Anche Fever Ray che suonava a pochi km di distanza se avesse potuto sarebbe venuta al concerto dei Vök al Serraglio di Milano. Ne sono convinto perché la band di Reykjavík “buco nel ghiaccio” cosi tradotto Vök in lingua islandese, conquista grazie ad un’elettronica dream-pop moderna che non lascia scampo a chi ne entra in contatto e che ricorda appunto, senza perdere di luce propria, un certo progetto The knife, ma anche the xx, Royksopp e perché no a tratti anche la giovane Lorde.
I Vök hanno raccolto dal 2013 ad oggi consenso e pubblico in patria ma anche in buona parte d’Europa grazie alla pubblicazione di due EP convincenti e del recente debut LP e ora puntano grazie agli show di Bologna e Milano, organizzati da BPM concerti, Costello’s e Sherpa live a conquistare estimatori anche alle nostre latitudini.
Nel loro live c’è tutta la bellezza della sonorità islandesi: quelle raccontate anche da interpreti quali Bjork, Sigur Ros, Of monster and men. I brani sono eseguiti con personalità e calore dalla frontgirl Margrét Rán (voce, chitarra, tastiere) accompagnata sullo stage da Andri Mar (sassofono, synth) Einar Stef (batteria) e Gudrun Veturliðadóttir (Bass/Guitar).
Il concerto che si apre con Breaking Bones, BTO e Figure, title track del nuovo LP prodotto da Brett Cox, collaboratore di Jack Garrett, ti avvolge dall’inizio alla fine in un susseguirsi di colori, tappeti sonori, melodie oniriche.
Trova spazio e gradimento il brano del 2016 Waiting
e in un crescendo di emozioni si giunge ad un finale esaltante con i singoli più significativi della loro discografia: Waterfall estratta dall’EP “Circles” e Before proveniente dal debut EP ‘Tension’.
Ci siamo trovati di fronte ad una “the next big thing” dello scenario musicale continentale e di seguito non possono mancare gli scatti live del nostro Marco Iemmi. Cliccate sulle immagini per ingrandire e scorrere la gallery.