“1984”, il capolavoro di George Orwell, 68 anni dopo la prima pubblicazione è schizzato in vetta alle classifiche americane lasciando a bocca aperta gli addetti ai lavori.
E il motivo sembra essere proprio lui: Sir. Donald Trump.
A quanto pare, con la salita al potere del famoso Tycoon dai capelli gialli, il rimando alla realtà distopica Orwelliana è stato così forte da costringere la casa editrice Penguin a ristampare, solo nella prima settimana, 75.000 copie del libro per rispondere a una richiesta improvvisa di mercato.
Ambientato in un futuro prossimo, “1984” racconta di un mondo governato da tre superpotenze: Oceania, Eurasia ed Estasia. A capo dell’Oceania c’è il Grande Fratello che, per mezzo del Ministero della Verità, controlla i cittadini trasformando la storia e distorcendo le informazioni.
“La guerra è pace”, “La libertà è schiavitù” e “L’ignoranza è forza” sono i tre cardini della Neolingua imposta dal Grande Fratello e, senza dover fare un grande sforzo d’immaginazione, potrebbero stare tranquillamente in bocca al neopresidente.
Il che è decisamente inquietante.
Ma in fondo, il rinnovato successo di quest’opera non fa che confermarne l’importanza.
E anche se ci sembrava impossibile, anche se non volevamo più macchiarci di questa colpa,
dobbiamo dirlo ancora: Grazie, Donald.