Esce oggi 27 gennaio 2017 l’album di debutto,
omonimo, dei N-A-I-V-E-S, duo londinese considerato una delle realtà più fresche della nuova scena electro pop internazionale grazie ad un mix di synth e beat tropicali.

 

“Londra, Inverno 2012. In una notte gelida ci siamo messi ad improvvisare su un ritmo in tre quarti ispirato al poster di The Dream, il quadro di Henri Rousseau, che era appeso al muro dello studio. Sognavamo di essere al caldo in una foresta tropicale… non ce ne siamo accorti subito, ma avevamo appena dato vita ad un nuovo progetto”.

Il disco di debutto della band è la perfetta sintesi del percorso artistico compiuto dal polistrumentista e cantante Marc Jacc e dal dj e bassista Lapo Frost  a partire da quella fredda notte londinese. Da allora il duo ha pubblicato tre singoli W.I.G.O, Fashion Pineapple e Crystal Clear attualmente in rotazione, sono accostati a nomi prestigiosi della scena internazionale, hanno suonato nei maggiori festival europei, conquistato meritatamente un numero crescente di estimatori. Ed oggi che i tempi sono ormai maturi arrivano dritte dritte le 9 tracks che compongono questo full lenght debut. Tracce che parlano d’amore, di luoghi mistici, di ananas nella moda, di adolescenza e verginità, di una principessa indiana e del suo servo, di fede e di saggezza. Non potevamo perdere l’occasione di farci raccontare direttamente da Lapo metà dei N-A-I-V-E-S l’emozione di questa prima volta, il loro percorso artistico e porgli qualche domanda nostalgica sull’Italia, loro paese d’origine.

Cosa si prova finalmente a debuttare con un LP che riassume il vostro percorso musicale da quella fredda notte del 2012 ad oggi

Siamo molto felici di dare alla luce questo lavoro che è stato il frutto dei nostri sforzi artistici degli ultimi anni. Dal 2012 il nostro stile è cambiato, si è raffinato ed oggi siamo fieri del risultato finale che é un patchwork di tutte le nostre sonorità ed esperienze.

Diversi prestigiosi accostamenti a big della scena electro pop internazionale di cui andar fieri (che parlano tanto anche dei vostri gusti, delle vostre radici) ma il titolo dell’album è N-A-I-V-E-S come a sottolineare che il sound è il vostro, che avete un’identità ben precisa e siete pronti a spiccare il volo. Correggetemi se sbaglio.  

Hahaha ti ringrazio, effettivamente il titolo dell’album, che poi è anche il titolo del progetto, sottolinea la nostra attitudine di cercare di restare spontanei, quasi ingenui, o ‘naif” nell’approccio con la composizione. Cerchiamo di mantenere “fresca” la nostra curiosità verso diversi accostamenti o sonorità musicali, non vogliamo nemmeno prenderci troppo sul serio a dir la verità. Vogliamo invece mantenere attiva la componente “ludica” della musica, che è quello che c’interessa, un po come fa il bambino quando gioca ed ha davanti tutti i pezzi per costruire qualcosa. Oltretutto, quando componiamo, va detto che non ci ispiriamo a particolari band o nuove tendenze musicali, questo non ci ha mai spinti molto lontano, ci piace invece immaginare i suoni contenuti in un immagine, cerchiamo di dare un senso musicale a quel pensiero visivo, di renderlo completo insieme alla musica, per esempio parte di questo disco è stata ispirata dai dipinti di Henri Rousseau, ed in particolare “Il Sogno” che raffigura una giungla “interiore”, misteriosa, piena di colori ed animali. Ci sentiamo molto vicini all’attitudine artistica di questo pittore.

9 tracce compongono l’album. Quale meglio rappresenta Marc e Lapo? 

Io e Marc veniamo da due backgrounds molto diversi ma entrambi siamo poli-strumentisti e questo ci permette di sperimentare in continuazione spingendoci a comporre al di là del proprio ruolo. Chiaramente per tradurre tutto in un linguaggio più accessibile alla fine condensiamo il risultato delle nostre jam-sessions in un formato con una struttura pop (strofa- ritornello etc.) Tra il provino e il pezzo finito c’è un abisso riguardo all’arrangiamento ma spesso lo “stile”, il “ sound” del pezzo è già presente fin dall’inizio ovvero dal momento della composizione. ll risultato è talmente amalgamato che è difficile riuscire a distinguere chi è più rappresentato da un pezzo o chi da un altro. Possiamo dire di essere sulla stessa lunghezza d’onda, siamo legati dallo stesso concetto, attitudine.. Io personalmente, in questo periodo, sono particolarmente preso da “Trampoline” e “Golden Shore”, ma vado a periodi :). Vedrete presto i rispettivi video in uscita nei prossimi mesi.

