Se 13 anni, per un festival musicale italiano, vi sembrano pochi, allora forse non avete ben chiara lo stato di salute in cui navigano i live nel nostro Paese. Quello del tredicesimo anno, non in buona, ma anzi ottima salute è un compleanno da festeggiare alla grande, e così sarà senza dubbio fatto i prossimi 25, 26 e 27 maggio in quel del Circolo magnolia di Milano, quando su 3 palchi diversi si esibiranno gli artisti del MI AMI Festival.
E allora, per farci salire l’acquolina per questa tre giorni di musica appetitosa nei suoi gusti diversissimi tra loro, ci siamo fatti fare un Gimme 5 dal direttore artistico Carlo Pastore, che, non senza imbarazzo di scelta, ha condensato in 5 brani quanto di più significativo vedremo in questa edizione 2017. Con una premessa fondamentale: «Ho iniziato – racconta Pastore – a fare MI AMI da quando MI AMI è nato, cioè dal 2005, quando ancora era una cosa molto piccola, spartana e soprattutto emergente. Ho sempre curato la line up (tranne che nel 2015 quando ho preso una pausa) e mai come l’anno scorso sono stato felice di vedere l’esplosione di alcuni nomi che avevamo seguito fin dagli inizi, come Calcutta, I Cani, Thegiornalisti e Cosmo, tutti artisti che hanno intrecciato la loro storia con MI AMI. Penso a I Cani, che hanno fatto il loro primo concerto in assoluto qui, in collinetta, stessa cosa per Cosmo e Vasco Brondi eccetera. Ecco, vederli così cresciuti, anche a livello di mainstream italiano, fa un sacco piacere e soprattutto mette il festival in una posizione felice di crocevia di sguardi di tanti appassionati e tanti affezionati.
Quest’anno quello che ho deciso di fare lavorando al cast è stato un discorso diverso, ovvero mantenere il lato di radar della contemporaneità musicale italiana, ma anche cercare di dare uno sguardo sempiterno, solido e più ampio».
Carmen Consoli – Confusa e felice
Dato che sono anche i 20 anni di Rockit, abbiamo deciso di chiamare un’artista inaspettata, che è Carmen Consoli. Perciò il primo brano che scelgo è la sua Confusa e felice, scelto pure come hashtag di questa edizione #confusiefelici. Parto da qui, da questo brano del ’97, che anch’esso compie vent’anni, perché racconta benissimo di un’epoca che non c’è più, quella cioè degli anni Novanta, delle chitarre che arrivavano ancora dall’America, di Catania era la Seattle d’Italia, di una ragazza che cantava delle cose potenti con un timbro e una voce unici. Una ragazza che oggi è tornata al centro dell’attenzione con una collaborazione con Tiziano Ferro, bellissima, ma che da noi viene a fare un concerto con i suoi pezzi e i suoi dischi. Per me è un onore, averla.
Giorgio Poi – Niente di strano
Come secondo nome scelgo un amico, su cui ho deciso di puntare tanto, dandogli parecchia visibilità. Parlo di Giorgio Poi, che è prima di tutto un ragazzo d’oro, e che condivide con me un grande dramma che è quello di essere nato a Novara. Lui che è un cittadino del mondo ha questa bruttura sulla sua carta d’identità, perché, possiamo dirlo con serenità, Novara è una bella città di merda. Ma, tornando alle cose belle, Giorgio ha fatto questo disco in italiano, Fa niente, che fa suonare i Tame Impala insieme a Battisti, un disco stupendo, che merita di stare sul palco grosso, il Pertini, prima dei Baustelle e questo per me è un modo per dire “fratello, hai fatto delle cose bellissime fino ad adesso, spacca tutto e cerca di convincere anche chi ancora non ti conosce”. Di suo scelgo Niente di strano, che è matto e bizzarro, con una super linea di basso e un non ritornello, nel senso che quando il pezzo poteva esplodere lui, che rifugge la banalità, ha deciso di fare una modulazione a-melodica in cui ripete niente di strano, niente di strano …
Liberato- Nove maggio
Il terzo è una cosa totalmente diversa e si aggancia al mio desiderio, quando faccio MI AMI, un po’ mefistofelico di voler agguantare questa cosa fastidiosa ma divertente che è l’hype. Non ho mai creduto all’hype, ma comunque sia ne subisco il fascino di brutto. Quindi quest’anno uno dei nomi è quello di Liberato. Liberato che è un progetto misteriosissimo di cui non si sa nulla, o di cui si sanno cose non vere, ma di cui per certo sappiamo che arriva da Napoli e canta una sorta di neo melodico su base R&B ultra contemporanea, che lo rende un Drake napoletano. Il pezzo che scelgo è l’unico finora uscito e si chiama Nove maggio, una bomba totale. Non vedo l’ora di fare finta di sapere le parole in napoletano per cantare assieme a Liberato, anche se confesso di non avere la minima idea di che cosa farà sul palco.
Carl Brave x Franco 126 – Polaroid
Il quarto artista, anzi i quarti artisti, sono una chicca e si chiamano Carl Brave x Franco126, un duo hip hop romano che, insieme a Liberato, sono rappresentazioni molto contemporanee del rap italiano, entrambe in chiave altamente locale. Loro fanno una sorta di stornelli estremamente romani, con quella andatura sbilenca, storta e ‘mbriaca tipica degli stornelli, ma in chiave hip hop. Sono interessantissimi e molto nuovi. Tra i loro brani, di cui a breve uscirà anche il primo video, scelgo Polaroid. Weird ma poetici, specie se entri nel mood giusto.
Le luci della centrale elettrica – Stelle Marine
Come ultimo pezzo scelgo Stelle marine de Le luci della centrale elettrica, pescato dal suo ultimo disco bellissimo intitolato Terra. Lui lo descrive come un disco di un popolo che non esiste, e per farlo ha mischiato musiche del mondo dall’Africa alla Romania alla Asia, regalando un viaggio, perché è nato da viaggi, ma anche un punto di arrivo. La canzone è speciale perché riesce ad unire una dimensione cosmica e globale a immagini piccolissime e quotidiane. Come le mani di un bambino che quando le guardi sembrano stelle marine. In questa unione tra immenso e minuscolo c’è tutta la bravura di Vasco Brondi che è uno dei veri tesori della cultura italiana degli ultimi 10 anni. E per noi è bello averlo a Mi Ami perché anche lui, quando nemmeno aveva pubblicato un disco, ha suonato le sue cose una domenica pomeriggio in collinetta. E qualcuno di certo avrà detto “ah, però”.