Le canzoni di Tuma raccontano storie di vita quotidiana, storie semplici, vissute e non, guardate dalla prospettiva di uno studente squattrinato qualsiasi che vive alla giornata insieme ai suoi coinquilini, con la convinzione che spesso, come direbbe un suo caro amico, basta una chitarra e una bottiglia di rum per star bene.
L’artista, in attesa del suo primo album solista, rispolvera un suo vecchio pezzo vestendolo di un nuovo sound, si tratta di una versione 2.0 del singolo Mi piacerebbe evitare. Il brano ha sancito l’inizio del suo percorso artistico quando ancora non sapeva di voler fare il cantautore. E allora proviamo a fare un gioco. Proviamo a tornare indietro a due anni fa, ad un Tuma ventenne, politicamente scorretto, a un ragazzo che iniziava a cantare ironicamente il suo modo di vedere il mondo.
Come son tristi le mattine
di un’estate da PR,
come son tristi le panchine
della piazza a dicembre,
come son tristi le serate
delle fiction di RAI 1,
quando ti invitano alle feste
e non parli con nessuno.
Mi piacerebbe evitare è senza ombra di dubbio una canzone politicamente scorretta il cui obiettivo è quello di urlare a gran voce tutto ciò che avremmo sempre voluto dire, ma non ne abbiamo mai avuto il coraggio.
Qui, di seguito, Tuma ci racconta qualcosa di più di se attraverso 5 pezzi per lui fondamentali.
Penny Lane – The Beatles
Penny Lane è stato il pezzo che mi fece innamorare dei Beatles. Correva l’anno 2004, era l’estate degli europei di calcio di Portogallo e delle Olimpiadi di Atene, mio padre, per consolarsi da una deludente Italia fatta fuori ai gironi, corse nell’unico negozio di dischi del paese a comprare un CD. Scelse (con colpevole ritardo, perché l’album uscì nel 2000) “The Beatles 1”. Arrivato a casa, infilò il disco nella fessura dello stereo e, non so per quale congiunzione astrale (sarà stato uno dei suo pezzi preferiti, non gliel’ho mai chiesto), saltò ogni traccia fino ad arrivare alla numero 17. Penny Lane. Fu amore a primo ascolto. Ancora oggi sono il mio gruppo preferito e Penny Lane una delle canzoni che ascolto più spesso.
Alice – Francesco De Gregori
È stato il pezzo che mi ha fatto scoprire De Gregori, artista che amo da morire e che spesso ripropongo live. Era una delle tracce di una compilation di grandi successi che ascoltavamo in macchina durante i viaggi di famiglia della mia infanzia e forse il primo pezzo che ho imparato a memoria che non fosse la sigla di qualche cartone animato giapponese. Se un domani avrò una figlia la chiamerò sicuramente Alice.
Tristeza – Toquinho & Vinicius de Moraes
Sono un grande ascoltatore di musica brasiliana, è una passione nata grazie a mio zio, chitarrista straordinario e grande cultore della musica carioca. Questo pezzo, famosissimo in Italia grazie alla straordinaria interpretazione di Ornella Vanoni, è stato il primo del genere che ho imparato con la chitarra, nella versione di Toquinho e Vinicius de Moraes, versione chitarra solo straordinaria. Tutt’ora la suono nei momenti in cui mi sento un po’ giù o per distendere i nervi prima di un live.
Le sei e ventisei – Cesare Cremonini
In questa lista non potevo non inserire un brano di Cremonini, l’artista italiano che ho ascoltato di più nella mia vita. Lo ascolto da quando ero piccolo, ballavo come un pazzo sulle note di “50 special” e cantavo a squarciagola “Latin lover”. Le sei e Ventisei è un pezzo magico, ogni parola, ogni singola nota di questo brano è poesia pura. È uno di quei pezzi che avrei voluto scrivere io. Spesso, quando trono a casa, la notte, da solo, mi accendo una sigaretta (una Winston Blu, ovviamente), metto la canzone il loop e canto come un pazzo.
Lucky Guy – Sondre Lerche
Mi sono avvicinato all’indie come ascoltatore prima che esplodesse in Italia come fenomeno commerciale. Già ai tempi delle superiori ascoltavo un sacco di Indie Folk internazionale, i Kings of Convenience, Bon Iver. Uno degli artisti più eclettici che abbia mai ascoltato è Sondre Lerche, che ho scoperto per caso grazie alla riproduzione casuale di Spotify. Il suo primo brano che ho ascoltato è Lucky Guy, un pezzo di una delicatezza che è veramente difficile da spiegare con le parole. Non vi resta altro che ascoltarlo.