Arrivano da Firenze ma col cuore ci raccontano di città e terre straniere. In ognuna delle otto canzoni che compongono Rivers and Beds, l’album d’esordio via RBTS Records, c’è carica istintiva ed emozionale. Riferimenti folk, indie rock e pop, con testi in lingua inglese intimisti e malinconici, strizzando l’occhio a produzioni internazionali quali Of Monsters and Men, Florence and the Machine, Daughter e Sharon Van Etten, i Rooms by the Sea – Teresa Rossi (voce, chitarre) e Lapo Querci (tastiere), Elena Collina (batteria, percussioni, cori) e Mattia Papi (basso, cori) – alla prima prova convincono e si modellano addosso il proprio vestito, la propria dimensione sonora. Da ascoltare a tutto volume!
Rivers and Beds, rappresenta la contrapposizione tra l’esterno e l’interno, cioè tra il contatto con gli altri e la sfera personale“, afferma la band. “Great Void parla della difficoltà di raggiungere un’autosufficienza emotiva, ma per noi significa anche la voglia di continuare a esprimerci e il bisogno di farci ascoltare, a partire proprio da questo album“.
Another Life
“Another Life” è la canzone che abbiamo scritto più tempo fa ed è anche quella che rappresenta meglio l’idea di un nuovo inizio. È stato quindi naturale sceglierla come apertura dell’album, sia per il testo, sia per l’arrangiamento più morbido e “introduttivo”, sia per restituire un’idea cronologica del progetto. Inoltre, la consapevolezza che, inevitabilmente, si sta andando incontro a qualcosa di nuovo è uno dei temi che ci stanno più a cuore e che abbiamo ripreso spesso nell’album, insieme alla fine di una parte di sé e all’(ab)uso del ricordo.
Great Void
Lapo Querci: “Great Void” è nato fissando i palazzi del mio quartiere, pervasi da esistenze che non si incontreranno mai. Questo è il “grande vuoto” del titolo: tutte quelle vite che si muovono senza sapere l’una dell’altra. Questo è “Great Void”, un brano che ci ricorda di non pretendere dagli altri il senso della nostra stessa vita, per non entrare in un infinito vortice di aspettative e attese. Anche se il testo può sembrare impegnativo e un po’ pessimista, in realtà non abbiamo mai avuto questa sensazione e per questo abbiamo scelto “Great Void” come più recente singolo tratto dall’album.
Lost Thought
Una canzone che nasce da una mattina qualsiasi, guardandosi allo specchio, e dal proposito di affermare dei concetti tristi ad alta voce ma in modo leggero. Per questo abbiamo abbinato a un testo sostanzialmente cupo una melodia viceversa orecchiabile. Il brano è un flusso di coscienza che racconta del timore di perdere tempo e perdersi nello scorrere dei mesi. C’è la paura di essere guardati da qualcun altro come ci stiamo guardando noi, dunque come un riflesso vuoto, un “lost thought”.
Copenhagen
Teresa Rossi: Era il 2017 ed ero tornata da un viaggio, a Copenhagen, organizzato per festeggiare la fine del liceo. Su un autobus rimasi colpita da una ragazza che piangeva “girandosi” una sigaretta e non so per quale motivo quella scena mi spinse a finire un testo di frasi sparse, annotate durante quei giorni di vacanza. Non so dire esattamente di cosa stessi parlando, ma ricordo dove l’ho scritta e come mi sentivo.
Hollows (Seeking For)
Una canzone diversa dalle altre, sia per quanto riguarda il testo che le sonorità. Probabilmente, è la traccia più positiva di tutto l’album. Descrive quel senso di incertezza che precede l’inizio vero e proprio di un rapporto. Abbiamo deciso di arrangiarla togliendo la batteria e usando l’handpan perché volevamo creare un’atmosfera più sospesa, eterea.
New Lights
Uno dei temi comuni a molti nostri pezzi è dato dai momenti di passaggio, da quei momenti di incertezza in cui ansie, nostalgie e speranze si mescolano e alternano tra loro. “New Lights” è sicuramente uno degli episodi dove tutto questo appare più evidente e dove la musica riempie gli spazi senza essere invadente. Ci è stato detto che è “un brano arioso”. Nel dubbio, lo prendiamo come un complimento.
Cold Stream
Gli ultimi due pezzi sono stati scritti più o meno in contemporanea, come due flussi di coscienza collegati l’uno all’altro, e per questo motivo abbiamo deciso di posizionarli vicini all’interno dell’album. Sono come due parti dello stesso discorso, pur non costituendo un unico concept: nascono dalla medesima esigenza di comunicare, relativa allo stesso periodo. “Cold Stream” è concentrata su un senso di evasione e, al contempo, sulla consapevolezza di essere legati a un’idea di noi stessi e delle relazioni appartenente al passato.
Tomorrow
“Tomorrow” è un insieme di prese di coscienza e bilanci, di difficoltà legate al presente e di speranza di un differente equilibrio nel futuro a venire. Teniamo particolarmente a “Tomorrow”, perché è la chiusura del nostro primo album e perché abbiamo preso un estratto di un verso per il titolo stesso dell’album (“Tomorrow we’ll find rivers and beds”). Riflette in qualche maniera il discorso che contrassegna tutto il lavoro, cioè la dualità tra muoversi e fermarsi, comunicare e restare in silenzio, la realtà là fuori e una realtà maggiormente intima, (quasi) sempre soltanto nostra.