Il vostro percorso personale vi ha portato all’estero. Pensate sia più facile fare musica in una grande città come Londra con un background culturale di un certo tipo piuttosto che in Italia? 

Marc ha conosciuto l’Italia solo da bambino ed ha vissuto una vita internazionale tra Parigi, Zurigo e Londra, quindi non vede tutte queste differenze. Per me è stato diverso, sicuramente un cambiamento radicale. Quando mi sono trasferito a Londra 10 anni fa circa ho notato subito una certa apertura musicale, persone molto più interessate alla tua musica, livelli culturali nettamente più alti. Tutto questo ti fa sentire meglio e quindi molto più produttivo. In Italia se mi chiedevano che lavoro facevo e rispondevo con: “produttore e musicista”, mi rispondevano con: “si, ok, ma che lavoro fai?” tanto per capire il livello. Grande città, grande cultura, grande bacino musicale e grande anche concorrenza, ma paradossalmente quella che trovi in Italia, anche se minore, è molto più spietata, settoriale e razzista che qui, qua c’e sempre una certa “fratellanza”, comprensione del prossimo, stima e gentilezza reciproca. Ovviamente anche la fruizione della musica dal vivo è diversa, come in tutte le grandi città, qui ci sono parecchi spettacoli da vedere. Altra figata da non perdere sono i festival “estivi” che qui la fanno da padrone e sono pieni di novità. Londra è diventata per me quella giungla di ispirazioni di cui ho bisogno per comporre, è la mia quotidianità e forse non me ne rendo più così conto, ma di certo contribuisce notevolmente al nostro sviluppo musicale. Non saprei immaginarci altrove per il momento.. Una cosa curiosa che ho notato riguardo la produzione: essendo il clima per lo più grigio e piovoso, sono molto più propenso a starmene in studio a produrre che ad uscire e andarmene in giro, in Italia soffrivo un po la frustrazione dei mesi caldi, volevo andarmene al sole, in piscina .. ero molto meno produttivo.. sto cercando di trovare un lato positivo anche in questo!

Seguite a distanza l’evoluzione della nuova scena electro pop italiana? C’è qualche collega che vi piace in particolare?

L’Italia degli ultimi anni sta dando un sorprendente “colpo di reni”, si percepisce una sorta di ribellione culturale indie-pop. Io personalmente sto producendo qualche traccia per un artista che ha fatto parte di questo movimento, e devo dire che è interessante. Oltretutto, siamo grandi fans di gente come Populous, M+A e Clap! Clap!. Tutti artisti che stimiamo tantissimo e che sono riusciti ad emergere internazionalmente dall’Italia.

Nella cover artwork di N-A-I-V-E-S, nei vostri videoclip, nel vostro look c’è molto colore e calore. Sono fattori importanti che accendono il vostro lato artistico? 

Letteralmente, nel video di Crystal Clear!  L’ispirazione di questo progetto, come ho detto, nasce da giungle colorate, questi paesaggi sono pieni di storie, significati e raccontano un immaginario pieno di emozioni. Diciamo che Il nostro tentativo è quello di investigare da dove sono nate, da cosa sono caratterizzate e di tradurle e sintetizzarle usando altri mezzi espressivi. Così facendo è più facile fruirne il significato, l’ascoltatore si ritrova nella scena, ne è parte, in questi paesaggi misteriosi dove è molto facile immergersi (e perdersi?)!

Per Beatandstyle è ormai una domanda di rito. Quanto secondo voi lo stile influenza la musica e viceversa? 

È un’ottima domanda. Bisognerebbe identificare di quale stile si parla, sicuramente nel nostro caso siamo partiti cercando di comunicare un solo concetto attraverso diversi mezzi espressivi, siamo partiti dall’immagine, ma come puoi ben vedere la musica stessa ora sta tornando sui suoi passi e sta influenzando (e cambiando) alcuni dei concetti con i quali eravamo partiti al principio. Nel mondo artistico non credo ci sia una sola direzione delle cose, per questo possiamo dire che sia lo stile che la musica sono strettamente legate tra di loro, in continua evoluzione, ma può accadere qualche volta … che il vestito fa la musica!

Tornando a voi e al vostro nuovo album in uscita oggi, quando vi vedremo in tour? In Italia vecchi amici vi aspettano e anche noi non vediamo l’ora di assistere al vostro live. 

Tra febbraio ed aprile faremo un mini tour promozionale nei clubs in giro per l’Europa; suoneremo a Parigi, Amburgo, Berlino, Barcellona, Bristol, Londra e stiamo organizzando qualche gig anche in Italia. L’ultima volta è stato troppo tempo fa.. Era il 2014 al Circolo degli Artisti a Roma.. Bella esperienza, ci manca tantissimo di suonare in Italia!! Non vediamo l’ora di tornare quest’estate per qualche concerto estivo e festivals!