Gli YOY (Lorenzo Borgatti, Massimo Borghi e Giacomo Malaguti) sono un oceano di pensieri e sentimenti espressi da onde sonore. Tutti i testi sono tratti da esperienze di vita reale e parlano di momenti molto bui che almeno una volta nella vita ciascuno di noi ha affrontato. La musica che li accompagna è l’habitat delle emozioni che trapelano dalla linea vocale, che in un mescolarsi di ritmi e suoni sempre diversi, crea un universo speciale, un’armonia a tratti violenta, a tratti evanescente.

Il percorso del disco omonimo via WWNBB è iniziato nel luglio 2018 con la pubblicazione del singolo Infinite nato dalla preziosa collaborazione con BIRTHH, è stato presentato per intero ad Austin nell’edizione del 2019 del SXSW e potete ascoltarlo per intero qui.

Il 14 febbraio 2020 è uscito il videoclip di Believe, il primo videoclip ufficiale della band, firmato da Paolo Polacchini (Studio Bajkal). Un flusso immaginario di pensieri ispirato alla vicenda mitologica della caverna di Platone.

Per comprendere meglio le origini di questo sound così ipnotico e internazionale abbiamo chiesto agli YOY di raccontarci i loro 5 pezzi fondamentali:

Sohn – The Wheel
[Jack] Il primo giorno in cui ho sentito questa canzone è stato ad un festival, mentre taravano un impianto. Ero giovane e me ne sono innamorato. L’ho “shazzammata” subito e non me ne sono più liberato. La cosa che mi ha colpito più di tutte è stata come Sohn riuscisse a usare la voce campionata come strumento, che tra l’altro è la peculiarità del brano. Poi a 2:15 l’esplosione: ed è tutto perfetto, al proprio posto. Ogni volta un brivido. Da poco è uscito il live del pezzo con la Metropole Orkest. Incredibile!

Bon Iver – 715 – CR∑∑KS
[Lollo] Bon Iver è sempre stato una grandissima fonte di ispirazione, soprattutto negli ultimi anni. Questo brano sembra scoppiare di intensità emotiva, ma resta pur sempre e solo una voce con un harmonizer, non si aggiunge altro. E va bene così.

Kendrick Lamar – Pride
[Lollo] La musica di Kendrick Lamar (insieme a quella di Kanye West, James Blake ed Evenings) ha influenzato molto il nostro disco. Questo brano che si apre con la frase di un coro: “Love’s gonna get you killed” ti porta in un’altra dimensione. I suoni all’interno sono pochi: un chitarra, un basso super bello e una batteria che insieme a qualche voce effettata accompagnano Kendrick in un insieme spaziale. Non credo sia il pezzo più famoso del disco “DAMN”, ma è sicuramente il mio preferito.

Son Lux – Lost It To Trying
[Maci] Ho scoperto questa canzone grazie alla pubblicità di un’automobile. In seguito a questa scoperta li ho visti dal vivo ad Arezzo e mi hanno ispirato molto, dandomi diversi spunti anche per i live.

Henry Green – Barcelona
[Maci] Suggerita da Spotify, poi riascoltata in tour con Birthh, per i suoi suoni elettronici molto nitidi che all’epoca mi hanno totalmente affascinato, aiutandomi nella scelta di futuri suoni e indirizzandomi verso un sound minimale, da me ancora molto gradito e apprezzato.