TUM, non è il rumore di un libro che cade. TUM è il progetto solista di Tommaso Vecchio, cantante dei Pocket Chestnut., indie band che per 8 anni ha condiviso tantissimi palchi con artisti come Adam Green, Gang of Four, Chadwick Stokes, Poliça, The Veils e molti altri. Tum ha imparato a suonare l’ukulele a Mumbai, l’unico strumento che riusciva a far entrare nello zaino nel suo viaggio e molte delle sue canzoni sono state scritte tra ottobre e dicembre dello scorso anno con Vernon Noronha, cantautore indie-folk indiano conosciuto in viaggio. Al ritorno in italia i brani sono stati ri-arrangiati con l’aiuto di un team di musicisti professionisti.
Oggi Tommaso ci presenta il primo singolo DarKer, registrato al Sabbionette Studio, uscito per l’etichetta Stereo Beach Party e distribuito da Ghost Records (Barzin, Belize, Black Eyed Dog).
Il videoclip racconta la vita quotidiana indiana. Tutto è stato filmato da Tum con un telefonino a Mumbai, Agra, Matheran e Nuova Delhi e montato dal regista Alessandro Valbonesi.
“DarKer è un rotten blues a la Nick Cave che si trasforma nel rumore dei passi ipnotici di Sparklehorse. I denti restano costantemente digrignati…è la rabbia mannara di un garage à la Eels di Hombre Lobo. Nasce come un racconto di un viaggio ma finisce per essere il viaggio in sè.”
Insomma Vi abbiamo presentato in pillole questo nuovo progetto di vita/viaggio musicale, non vi resta che andarlo a vedere dal vivo, conoscere le sue storie di persona e immergervi, tutto orecchie, nel #gimmefive – cinque brani fondamentali che Tum ha selezionato in esclusiva per B&S.
Motorpsycho – Feel
La prima volta che ho visto I Motorpsycho era il novembre del 2002 era il tour di “It’s a Love Cult”. E’ una band che mi ha cambiato la vita. Non ho altro da dirvi, li ho visti 10 volte sono pure andato a Oslo in giornata per vederli…ogni volta è una “big surprise”. Questa canzone è un vento che mi spazza via.
Howe Gelb – Paradise Here Abouts
Il primo disco di americana contemporanea che ho consumato fino allo sfinimento. I racconti di Howe ti incantano e vorresti che suonasse per ore questi gospel che ti riempiono anima e cuore. Vorrei tanto avere un caminetto e una coperta muccata per ascoltarlo così il giorno di natale.
Evan Dando – All my life
Ho questo vinile sulla mensola della mia cucina, non lo suono mai ma lo guardo tutti i giorni, è un stato mentale per me: “Baby, I’m bored”. Evan quando ha scritto con Chris Brokaw queste canzoni aveva 36 anni, la mia età…ci ha messo dentro uno scazzo esistenzialista che mi fa tremare. Il 17 maggio del 2009 ero ad Amsterdam e sono andato a vederlo al Paradiso. Era fattissimo e sbaggliava molte canzoni ma quando ha suonato questa ho pianto, come dice il titolo c’è una vita intera in questo pezzo. Siamo fatti di nervi e sangue caldo, diceva quel tale…certe cose le sentiamo e basta…
Richard Ashcroft – On a Beach
Il primo disco solista di RA dopo lo scioglimento dei Verve, la sua rivincita come uomo, il suo riscatto come artista. E’ un disco che ha avuto pochi riconoscimenti ma secondo me è il suo disco più vero. A casa dei miei genitori a Mortara ho un poster di questo tour l’ho preso al fù Rolling Stone quando ha presentato questo discone a Milano. Non avevo ancora la patente, mi ci ha portato il mio compagno di liceo sfidando un nebbione da paura. A distanza di anni credo di non averlo mai ringraziato, lo voglio fare adesso perchè vedere Ashcroft a quei tempi per me è stato importantissimo. On the beach è una bella metafora di vita, è una camminata al tramonto tra fantasmi e tormenti ma l’artista, occhiali scuri e passo dinoccolato, tira dritto con una figaggine sovrannaturale. I’m on fire I’m full of love and new desire.
Ryan Adams – My Winding Wheel
Soffrire per amore e scrivere canzoni, se qualcuno può farti credere di poterlo fare per lavoro questo qualcuno è Ryan Adams. Heartbreaker allo stato puro. Una tensione continua che non si risolve mai e continua a generare ballate meravigliose che ci fa colare nelle orecche quasi ogni anno. Un disco prezioso che non mi stanco mai di ascoltare.