Dominique Dillon de Byington, alias Dillon, ha sempre avuto una chiara visione della sua arte.
Con due album alle spalle – che considera parte dello stesso lavoro dato che raccontano una storia coerente – la straordinaria artista brasiliana di stanza a Berlino, a pochi mesi dalla pubblicazione di “Live At Haus Der Berliner Festpiele” che la vede suonare con un coro di oltre quindici voci femminili capici di aggiungere un nuovo livello fisico alla sua musica, che è dominata dal pianoforte e dai suoni elettronici dove la sua voce danza nostalgicamente in questo spazio, sarà in italia per due concerti-evento giovedì 9 marzo a ROMA – AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA e sabato 11 marzo a MILANO – BASE. Nel frattempo ecco che cosa ci ha raccontato in un’intervista, via mail, in un intreccio artistico personale e musicale.
Nata in Brasile, cresciuta a Colonia e ora Berlino based.
Il tuo sound è di forte matrice berlinese, drammaticamente minimale, con un tocco di malinconia. Cos’è rimasto di sudamericano nella tua persona e nella tua musica?
Togliere un individuo dal proprio luogo di nascita non toglie necessariamente i ricordi e le emozioni che prova verso di esso o forse anche a causa di esso. Anche se sono consapevole di essere una straniera cresciuta e che vive tuttora in Germania, non riesco a dirti quale parte di me considereresti Sud Americana e quale parte descriveresti tedesca? Europea?
La tua domanda implica che ho perso qualcosa per strada, cosa triste e non vera. Non ho perso nulla. Semmai ho continuato a trovare. Ho continuato e continuo, per esempio nel mezzo di tutto ciò che viviamo, a trovare accettazione e sensibilità che superano confini, barriere linguistiche, classismo e nazionalità giusto per nominare qualche ostacolo minore. Questo si sente nella mia musica e puoi vedere in me.
Un album registrato dal vivo, rappresenta a mio avviso una forte empatia con il tuo pubblico come ad esempio nel brano Tip Tapping. Una sorta di ringraziamento. Quanto è speciale per te questo rapporto e come vivi il live? Cosa ti aspetti dai prossimi live in termini di energia e interazione col pubblico?
Posso essere molto timida sia che mi presenti a qualcuno che non conosco o che stia per cantare in una stanza piena di volti sconosciuti. Con un po’ di tempo riesco a calmarmi e ad entusiasmarmi per la situazione e per le persone e inizio ad aprirmi. Questo accade spesso durante le mie performances e questo è il motivo per cui ho deciso di lanciare un album in cui sia tu che io possiamo sentire esattamente questo.
Il mio pubblico è paziente e questo significa molto per me.
Ovviamente ogni spettacolo è diverso ma cerco di essere il più aperta possibile e di lasciare anche al mio pubblico il tempo di aprirsi, che significhi cantare e ballare o stare immobili e piangere, sono aperta a tutto.
Tu dici spesso: “May be with and May be without” ” may be Yes and may be not” è il tuo modo di rapportarti alla vita. Da dove deriva questo tuo approccio?
Credo che cerco di giudicare il meno possibile. Sono stata così arrabbiata e critica in passato. Oggi voglio solo essere buona e questo significa accettare, tollerare e abbracciare le nostre differenze.
Vivi a Berlino, una città eclettica ricca di spunti creativi come arte, moda e design. Quali sono le altre culture artistiche che ti affascinano e ti influenzano di più?
Amo i colori. Nella natura, nel mio sonno e nei tessuti.
Cosa ti piace fare nella vita quando non componi, non suoni, non fai promozione?
Mi piace stendermi al sole e non muovermi. Mi piace anche sistemare i fiori e lavare i vestiti a mano.
Sei una donna molto attraente, e si può notare una crescita nella ricerca del bello e del gusto rispetto alla tua immagine iniziale che era più naïf. Quanto conta per te apparire e che rapporto hai con la sensualità?
La bellezza e la sensualità sono così individuali e personali. Amo entrambe ed è per questo che sono così attratta dai fiori. Nell’uomo se la bellezza non va oltre la superficie della pelle, la trovo abbastanza noiosa. Se invece riesce a superarla è lì che la curiosità e la sensualità si espandono.
Sei parte di una delle etichette di riferimento mondiale nel suo genere. Cosa si prova, che aria si respira e chi sono gli artisti che più ammiri? E se potessi scegliere con chi ti piacerebbe collaborare?
All’inizio quando mi sono unita alla Bpitch Control nel 2011 mi sono sentita come se mi stessi unendo ad Ellen, l’artista, più che alla casa discografica. Lei è uno spirito aperto e determinato che mi ha supportata e ha capito la mia visione della musica elettronica fin dall’inizio dandomi così la mia prima casa artistica. Mi sembrava giusto essere capace di essere me stessa senza dover scendere a compromessi. Lei è qualcuno a cui guardare con ammirazione in un ambiente guidato prevalentemente da uomini.
