre? Come gestirai la settimana?
Secondo me la tensione oggi arriverà al suo picco, perché non ho ancora fatto nulla. In ogni caso e comunque vada, stasera rompiamo il ghiaccio. Forse da lì mi sbloccherò un po’. Una volta fatto, avrò preso le misure e immagino che sarò più tranquillo. Di certo mi sento sereno per la serata delle cover. Durante le prove con Roy Paci e Valerio Lundini ci siamo divertiti come pazzi e spero che questo brio emerga, ci piace molto e ci fa stare allegri.
Vedo tanto entusiasmo, ottimo!
Per finire, dei concerti e dei festival ci manca tutto, perfino fare la coda. Qual è l’aspetto dei live che prima ti piaceva meno, ma che ora riesce a mancarti?
Io sono uno che tendenzialmente è sedentario, pertanto il tour è stato un impegno molto faticoso ma che mi ha regalato le emozioni più belle della mia vita. Ora mi manca viaggiare in furgone con la band, fermarsi in autogrill sudati, farsi ore e ore di viaggio per andare da una città all’altra… Prima mi lamentavo, ora sono cose che riescono persino a mancarmi.
In attesa di sentire “Santa Marinella” e tutto il disco “Tante Care Cose” in uscita il 12 marzo, diamo il nostro in bocca al lupo a Fulminacci con l’augurio di rivedersi presto-prestissimo a un suo live!
(foto di cover @ Sara Pellegrino)