“Aprire un paracadute è l’unica soluzione per non schiantarsi, ma in fondo anche in caduta libera non si sta così male. Paracadute è una caduta libera sulle delusioni di una storia passata, quando le uniche cose che restano sono quelle che la persona che hai amato ha lasciato sul tavolo prima di andarsene. Paracadute è la voglia di saltare a tempo sopra tutto il resto per alleggerirsi quando anche il peso della gravità sembra troppo.”
Così il giovane duo indie-pop Conse ci introduce il nuovo singolo Paracadute via Labella Dischi.
Un brano che racconta com’è divertirsi a una festa, spegnere il cervello e smettere di pensare a quanto manchino i momenti di una storia passata, tanto bella quanto irrecuperabile. Il ritmo di una batteria dritta e sporca accompagna l’intero brano di Conse, fondendosi con un basso dalla ritmica ben più complessa che, nelle strofe dal testo più riflessivo, trascinano la voce fino ad un ritornello dove l’obiettivo di evasione del brano viene raggiunto con pad e synth che lanciano la mente lontano dai ricordi che fanno stare male.
Nel videoclip che accompagna la release di Paracadute, un fiume di immagini semplici e figure vuote si alternano a ricreare la sensazione di “vuoto mentale”. I pensieri e i ricordi si presentano sporadici e frammentari perdendosi in un mare di flash e geometrie annebbianti che rendono la storia vaga, solo per qualche istante, anche a chi l’ha vissuta.
“Abbiamo scelto di rappresentare Paracadute con le animazioni realizzate da Marta Mugnaini, per poter dare una forma a dei concetti che sarebbe stato difficile catturare con una semplice videocamera.
A volte tramite il disegno è possibile trasmettere più direttamente ciò che si prova e che si vuole far provare“
Qui, di seguito, Giacomo Clementi Chiavari e Jacopo Dominici ci raccontano qualcosa di più di se attraverso 5 pezzi per loro fondamentali.
B.B. King – Three O’Clock Blues
Non sappiamo quanto e come ci abbia influenzato rispetto alle nostre composizioni, ma probabilmente è stato uno dei brani che abbiamo suonato di più con la nostra prima band ed è uno di quelli che porteremo con noi per sempre.
The Beatles – Eleanor Rigby
I Beatles non possono mancare nella nostra Playlist del cuore, fanno parte degli ascolti principali della nostra infanzia, “Eleanore Rigby” è la dimostrazione che un gruppo può variare nei temi trattati e negli stili utilizzati senza perdere la propria identità e a noi spaziare saltando da uno stile all’altro è sempre piaciuto.
Micheal Jackson – Beat it
Probabilmente la prima canzone del Pop moderno che abbiamo ascoltato provenendo da un passato musicale fatto di Bb King, Beatles, e Nirvana. Non c’è nient’altro da aggiungere, “Beat it” per noi è l’emblema del Pop, quello puro che ti prende a pugni ogni volta che parte la batteria, che quando finisce ne vuoi ancora.
The Police – Every Breath You Take
Probabilmente una delle più conosciute se non la più famosa dei Police e della musica degli anni 80. Ci ha sempre affascinato la capacità che ha di riuscire a parlare di un’ossessione per qualcuno, in maniera apparentemente romantica, creando un contrasto tra la leggerezza delle melodie e il senso del testo. È una particolarità che spesso ci piace utilizzare nelle nostre composizioni.
Nirvana – Sliver
Sliver è la nostra anima grunge e punk che ha voglia di gridare al mondo quello che ha dentro, e la dimostrazione di come la semplicità di una composizione con due accordi possa suscitare emozioni pur non essendo un capolavoro compositivo.