Si chiama “Non ci avranno mai” ed è il singolo del trio milanese Il Corpo Docenti in uscita questo venerdì 21 ottobre e che vede la produzione di Uolfgang. Il brano, qui sotto una spoilerata scorrendo il post IG, esplora delle sonorità nuove per la band pur mantenendo di fondo le caratteristiche più incisive e le sfumature rock dei brani precedenti.
“Non ci avranno mai” anticipa l’uscita dell’album e potremmo ascoltarla live al Covo Club di Bologna il 22 ottobre, data in cui si esibiranno anche I Botanici (Garrincha Dischi). Per riscaldarci alla serata di sabato abbiamo chiesto a Il Corpo Docenti di raccontarci i loro 5 brani fondamentali. Gimme 5!
Pink Rabbits, The National
I The National sono una band che ha sempre sentito il bisogno di evolversi e che ci ha sempre affascinato per quel loro modo unico di rimanere, allo stesso tempo, fedeli a loro stessi. Questo brano ci fa scendere una lacrimuccia ogni volta che lo sentiamo.
New Gold, Gorillaz ft. Tame Impala
Approfittiamo di questo brano uscito da pochissimo per prendere due piccioni con una fava (ridono). Sia i Gorillaz che i Tame Impala sono band che hanno letteralmente segnato la nostra generazione e che ci fanno rendere conto di come si possa fare musica liberi da qualsiasi tipo di schema collaborando con artisti apparentemente lontani. Gran pezzo comunque!
The Boy With The Torn In His Side,The Smiths
Gli Smiths sono sempre un faro nella notte oltre che un grande esempio di indie rock che diventa pop e mette d’accordo tutti. In generale questo disco è da ascoltare almeno una volta nella vita e noi lo abbiamo letteralmente consumato.
40 secondi di niente ,Verdena
I Verdena sono un’altra di quelle band in grado di mettere davvero d’accordo tutti, o comunque riescono a farlo con noi tre. L’unica cosa che ci può dividere è quale sia il miglior disco della band e spesso ci immergiamo in un dibattito senza fine. Visto che due su tre sono all’unanimità su Il Suicidio dei Samurai, proponiamo 40 secondi di niente. Ci dispiace Benzo!
Sunday Morning ,The Velvet Underground
Disco storico e imprescindibile, l’opening è un pezzo di una calma quasi ipnotica che dopo cinquant’anni risulta ancora fresco, facendo sfigurare buona parte del lo-fi che cerca di ispirarsi al periodo. Fondamentale per noi, ma fondamentale per tutti. Ogni tanto bisogna scomodare le pietre miliari e ricordarsi che esistono.