Non è molto quel che sappiamo sui Catalog, non per desiderio di mistero e anonimato ma semplicemente perché è una di quelle band a cui più che di se stessi piace parlare della propria musica e lasciare che ascoltando le loro canzoni ci immaginiamo i mondi in cui si sono create. Quello che è certo che anche in questo secondo lavoro, sempre fuori per La Barberia Records, come in Happy Ok sonorità ora new wave ora synth pop creano atmosfere sognanti e dal respiro internazionale che si dipanano in un balletto di voci maschili e femminili. Il risultato è un disco convincente e abbiamo chiesto alla band di raccontarcelo traccia dopo traccia.
“Del nuovo album ne abbiamo parlato insieme nella chat, tra Reggio Emilia e Zurigo, noi tre, e abbiamo poi riformulato il tutto come narrativa unica.”
GROUNDED KIDS
È un pezzo nato in improvvisazione. Parla di ragazzini insicuri messi in castigo, ma non ne spiega le ragioni, si limita a raccontare la noia. Secondo Antonio è il pezzo più bello di tutto l’album perché riesce a prendersi il suo tempo, respira.
BY THE SEA
La canzone è nata bene, ma ha avuto un seguito controverso. Ha il testo più triviale dell’album, un paio di parole che si rincorrono. Ci sono tuttavia parallelismi interessanti per quanto riguarda i suoni. Pisto dice che questo brano non sembra neanche nostro, ha ragione.
VAMPIRE
È il brano che abbiamo registrato per ultimo e quasi per caso perché era nato da poco, da un paio di settimane. Ne avevamo altri pronti, ma abbiamo scelto lui e l’arrangiamento l’abbiamo deciso 5 minuti prima di registrarlo mentre Stefano Bortoli faceva i vari test tecnici per iniziare la sessione in studio. Per noi è tradizione sfruttare i soundcheck per fare brani nuovi o definire le bozze. Quindi Stefano, oltre a fare mix, produzione, master e registrazione per tutto l’album, ha suonato con noi in alcuni brani. In Vampire ci ha messo il basso, trasformando il mondo in un posto migliore.
LANDSLIDE
È una canzone che è nata da due note, durante una delle nostre prime prove. Due note di synth, un riff semplice, una batteria quadrata e un testo che parla di un timido amore adolescenziale. È rimasta così, semplice e diretta. La sua semplicità l’ha reso uno dei pezzi più complicati da registrare, perché abbiamo testardamente voluto mantenesse quel sound che usciva dalle registrazioni fatte al cellulare. Landslide è divertentissima da suonare dal vivo.
ANOTHER
Quando abbiamo abbozzato Another qualche giorno prima (o qualche giorno dopo) è nevicato e il pezzo, a suo modo, era una novità che riusciva a diffondere calore. Pisto aveva in mente un beat e ha proposto di fare una canzone così e l’abbiamo fatta. Ci piace la calma che tende all’insolenza. Il brano è piaciuto anche a Marco degli Esposti che ha detto “Velvet Underground” e ha contribuito con un riff di chitarra improvvisato in studio.
GOODBYE JULY
Ci piace usare l’umorismo per eliminare la sofferenza
WOODS
La canzone aspira a un’oasi di sostenitori eliminando tutto ciò che di umano non offra sostegno, a prescindere dal grado di parentela, amicizia o di affettività. Un corrispettivo nel mondo reale sarebbe il volontariato. È un brano che abbiamo modificato mensilmente per circa 3 anni.
BLUE EDITION
È una riflessione, una forma di mancanza. Ci sembrava un bel modo per chiudere il disco anche se per molto tempo l’abbiamo usato come brano di apertura per i live.