Casa mia: la base nasce da un provino di Edoardo, centrato sul giro di basso che poi in fase di produzione cambierà suono, svoltando definitivamente il pezzo. Gido ha lavorato sul tema principale e sulle atmosfere del pezzo, mentre con Mattia in studio abbiamo trovato la quadra ritmica. La voce è quella di Marta dei Tersø, una band che ci piace moltissimo, tra le più interessanti in Italia uscite ultimamente, la sua voce sembrava perfetta per il brano. Il suo modo di scrivere è molto riconoscibile. Disegna immagini, piccole istantanee in grado però di farti precipitare nel suo mondo.
Bittersweet: anche questo pezzo nasce da un base di Edoardo a cui Gido ha attaccato la coda nell’ultima parte, che svolta il pezzo e lo porta più vicino alle sonorità ‘80s. La voce di Arua però è il vero gioiello di Bittersweet: riporta il pezzo ai giorni nostri con una melodia neo-soul e il massiccio uso di autotune. Il testo parla in maniera neanche troppo velata di un forte disagio legato all’uso di sostanze: Il personaggio della canzone sembra quasi lanciare un grido d’aiuto. Un testo molto forte che si perde tra le melodie e le atmosfere più ballabili e leggere.
The Boys: l’idea originale di Gido viene poco a poco stravolta in un pezzo che è estremamente scarno ma completo: forse il più ballabile tra tutti con riferimenti ammiccanti alla italodisco e all’EDM anni ‘90. La voce è di Manuel, cantante dei Typo Clan, anche loro formazione notevole del più recente panorama italiano.
Love me right: il pezzo nasce da un riff di Edo a cui Gido dà una forma più synth pop. E’ il pezzo forse più “moderno” e easy del disco: una hit dritta, con poco spazio per le pause, un tunnel nel quale si entra per lasciarsi trasportare. La voce è di Missey, talentuosissima compagna di scuderia che regala al pezzo quel tocco FKA che si sposa perfettamente con le sonorità cercate.
You cannot hide: Questo pezzo ci accompagna praticamente da sempre. Era già in scaletta nel nostro primo live, l’abbiamo suonato e modificato parecchio fino alla forma attuale, quella del disco, che è praticamente identica alla versione degli ultimi live. Per il disco abbiamo scelto la voce di Chloé dei C is For Noir, band francese conosciuta a Milano durante un live nel circolo in cui lavora Edo. La sua è una voce epica, perfetta per il brano più “old style” del disco ma con una carica che non potevamo trascurare. Oltre al fatto che ci divertiamo moltissimo a suonarlo live.
Ciao, Italia: nasce da un’idea malsana di Gido di volere un pezzo di 12 minuti per chiudere il disco. Le ispirazioni sono molteplici e lo sviluppo piuttosto semplice: un tappeto sonoro che guidi versi l’uscita, una strumentale che chiuda in qualche modo i conti con il passato ma allo stesso tempo proietti verso il futuro. Un incedere che cresce continuamente per tutti i 9 minuti del brano fino all’esplosione finale. La chitarra di Tava è un regalo doveroso che ci siamo fatti dopo i mesi passati insieme in studio. Il titolo è un omaggio all’idea iniziale del concept del disco, quella di Italia ’90 e anche in qualche modo un augurio per la nostra musica.