Ci voleva. Si, finalmente ci voleva una ventata d’aria fresca, un progetto elettronico che al suo ascolto suonasse diversamente, personale, contemporaneo ed internazionale. Soprattutto internazionale, nonostante Alessandro e Bianca in arte CONCERTO arrivino dal sud Italia e attualmente vivano e studino rispettivamente chitarra jazz e canto jazz al Saint Louis College of Music di Roma.
Li ho visti, durante il loro release party (tour) al Fab di Prato, per presentare il loro album d’esordio uscito lo scorso 27 aprile per Totally Imported, prima esprimere tutta la passione per la musica suonata dal vivo, creando un contatto diretto e personale con il pubblico e il me ascoltatore, poi di persona nel backstage.
Da una semplice chiaccherata, in modo naturale, spontaneo come sono dal vero questo duo, ne è nata una bella intervista.
What About Concerto?
What about concerto è un pot pourri di cose, un album nato in un lungo periodo.
Ci sono alcuni brani, risalenti anche a 4/5 anni fa, che per raggiungere il risultato desiderato hanno avuto bisogno di un periodo di gestazione importante e che racchiudono in parte i nostri ascolti, i nostri mood, stili di vita differenti in questi anni di crescita. Nell’album si possono trovare tutte le nostre influenze personali i nostri gusti e nonostante ogni pezzo rappresenti un momento ben definito della nostra vita, siamo riusciti nell’intento di creare comunque un filo conduttore.
Come lo definireste?
Un album che potremmo riassumere riflessivo e ricercato. La ricerca del suono ma soprattutto di noi stessi.
Un album onesto, che ci rappresenta.
Durante il vostro live la maggior parte dei brani, se non tutti, sono rivisitati, personalizzati rispetto le album version.
Si ci sono delle code, delle intro, siamo dei musicisti e ci piace metterci del nostro dal vivo, una parte suonata!
E ho notato che comunicate molto tra di voi, soprattutto con lo sguardo.
Si vero, una cosa che ci hanno insegnato, che insegnano ai musicisti in genere, è l’interplay.
L’interazione, il riuscire a comunicare senza parlare. Guardarsi e capire all’istante cosa si vuol fare.
Forse è anche uno dei motivi per cui abbiamo deciso di suonare insieme, di diventare un duo. In modo naturale, fin da subito, c’era questo buono interplay fra di noi.
Quindi mi viene spontaneo chiedervi di voi. Leggo tra le righe che non siete solo un duo musicale.
Anche questo è vero. La nostra non è una storia insolita ma neanche troppo comune. Viviamo in simbiosi h24.
Conviviamo, stiamo spesso insieme, facciamo musica insieme…Una vita in due, condividiamo molto.
Questa simbiosi si percepisce nel vostro live e nella vostra musica.
Bianca: Non decidiamo nulla a priori, la realizzazione delle nostre track avviene sempre in modo molto naturale dividendoci si i compiti, Alessandro cura maggiormente la parte dei suoni, dei beat, io la parte dei testi ma nonostante ciò condividiamo totalmente le scelte.
Pensa che all’inizio non volevamo suonare insieme, poi visto che funzionava, funzionavamo, ci siam detti: “Perché no!”
E poi vuoi mettere? Provare a casa in pijama è la cosa più bella che si possa fare!
Ora ditemi un po’ come è nata la collaborazione con Godblesscomputers.
Keep On’n’On e Rise Above ft. Jeanpierre, nostro carissimo amico, sono le collaborazioni presenti nel nostro album e in un certo senso anche le nostre tracce preferite.
Godblesscomputers è uno degli artisti più in gamba nella attuale scena elettronica italiana, il suo sound ci attraeva da sempre e ci tenevamo a conoscerlo. L’estate scorsa in Puglia all’Eremo Club, condividendo musicalmente una serata, l’incontro è avvenuto, c’è stato da subito, in un certo senso, un buon feeling e da li il passo verso la collaborazione è stato breve. La scelta di Keep On’n’On è stata immediata. Il pezzo ci piaceva già molto ma mancava un qualcosa, e lui è stato in grado di capire cosa, di dargli un suo tocco personale, un valore aggiunto che ha reso il tutto pazzesco!
A proposito di scena italiana, tendenzialmente cantautoriale, mainstream, Come vedete in particolare la situazione capitolina dove abitate e da dove arrivano nomi forti del momento? E chi vi piace tra i colleghi?
Una scena molto attiva, non possiamo dire di apprezzare appieno il cantautorato ma ne apprezziamo la spontaneità.
Giorgio Poi è l’artista che ci piace maggiormente in questo momento, cura tantissimo il sound. Lo accostano in tanti a Lucio Battisti ma noi crediamo che Giorgio sia Giorgio.
Mi risulta quindi spontaneo chiedervi quanto vi sentite a vostro agio e quanto fuori da questa realtà italiana.
Alessandro: La dura realtà dei fatti è che la scena italiana non prevede in maniera fissa, presente, l’elettronica più legata al mondo clubbing. Personalmente non ci sentiamo fuori dal coro ma in una dimensione più europea, più internazionale anche se per noi italiani non è sempre facile affacciarci con le nostri produzione, con la nostra musica, all’estero.
Concordo pienamente. Questa vostra internazionalità si percepisce in tutti i brani. Sono convinto che in Francia esempio, dove la cultura elettronica è ben radicata, troverete nuovi estimatori e ottimi riscontri.
Ci hai fatto un grande complimento. Adoriamo tutta la scena elettronica francese da Sebastian a Gesaffelstein, in particolare gli artisti dell’etichetta Ed Bangers. Non ci possiamo esempio perdere il prossimo show italiano dei Justice, biglietti presi subito dopo l’annuncio.
Allora credo proprio ci vedremo al loro concerto e il vostro brano Le Carillon, cantato in Francese sarebbe perfetto per l’approdo oltralpe! Chiude il vostro live e termina la nostra intervista.
Questo brano è tra i nostri preferiti, è stato realizzato per la colonna sonora degli spot della camera nazionale della moda italiana, prendendo come riferimento effettivamente il mondo Justice. Non è contenuto nel nostro album perché vive di luce propria, è giocoso e in salire, potente sul finire, perfetto per chiudere i nostri set!
Adoro questo pezzo. Adoro i Concerto!