Ecco uno che ci ha sciolto qualche nodo, ecco un ragazzo che ci ha fatto fermare un attimo per cullarci nel puro ascolto. Lui è Douglas Dare e anche se sarebbe facile farlo non vogliamo paragonarlo ad altri con voci simili alla sua, perché non è tanto nel timbro, bellissimo, che questo pianista e cantante londinese trova la sua cifra stilistica, quanto nel gusto raffinato che gli fa mettere insieme gli elementi sonori e di scrittura. In questo Doublethink,
singolo che anticipa l’uscita del suo nuovo disco Aforger (il 14 ottobre per Erased tapes), è un esempio perfetto: è lieve eppure è un grido di disperazione, è carezzevole ma anche del tutto irrequieta. Perché come racconta lo stesso Douglas, “questo è un lavoro che nasce da una profonda crisi di identità, identità che ho dovuto cercare di ricostruire dopo la rottura con il ragazzo con cui stavo da anni. Lui aveva una doppia vita e questa scoperta ha fatto nascere nella mia testa la domanda che anche George Orwell si poneva: che cosa è davvero reale? Non conosco ancora la risposta, ma so che non sapere le cose spesso ti protegge dalla sofferenza. Per contro soffrire fa, a volte, nascere cose buone.”. Come questa canzone, per esempio, e, crediamo, anche tutto il resto del disco di Douglas Dare.