Ritorno a parlare di vintage e di riciclo di abiti, che prendono vita e si impossessano di altri momenti e altre esperienze, insieme al cantautore Francesco Savini, oggi, 19 febbraio, esce il suo nuovo singolo Divano e per l’occasione sfoggerà una delle sue camicie “stravaganti” come le definisce lui. Sonorità indie-pop elettronico e una vocalità che ricorda un certo gruppo di nome Ex-Otago, specialmente nel ritornello.

Francesco ci parla della passione per la ricerca di abiti che hanno avuto un passato, e che fanno parte dell’armadio di persone molto vicine a lui (amici e la vecchia giacca anni ’80 del padre, che è stata la protagonista del suo videoclip La facoltà del tempo perso). Tornando alla musica Divano è un singolo che affronta il tema della vanità e delle apparenze, un invito a levare le maschere sociali, per essere finalmente ciò che si vuole davvero essere. Francesco Savini per How to dress for…

Il tuo must have in assoluto in fatto di moda?
Sono sempre stato attratto dalle camicie stravaganti, piene di colori e fantasie, ma fino a qualche
tempo fa non ho mai avuto l’occasione di metterle. Ho fatto concerti in diverse situazioni, ma
nessuna richiedeva quel tipo di abbigliamento o era appropriata per indossare certi capi. Adesso,
nel mio progetto, in cui appaio in prima persona, posso finalmente sentirmi a mio agio con quello
che è il mio gusto stilistico.

Un capo, un accessorio, uno stile di vita che ti piacerebbe ritornasse di moda?
Mi piacerebbe tornassero di moda le tute a vita bassa del 2008/2009 “Frankie Garage”, che tutti i
miei amici indossavano alle medie. Quando le indossavi ti sentivi parte di qualcosa.

In che modo il tuo stile si riflette nella musica che fai?
Non c’è una vera e propria correlazione tra quello che suono e quello che vesto. Sono sia la musica
che scrivo, sia i vestiti che indosso. Mi reputo una persona molto egocentrica artisticamente (c’è
chi dice che lo sia anche nella vita di tutti i giorni, ma non voglio farmi cattiva pubblicità) e di
conseguenza la mia musica e il mio modo di vestire rappresentano esattamente ciò che sono. Per
questo motivo quando salgo sul palco mi sento perfettamente a mio agio.

 Un’abitudine a cui non rinunceresti mai?
Ho diverse abitudini, ma quella a cui non rinuncerei mai è chiudere tutte le sere le ante degli
armadi prima di andare a dormire. Non so, ma mi trasmettono ansia.

Una tendenza che hai seguito ma che poi si è rivelata un flop?
Quando avevo 12/13 anni comprai talmente tanti pantaloni a vita bassa e cinture da averne
l’armadio pieno (tanto da non riuscire a chiuderlo la sera, da cui primo flop). Così al mattino per
andare a scuola li indossavo con una t-shirt rigorosamente dentro, una cinta sgargiante ed
aggiustavo i capelli in modo che fossero tutti davanti agli occhi. Non che tutto questo impegno
abbia portato a qualcosa visto che ho avuto la mia prima ragazza molto più tardi.

Cosa ti senti di consigliare in fatto di lifestyle ed ecosostenibilità nella moda, tema che
riteniamo attualissimo ai giorni nostri?
Gran parte del mio armadio viene da vecchi vestiti di mio padre o di amici che non li usavano più e
che quindi ho “preso in prestito”. Un esempio è la vecchia giacca di mio padre che usava negli anni
’80 e che indosso anche nel video del mio secondo singolo: “La facoltà del tempo perso”. Mi è
piaciuta talmente tanto che è diventata un “must” nel mio abbigliamento giornaliero così come
molte camicie che uso durante i concerti. Il mio consiglio, quindi, è: rovistate nei cassetti dei vostri genitori, dei vostri amici (con il loropermesso), potreste trovare proprio la cosa che state cercando.