“Io ti parlavo di Frassica, della mia ipocondria; succo d’arancia, mio Dio che caldo voglio andare via” (Nuda nudissima)
Mentre aspettiamo l’inizio del concerto, l’amico che è con me mi svela un gossip probabilmente noto da tempo, ovvero che Calcutta è fidanzato con Angelica Chiatti, anche lei cantautrice della scena indie italiana. Vado allora a fare un salto sui profili social di Santangelica e mi scappa un sorriso quando vedo, dalle IG stories, che poco meno di 24 ore prima ha condiviso una foto di Frassica intento a recitare in uno dei suoi film.
Siamo a Mantova, al palazzetto dello sport, che ha un nome diverso ogni volta che vado a sentirci un concerto. Ora si chiama Pala Unical. Data zero del “Relax tour” per un pubblico che mi pare composto mediamente da millennials, ma ne ho la conferma quando il ragazzo accanto a me inizia a parlare di come evitare l’acufene post live.
Si parte con “Coro”, la canzone di apertura dell’ultimo disco, “Relax”, che arriva a distanza di 5 anni dal precedente lavoro. Edoardo, come sempre, sul palco è un cucciolo. Ma questa volta ancora di più, perché, come è lui stesso a sottolineare, sono anni che manca. Dopo qualche pezzo saluta tutti: “Come va? Non mi pare che sto andando male”. Aries needs confirms.
La scaletta continua con l’ultimo singolo “Due minuti”, stra cantato dal pubblico, e tiene un buon ritmo; le primissime hit (come “Gaetano”, “Cosa mi manchi a fare”, “Del verde”) si mescolano ai pezzi che lo hanno consacrato (“Oroscopo”, “Paracetamolo, “Pesto”, “Orgasmo”) e a tutto il nuovo disco. Sul palco ci sono 6 musicisti e un gran dispiegamento di tastiere. Francesca Palamidessi, ai cori, è una bellissima scoperta, così come il suo ultimo album “Madreperla”.
Menzione speciale per le grafiche pop, che rendono il concerto divertente e interattivo: omini che roteano, rane che saltano, strade di campagna ed elementi psichedelici. Poi, un reticolato messo davanti a lui, che ne proietta l’immagine ingigantita o la sagoma al neon, quasi come un filtro, una protezione. È infatti lui stesso a dire di essere preoccupato per questo nuovo tour.
Sulle prime due note di “Frosinone” c’è un’esplosione incredibile. Il video ce lo ricordiamo tutti: lui che procede su una strada illuminata da lampioni in pieno inverno, fuma, canta e suona una tastiera. Iconico. Nota di merito per la versione digital di “Oroscopo”, nel nome della quale viene sacrificato il ritmo ma aggiunto pathos.
Edoardo, si sa, ama cambiare le parole dei suoi testi, e allora in “Limonata” improvvisa un “Ma io vorrei restarti accanto se fossimo vampiri”, così come i suoi fan ai primissimi concerti sostituivano “Scaldarsi con la legna” con “Scaldarsi con la fre…”, avete capito.
Ogni tanto qualcuno grida “forza Napoli” e “La canzone del pane”. I fan storici non dimenticano quella cover incredibile, chitarra e voce, uscita dalla penna e dal cuore de I Camillas e reinterpretata da un Calcutta ancora vocalmente un po’ acerbo. Sì, perché da “Evergreen” in poi si è notato un graduale miglioramento nella sua intonazione, e lo sottolineo al mio amico che non ha avuto il piacere di sentirlo agli esordi, quando doveva ancora prendere lezioni di canto.
Highlights live del nuovo disco: “Loneliness” (vibes groove), “Preoccuparmi” (vibes ballad) e “SSD” (vibes droga). Chiusura con “Tutti”, in perfetto stile loser: “Non giocare col mio cuore, che poi devasto una spiaggia, che ci organizzo un bel festival, e poi mi lavo la faccia”. E alla fine cantiamo insieme che siamo tutti falliti, tutti falliti.
Ph. credit @ Mattia Zoppellaro