Non sono sicura di chi vorrei al mio fianco in una collaborazione in questo momento. Ho trascorso gli ultimi mesi lavorando al mio ultimo album con degli artisti così talentuosi. In questo momento vorrei semplicemente stendermi al sole.
“This Silence Kills The Unknown” cosi chiami in verità questo ultimo disco live a racchiudere e chiudere il ciclo dei due studio album datati 2011 e 2014. E sappiamo nel 2017 arriverà un terzo album, a quanto pare completamente separato dai lavori precedenti, che tu stessa descrivi come un “album d’amore”. Siamo sicuri che nostalgia, malinconia e amore non siano in parte legati tra loro e che in fondo in fondo, non si parli di una trilogia?
Per me “Kind”, il mio terzo album, è un nuovo inizio. Non perché non sia triste ma perché sono riuscita a superare la paura con cui ero obbligata a lavorare e vivere. Si tratta di un album che parla d’amore e possiede sicuramente momenti scuri e pesanti ma non è più arrabbiato e disperato. è gentile.
ENGLISH VERSION:
You were born in Brazil, you grew up in Cologne and now you’re Berlin based and your sound has deep Berlin roots, it is intensly minimal with a touch of melancholy. Is there something left of your South American origins both in your person and your music?
Removing an individual from their birthday place does not necessarily remove the memories or emotions one feels towards, or maybe because of that place. Even though I am aware, that I am a foreigner, raised & living in Germany, I cannot tell you what part of me you would consider ‘South American’ and what part you would describe as German? European?
Your question implies that I lost something on the way, which is sad & untrue. I did not lose anything. If anything, I kept finding. I kept & keep, for instance, in the midst of everything we have going on, finding acceptance & sensibilities, which crosses borders, language barriers, classism & nationalities just to name a few minor obstacles. That, you hear in my music & you see in me.
I believe that a live album shows a strong empathy with the audience as proved by the track TipTapping, the live album seems like a kind of gratitude act. How special is the relationship with your audience for you and how do you live your lives? Also What are your expectations in terms of energy and interaction with the audience in the shows to come?
I can be quite shy, whether I am introducing myself to someone I don’t know, or about to sing to a room full of unfamiliar faces. If given a bit of time, I can calm down & warm up to the situation & the people & begin to unfold. That often happens during my performances & that is why I wanted to release an album in which you & I can hear exactly that.
My audience is patient & that means everything to me. Of course every show is different but I try to be as open as possible & give the audience as much space as it needs to open up too. Whether that means dancing & singing along or freezing up & crying. I am open to everything.
You always say “May be with and may be without/may be yes and may be not” and it’s your way to relate to life. Where does this attitude come from?
I guess I am trying to judge as little as possible. I have been so angry and judgmental in the past. These days I just want to be good & that means accepting, tolerating & embracing our differences.
You live in Berlin, a multifaced city full of art, fashion, design. What are the other creative cultures that fascinate and influence you the most?
I love colours. In nature, in my sleep & in fabrics.
What do you like to do when you don’t compose, play or promote your work?
I enjoy lying in the sun & not moving. I also enjoy arranging flowers & hand washing clothes.
You’re a really attractive woman and we can see a development in your image, in the beginning of your carreer it was more naif. How much matters appearence for you and what’s your relationship with sensuality?
Beauty & sensuality are so individual & personal. I love both, which is why I feel so attracted to flowers. In humans, if beauty doesn’t surpass the surface of the skin, I can find it quite boring. If it does, however, that is where curiosity & sensuality grow.
You signed with a record label which is a worldwilde landmark in its kind. How does it feel and who are the artists you admire the most? Also if you could choose, who would be the artist you would like to work together?
When I first joined Bpitch Control in 2011 I felt like I was joining Ellen, the artist, more than I was joining a Ellen’s Techno Label. She is an open-minded & strong willed spirit who supported & understood my vision of electronic music from the beginning & gave me my first artistic home. It felt right to be able to be me without having to compromise. For me, she is someone to look up to in such a male driven environment.
I am not sure who I would work with right now. I have spent the past months working on my new album with such talented artists. Right now I would like to just lie in the sun.
“This silence kills the unknown” is the name you give to the live album which closes the series of the other two studio albums dated 2011 and 2014. We know about the release of another album in 2017 which apparently is going to be a very different work. You say it’s going to be a “love album” but what if we say it is the end of a trilogy since melancholy can be considered as a shade and part of love itself? Would you agree?
For me ‘Kind’, my third album, is a new beginning, not because it is not sad, but because I have been able to outgrow the fear that I was predominantly forced to work & live with. It is a love record & it absolutely has its dark or heavy moments but it is no longer despaired & angry. It is kind.
Credits: Traduzione a cura di Rafaela Memushaj