È estremamente affascinante quando musica e persona diventano un tutt’uno, al punto che una canzone sembra nascere di spontanea volontà; è ciò che succede a partire dal 2016 con Rugo, artista pisano quasi per caso che scopre la propria vocazione inconsapevolmente – come se la sua arte aspettasse solo un pretesto per venire allo scoperto. È così che la musica per Rugo diventa via di fuga e terapia, luogo di riflessione, analisi di se stesso e delle persone che lo circondano. Con il primo album Affondo (in uscita oggi 11 maggio con distribuzione Costello’s/Artist First), l’artista continua a proporre un tipo di scrittura appassionata ma diretta che tratta di maturazione, solitudine e cambiamenti. Parla soprattutto però di abbandono, in ogni sua forma; forse davvero il più grande nemico di ogni essere umano. Non potevamo non chiedere a un personaggio come Rugo di presentarsi attraverso il nostro CV: siamo sicuri che chiunque, tra voi, ritroverà un pezzo di sé nella sua musica.
NOME DEL PROGETTO E COME È STATO SCELTO:
È nato il giorno che mi sono messo a pensare all’indole della tartaruga, lenta ma testarda e cocciuta, se vuole arrivare in un punto, prima o poi ci arriva. E poi Bugo con la B era già stato preso.
ANNO DI NASCITA DEL PROGETTO:
Inizio a scrivere nel 2016, all’improvviso, spinto dalla curiosità di sapere come le piccole cose della vita, che da sempre attirano la mia attenzione, siano percepite dagli altri, attuando così inconsapevolmente, quello che diventa un allontanamento dai miei stessi pensieri.
ULTIMO SINGOLO PUBBLICATO:
L’ultimo singolo pubblicato, ad anticipare l’album, si chiama NON SONO MICA TUA MAMMA.
A volte le vette raggiunte insieme non ci appaiono nello stesso modo. I percorsi per quanto condivisi come lunghe passeggiate forse rimangono unici e solitari. Ci si ritrova dopo tempo a non vedersi più con gli stessi occhi, a non capirsi, a confondere i ruoli per poi ritrovarsi cambiati senza sapere che è successo nel frattempo.
INFLUENZE MUSICALI:
Ho avuto un percorso di ascolto musicale frastagliato e discontinuo, fino a che non mi sono imbattuto nel cantautorato italiano, da lì è nata la “Muzic Italien” che poi di italiano non riesce ad avere nemmeno il nome.
LIVE CHE NON DIMENTICHERAI MAI:
È impossibile per me scegliere un live solo. Dai poghi dei Blink-182 a sedici anni alle poltroncine di Venditti ogni concerto merita di non essere dimenticato. Uno però su tutti lo ricorderò non come il più bello ma come il più giusto. A pensarci bene forse non era nemmeno un concerto ma una voce che gridava in un microfono all’interno di una caverna. In quel momento sguaiato si è creata una connessione, una sensazione di bene che non si spiega del perché ma non si lascia dimenticare.
COSA FAI QUANDO NON SEI IMPEGNATO CON IL TUO PROGETTO MUSICALE:
Lavoro, esco, vado ai concerti, mi perdo e mi ritrovo. Questa sarebbe stata la mia risposta ma adesso la verità è che non so bene cosa fare di quello che è altro rispetto a Rugo.
COSA LO RENDE ORIGINALE:
Non è facile farsi un’idea al primo ascolto, nulla è come appare e l’attenzione alle piccole cose diventa chiave di lettura per un’altra realtà. Le canzoni nascondono elementi che le collegano tra loro e certe volte questo collegamento è involontario, stupisce anche me. E poi tutto questo non è nient’altro che quella che io definisco la “Muzic Italien”.
IMPEGNI PER IL FUTURO:
Oggi esce l’album Affondo, nove tracce che hanno il sapore di un incontro di scherma faccia a faccia con il tema dell’abbandono, causato e subito, sentimentale e fisico, reale o immaginato. Sto preparando anche l’uscita di una storia parallela che spero possa presto essere mostrata. Dopo questo non so che cosa riserverà il futuro.