Il cantautore e produttore Edoardo Elia e la cantautrice e visual artist Simona Catalani condividono un amore viscerale per le melodie malinconiche e tutte le forme della canzone pop. Dal loro incontro nel Pom Pom Studio di Roma inizia a prendere forma una collaborazione lavorando ad una serie di canzoni incompiute e abbandonate da un po’ di tempo a cui Edoardo non aveva ancora deciso quale direzione dare ed erano rimasti in bozza una manciata di accordi, melodie malinconiche e alcune parole slegate che avevano però qualcosa di misterioso e seducente. Sembrava sempre mancare una scintilla. Una sera d’estate, poco prima di andare ad un concerto, ascoltando le tracce Simona si mise a cantare il primo ritornello, e in quel momento si resero conto che soltanto le loro due voci insieme avrebbero potuto finalmente dare una forma pop risolutiva a quelle canzoni. Gli arrangiamenti emersero quasi come una conseguenza naturale, in un continuo scambio tra i due cantautori. Erano nati i Puà e il disco d’esordio Animali stava per vedere la luce.
Animali (WWNBB Collective / Dischi Sotterranei) è un vortice eclettico dalle influenze retrò che abbraccia le ispirazioni più diverse da Bowie ai Beach Boys, da Todd Rundgren agli Electric Light Orchestra ma al tempo stesso, i Puà si inseriscono anche in quella leva di nuove band e artisti che nell’ultimo decennio hanno recuperato e rinnovato un suono caldo e analogico, non di rado innamorato di certi Anni Settanta, come per esempio Foxygen, Fleet Foxes, Tame Impala o
Timber Timbre. Nell’album si passa dal synth pop in punta di piedi della notturna Magic Dance, all’indie rock dai colori psichedelici di Fireman; dal glam venato di cadenze blues di Beacon Margarita, fino allo sciame di percussioni che
assediano la melodia di King Grace. Ogni traccia, come ci raccontano di seguito intona in maniera differente una sorta di invocazione a liberarsi dalle catene di questa vita, dalle sue zavorre, dalle esperienze che facciamo sin da piccoli all’interno di un sistema che ci vuole addormentati.
I Puà saranno anche in tour a partire dal 13.06 PADOVA – Secret show, proseguendo il 14.06 CASTELFRANCO VENETO – Sottosopra Festival, il 21.06 PADOVA – Sherwood Festival, opening per Tre allegri ragazzi morti, il 06.07 PESARO – WWNBB Festival, Circolo Mengaroni, il 18.07 FIRENZE – BioRitmo, il 19.07 RAVENNA – Hana-Bi.
TOUCH ME
La canzone si sviluppa su un andamento lento e flemmatico del beat, poi come una rampa di lancio, il finale esplode nell’invocazione “Please touch me”. Una richiesta di aiuto che avviene nel momento più buio “When the night comes” a liberarci dalla solitudine e dalla paura del non riuscire a comunicare con l’altro.
MAGIC DANCE
Magic Dance è un inno per prepararsi alla morte. Contro un pensiero che ci vuole imprigionati nel mondo materiale, spaventati dell’abbandono del corpo e delle sofferenze. “I don’t wanna leave tonight” perché so di non essere pronto. La magia è il movimento che ci avvicina alla parte più profonda di noi, più vera.
DEMELZA
Demelza sul ricordo, sulla lettura che si fa della propria vita nella fase di maturazione. C’è una presa di posizione e di coscienza delle proprie azioni. Non c’è paura di agire, ci si pone, una volta capito il proprio percorso, a protezione dei più fragili, chi ancora non ha trovato il proprio sé.
BEACON MARGARITA
In una catena di associazioni mentali randomiche, la canzone ci porta in viaggio attraverso la natura mutevole dell’uomo. “Every morning I’m a different person” . Non siamo mai uguali e coerenti, ma questo viaggio può essere vissuto anche con leggerezza, lasciandosi trasportare dal flusso incontrollato.
FIREMAN
Le emozioni umane più semplici sono messe a nudo da un’associazione di elementi banali. La gelosia, l’attaccamento a un cappotto, il paragonarsi a qualcuno che riteniamo migliore di noi, e altre piccole perversioni che trafiggono la realtà del maschile e del femminile allo stesso modo. Il synth risulta in ultima sede come una scossa, una voce dissonante fuori dal coro che spinge l’uomo verso l’alto, verso il riconoscimento della suo percorso.
JEWEL
Canzone cardine dell’album. Come un motore che si accende e comincia ad alzare i giri. Parla di un dormiveglia, del momento in cui ci si rende conto da svegli di star dormendo. La strada si illumina d’amore e come un’onda del mare ci travolge portandoci più vicini alla nostra essenza slegata dall’Ego.
KING GRACE
King Grace è una foto del mondo capitalista e materialista che rende la Vergine una superstar, l’ossessione per il denaro, le tenebre che rendono l’amore un gioco fatto di mosse astute. Uomini e donne ripetono versi d’amore vuoti che logorano la loro vita, ci accontentiamo poi di un giorno di sole d’estate che come un sedativo ci lascia disorientati e contenti. Ancora una volta i ritornelli fungono da scossa liberatoria, il lampo di luce.
SZECHUAN
La relazione di dipendenza che si crea tra persone che si amano e per il troppo amore si incollano, coesistono in un loop di reazioni che intessono una ragnatela da cui è difficile uscire. È importante uscire dal loop per potersi guardare finalmente negli occhi e costruire un nuovo rapporto d’amore sano. C’è anche il perdersi in un bicchier d’acqua o annegare in una pozzanghera, dove da una piccola cosa, da un incidente di percorso si crea un castello di reazioni eccessive.
UNUSUAL
La paura che ci assale quando vediamo qualcuno accanto a noi cambiare, il sogno che si trasforma in un incubo. Accettazione pura dell’altro. Amore incondizionato e la consapevolezza di sapere che nonostante la mutazione nell’altro ci sarà sempre qualcosa di buono. Ciò che è Unusual in realtà è amarsi nonostante i cambiamenti e le differenze che crescono e ci separano.