I suoni di CERI sono perfetti da ascoltare in mezzo alle montagne ma anche nel caos della città
Stefano Ceri è uno dei produttori più eclettici e apprezzati del momento: ha collaborato con artisti importanti della scena musicale italiana (Coez, Frah Quintale, Salmo, Franco126) portando il suo inconfondibile tocco, la sua professionalità e la grande passione che da sempre nutre per la musica. Ora, CERI è pronto a mettersi in gioco come solista, e lo fa attraverso “Solo”, un EP in cui sperimentazioni elettroniche e minimali si mischiano a ritmi dance e pop, dando vita a un’esplosione di melodie e un vortice di emozioni. CERI sa esattamente dove vuole portare l’ascoltatore, e lo fa attraverso una raffinatezza di suoni che avvolge e poi libera, fa ballare ma anche pensare, si sente addosso ma non pesa mai.
Abbiamo fatto una chiacchierata con lui a pochi giorni dalla serata romana di Undamento, giovedì 11 luglio al Maxxi, Museo Nazionale delle arti del XXI, dove presenterà per la prima volta il suo EP. Leggi l’intervista e lasciati catturare dalla freschezza dei suoi beat.
Sei il produttore di alcuni degli artisti più acclamati della scena itpop (Frah Quintale, Franco126, Mahmood) e con l’uscita del tuo EP “Solo” hai dimostrato di essere un musicista e cantante a 360°. Come è nata la tua passione per la musica e come la coltivi al di fuori del tuo lavoro?
Premetto che non mi sento un cantante e non voglio ritenermi tale: ho usato la mia voce per necessità, alla stregua di uno strumento come gli altri. Però ti ringrazio per avermi definito così! La musica è sempre stata presente nella mia vita; suono e compongo da quando ero bambino. L’ho praticamente sempre fatto e non mi ha mai stancato. È per questo che ho difficoltà nel trovare distinzioni tra passione e lavoro. Ad esempio mi capita spesso di tornare a casa dopo una giornata intera passata in studio e mettermi a fare musica anche dopo cena per puro divertimento, al posto di guardarmi un film.
Sulla copertina del tuo EP c’è una montagna, è il luogo dove vai per rilassarti? Sei una persona solitaria o ami stare in mezzo alla gente?
Trento, la città dove sono nato e cresciuto, è completamente avvolta dalle montagne. Queste grandi onde di roccia sono per me dei punti di riferimento che mi proteggono. Credo che sia così per chiunque sia nato e cresciuto in un ambiente simile. Ho voluto usare questo riferimento per più di un motivo ma di sicuro il rimando più immediato è quello del momento della riflessione solitaria. Volevo comunque che la natura fosse centrale rispetto alla figura umana che diventa invece piccola e decentrata.
La rassegnazione mista cinismo di “Passerà” prende spunto da un amore andato male o è una tua riflessione universale?
No, non prendo spunto da una singola vicenda. Però già che mi fai questa domanda vuol dire che sono andato bene 🙂
Ascoltando il tuo EP si capisce che dietro c’è un lavoro di cura dei dettagli quasi maniacale. Nella tua vita personale come si manifesta il tuo perfezionismo?
Secondo me “perfezione” è una parola che non può trovare spazio in un processo creativo. La qualità più alta della fantasia è l’irrazionalità e l’irrazionalità è un concetto molto distante dalla perfezione. Ad esempio quando ero bambino dipingevo spesso insieme a mia madre; si arrivava sempre ad un punto in cui il quadro era bello. Io le dicevo di fermarsi ma lei andava avanti, aggiungendo dei dettagli per perfezionare il dipinto finendo così per rovinarlo. Sapersi fermare è la cosa più difficile da fare quando si crea.
Nelle tue tracce si mischiano malinconia e spensierata libertà. Quali sentimenti ed emozioni sono entrati in gioco mentre componevi “Solo”?
Tante sfumature di gioia, tristezza, malinconia, allegria, libertà e nostalgia. Mi piacerebbe se in qualche modo questa musica facesse pensare chi la ascolta.
Tre artisti con cui ti piacerebbe collaborare e tre artisti della scena itpop di cui, secondo te, sentiremo ancora parlare tra 20 anni?
Non mi piace fare liste, ci sono un sacco di persone valide in Italia e probabilmente molte di queste non si conoscono ancora. Però Davide Panizza, cioè Pop_x, è il mio sogno inarrivabile. Tra 20 anni spero ci siano ancora tutti anche perché se così non fosse significa che non ci sarà più nessuno.
Hai in programma dei live per l’estate?
Uno solo: l’11 luglio al Maxxi di Roma. Il resto dell’estate lo passerò o in studio o in montagna 😉