In molti stigmatizzano il reggaeton: l’emoton , che darà anche il titolo all’album d’eosrdio fuori il 14 gennaio 2022 per Carosello Records, impone di smetterla. Sono i BAUTISTA, duo formato da Giorgio Spedicato aka Machweo e Gustavo Aaron Saavedra aka 999asura, ad aver inventato questo nuovo sottogenere citato anche nel singolo Callao a cui ha fatto seguito da pochi giorni l’ultimo brano Coca.
BAUTISTA è il cognome della madre di Aaron e richiama il posto in cui poter tornare sempre, preziosa chiave di lettura delle loro canzoni. Il progetto nasce ad aprile 2019, quando Giorgio chiede ad Aaron di scrivere su una sua produzione. A gennaio 2020, i due esordiscono con il brano Emoton1. Il duo si distingue per la sensibilità e sincerità con cui raccontano il Sud del mondo calato in un contesto digitale e caotico. Spotify sceglie di accoglierli nel programma di portata globale “Spotify Radar” e punta sul loro talento anche Vevo, che segnala BAUTISTA tra i progetti da tenere d’occhio nel 2021.
Entrati nel roster di Carosello Records, i BAUTISTA pubblicano i brani Hasta la muerte, Notoriedad e Una buona storia.
Il singolo Callao ha dato il via ad un percorso di crescita interiore che trae ispirazione dagli shōnen, i “viaggi dell’eroe” della cultura dei manga giapponese. Callao corrisponde alla fase della “consapevolezza” e vede la partecipazione di Charlie KDM di
Machete Crew, che presta la sua voce nello skit iniziale.
In attesa di vederli esordire dal vivo il 27 gennaio 2022 al Tunnel Club di Milano x Caramello, abbiamo intervistato i due amici che ci hanno stupito con risposte commoventi.
Come siete arrivati al vostro particolare sound?
Aaron: Il tutto risale a più di due anni fa quando io e Giorgio ci siamo trovati per la prima volta in studio a casa sua. Era uno studio fatto in camera, molto semplice ma allo stesso tempo accogliente. Lì ascoltavamo tantissima musica, tanto che alla fine ci è venuto naturale cominciare a farla. Andavo da lui quasi tutti i giorni e piano piano il suono ideale è arrivato, senza che lo volessimo.
Cosa significa per voi l’emoton?
Emoton, oltre ad essere la combinazione tra le due parole (emo e reggaeton), è anche il mix musicale tra lo stare bene e lo stare male: questa vita è una danza continua e, pur nei giorni brutti, bisogna continuare a ballare. Dentro il nostro “genere” c’è la nostalgia di casa, la rabbia, l’amore e, in fin dei conti, il bisogno di essere ascoltati e compresi. Vogliamo offrire a tutti la possibilità di ascoltarci e di farsi ascoltare attraverso noi.
Cosa lega l’emoton e gli shōnen, i “viaggi dell’eroe” della cultura dei manga giapponese?
L’emoton è un viaggio fuori da sé stessi, fuori dal globo. Un percorso sulla strada di casa, che per noi coincide col Sud del mondo. Gli shōnen sono il paragone perfetto: lì il personaggio principale si ritrova a combattere in un posto per lui estraneo, ma sempre con il supporto e affetto della propria famiglia e amici. Tutto questo quadro determina e produce una consapevolezza di un potere che lo shōnen stesso non sapeva di avere: così ci sentiamo quando siamo in studio a far musica.
Come avete coinvolto Charlie KDM di Machete Crew?
Il nostro rapporto risale a quando abitavamo a Tucidide, luogo che ci ha dato tanto. Charlie era il nostro vicino di casa e lo vedevamo spesso passare davanti alla nostra finestra al piano terra (non avevamo le tende!!). In quel monolocale ci abitavamo io, Giorgio e Marco Cori, il nostro manager. Marco è il primo ad averlo conosciuto, poi Charlie è divenuto davvero parte di casa nostra. Rimpiangiamo l'arte della minigriglia assieme a lui e alla sua compagna Marta, ma recupereremo.
Chi sono i vostri idoli (musicali e non)?
Aaron: C. Tangana, Marco Giudici e Machweo.
Giorgio: Ken Kaneki, Kaneki (il mio cane) e Lil Kaneki.
Chi ascoltate in questo momento?
Aaron: l’altro giorno sono uscito con amici e mi hanno ricordato il capolavoro dei Cosmetic Non siamo di qui. La sto riascoltando in loop da giorni.
Giorgio: Alda (ragazza emergente fortissima), Sega Bodega e Bad Bunny.
“Per la cultura sì dai frate stai callao”? Perché questa frase? Fate riferimento ad una cultura in particolare?
Si tende spesso ad autoincoronarsi “capi” di qualcosa, nella musica soprattutto. Il raggaeton, di cui l’emoton è emanazione diretta, è talmente vasto e frammentato che pensare di ricondurlo allo spettro ristretto che ci arriva in Italia è sbagliato in partenza; questo non toglie nulla agli artisti che ne sono degni portatori, ma la partita è decisamente più grande. Come è di ampia portata, del resto, il termine stesso “cultura”. Da qui la nostra idea stessa di musica: arte, condivisione, confronto su un genere e assenza di imposizioni dall’alto: il reggaeton è pronto per questa sfida e vorremmo dare il nostro contributo.
Descriveteci la cover del singolo. Cosa esprime?
La grafica è curata da admia (@ndrvvz) e rappresenta Giorgio in chiave anime. Non voleva simboleggiare nulla in particolare, se non il condensato estetico di quanto fino ad ora ci siamo detti.
Cosa si prova quando ti “vogliono più in alto anche se [stai] sempre in down”?
A volte il mondo (della musica e non) ti schiaccia verso il basso con le sue logiche molte volte ferine: vivi trionfi e piccoli traguardi che non ti godi, ti ritrovi stressato e spesso senza motivazioni per andare avanti. La musica è molto bella farla, condividerla, suonarla e farla ascoltare per la prima volta, ma spiace vederla spesso ridotta a prodotto e tritacarne delle
esistenze. Ci proponiamo in futuro, partendo da noi stessi, di contribuire ad un cambiamento anche in questo senso.
Articolo Di Valentina Bellini
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