Dopo averci portato in viaggio con loro durante le riprese utilizzate per il video di Sole Fermo e averci regalato i singoli Desertica e Rettile, gli zYp hanno finalmente fatto uscire il loro LP omonimo via DEWREC:

ZYP è il salto in avanti di una band che è cresciuta tanto, espandendosi senza perdere il centro. Vitto, Gabri, Lory e Fede hanno una visione della musica tanto pura quanto reale, materica: “Più che una risposta a qualcosa, la musica è stata un’illuminazione. La musica è stata la risposta al desiderio di esprimerci, in un momento delle nostre vite in cui non potevamo o riuscivano a farlo in libertà. Essere noi quattro, in sala prove a suonare come meglio potevamo, era, ed è tuttora, il momento per eccellenza di scambio, di esposizione della propria sensibilità e di confronto su tutto. La musica per noi è festa, gioco, studio, meditazione e terapia”. Ma non sono, o meglio non solo soltanto, tipi da studio, gli zYp, anzi: sarà durante un loro live che, pure se non conoscete nemmeno mezza strofa di una canzone, vi faranno voltare la testa verso il palco per osservare con sempre maggiore attenzione ciò che sta accadendo. Perché la fiamma di suono, energia ed elettricità che sanno innescare quando attaccano a suonare, è provato sul campo, non lascia nessuno indifferente. In attesa di poterci immergere in questa energia abbiamo chiesto agli zYp di raccontarci il loro disco traccia dopo traccia per accompagnarne l’ascolto. 

Comincia
Non sai mai veramente cosa, ma sai quando inzia e quando finisce. L’incertezza che fa paura, ma che elettrizza allo stesso tempo. Angoscia ed eccitazione, paura e desiderio.

Rettile
È  un rettile. È colpa sua. È  tutta colpa sua.

Desertica
Dove meno te lo aspetti, c’è bellezza e poesia. Sta tutto nella capacità di vederla, di riconoscerla tra le cose grigie. Ed è difficile perché è molto vicina a noi, ce l’abbiamo intorno. A volte è giusto ricordarcelo. Questa canzone è un buon modo per farlo.

Polvere
È la ballad del disco. È nata al piano, gabri e vitto. Poi è passata per le mani di Fede e Lory, poi per quelle di Lillo (producer). È rimasta una ballad, ma un po’ più zYp.

Sintomi
Profetica, sintomi. È nata due anni prima della pandemia, su una montagna, in mezzo alla natura, ed è impressionante quanto sembri parlare di adesso.

Chiedilo a lei
Vai, chiediglielo.

LTCMDT
Alla fine, stringi stringi, siamo dei tamarri. E non ci piace chi parla e non fa, chi professa e si tira indietro. È troppo facile, è troppo comodo.

Usami
Prima che sia troppo tardi, prima che tutto cambi, prima che io scappi via.

Le Fabbriche
Dovete sapere che questo disco è nato in periferia, quella di Torino, Barriera di Milano. E come tutte le periferie che si rispettino, è piena di scheletri di fabbriche. Fantasmi urbani, che a volte sembrano tornare a vivere nelle giornate nebbiose.

Sole Fermo
Un limbo bianco, di nuvole e nebbia, in cui il sole sembra pietrificato. Un dipinto, immobile, e un senso di vuoto che riempie ogni spazio. Prima o poi, si muoverà.

Blu
È  l’ultimo pezzo del disco. La fine di un viaggio. L’ultimo capitolo. In un mare di incertezze e frasi lasciate a metà, la musica ci porterà con sé. Per sempre.