Ci sembrava giusto e doveroso riprendere in mano un libro lasciato aperto a fine 2016. Cosi abbiamo deciso di accompagnarvi in un nuovo episodio del nostro viaggio fatto di ascolti nel panorama musicale italiano. Una selezione delle migliori proposte e uscite discografiche della penisola spaziando senza porci limiti dall’indie rock, al pop, al future soul, all’elettronica. LA NUOVA SCENA ITALIANA – Parte 2
FRICAT
“Fricatism” è l’album d’esordio del producer FRICAT classe 1982, Bologna based e già co-fondatore della band elettronica Apes On Tapes. 9 tracce registrate con l’ausilio di un’orchestra filarmonica, in cui si incontrano/scontrano musica classica ed elettronica. Un album in cui suoni di differenti tradizioni e periodi si radunano in un carnevale oscuro. Distanti marce e danze celebrano l’era della crisi e del grottesco, praticando il Fricatismo. Il Fricatismo è la pratica della bastardizzazione fertile e gioiosa.
GAZZELLE
Del giovane e fresco progetto GAZZELLE si sa ancora poco, nasce sotto la buona stella del cantautorato Romano e ad oggi una delle certezze è Quella Te il primo singolo che ci sta piacendo parecchio, che va oltre ai primi facili accostamenti ad un certo Calcutta, che anticipa l’album in uscita a marzo per Maciste Dischi. In molti sono convinti che ci siano tutte le carte in regola per diventare la Next Big Thing. Non ci resta che aspettare.
LNDFK
Tell me why è una delle più belle canzoni del 2016, Lust Blue composto da quattro delicate tracce va oltre l’essere un ep d’esordio. E’ una centrifuga di stili, un progetto luminoso dai suoni caldi, originali e allo stesso tempo raffiniti, non classico ma di classe, come lei: LNDFK. Residente a Parigi, figlia di due diverse culture, madre italiana e padre arabo, cresciuta a Napoli con la madre, la sua musica subisce l’influenza del jazz, del neo-soul e dell’hip-hop, il tutto filtrato tramite il suo bagaglio di esperienze e la sua sensibilità.
PLASTIC LIGHT FACTORY
L’EP di debutto HYPE è il suono della gioventù di tre ragazzi che con la loro immaginazione e la loro musica riescono a travalicare i confini della propria terra e ad approdare oltremanica in terra d’Albione. Questo concept EP prende ispirazione dalla recente scena musicale che si sta formando intorno all’Hype di Mantova. Collettivo di band indipendenti? Sala concerti? Rave party? Etichetta discografica? Forse nessuno sa bene cosa sia, l’unica cosa certa è che costituisce un concreto viatico per valide forme d’espressione, oltre che un reale punto d’aggregazione per una nuova ondata di controcultura giovanile portata da un vento che soffia aria direttamente dal ’67.
E allora in queste note rivivono i suoni, le luci e i colori di un’intera generazione che non smette mai di sognare.
Believe the Hype. Believe in Plastic Light Factory.
VEYL
Ed ecco un’altra musicista italiana ricca di fascino e intensità. Lei è Veyl, ergo il nuovissimo progetto di Viola d’Acquarone, al debutto solista dopo varie esperienze collaborative. Ayorama è il titolo del suo primo EP, fatto di sei pezzi che ondeggiano tra il soft pop elettronico e graffi da blue food tipicamente shoegaze. Sopra un assaggio della sua live performance in attesa di averla dal vivo dalle nostre parti.
MATTHEW S
Il producer Matthew S sperimenta da sempre, fin da giovanissimo, musica elettronica. Docente di produzione in Live Ableton e Live Set, sound designer, fuori per INRI a gennaio 2016 con il singolo Maneki Neko, a cui fa seguito l’ottimo INSIDE EP con cui riesce a far conoscere la sua doppia anima. La traccia “Inside” passata in heavy rotation su MTV NEW ZONE mostra il lato più elettronico deep con sonorità più ricercate, mentre con “Fantasy Turbulence” l’anima di Matthew S prende colorì più vivi, il mood si fa più colorato, più carico. Sopra l’ultima co-produzione che vede la partecipazione di Samuel (Subsonica).
CACTUS ?
Appena tornati da Londra per un mini tour i cactus ? hanno tutti gli strumenti e le carte in regola per farvi rivivere gli anni d’oro dell’indie rock. E’ da poco uscito il loro nuovo videoclip di Still Alone, singolo estratto dall’EP Sorry For My Accent, un EP cosi descritto da riviste autorevoli come rockit “un album dalle sonorità, ricercate e mai banali, che intrappolano ed incatenano: ascoltarle una sola volta non basta, perché il cervello ne vuole ancora ed ancora”. Provare per credere.
BE A BEAR
Il progetto Be a Bear nasce a Bologna da un’idea: la musica si può creare con mezzi semplicissimi, web, social media e soprattutto un iPhone, magari pensando che tutto sommato è strettamente legata a quello che fai tutti i giorni e che alla fine non è un modo per sfuggire da tutto e tutti, ma per avvicinarsi al nucleo del sentire comune.
Il suo album Push-e-Bah è la chiave per entrare nella tana di Be a Bear. 10 brani , un sound elettronico dalle influenze rock a cui l’orso associa una scelta di immagini che diventano la voce, il catalizzatore dei suoi brani con una coerenza tale che pare provengano direttamente dalla musica stessa.