Il coraggio di rischiare tutto e di seguire il proprio FUEGO, lo stesso FUEGO, nuovo singolo che ci presenterà dal vivo, che siamo sicuri accenderà il palcoscenico di Garden Fest a Viadana, nella provincia mantovana dove vive. DAH (al secolo Davide Farina) sarà infatti tra i protagonisti venerdì 2 settembre della 4a edizione del Festival insieme a Planet Opal, Porcapizza e Cmqmartina e onstage attraverso la sua musica, ci racconterà la libertà di seguire il proprio istinto e la passione che brucia dentro ognuno di noi, proprio come un fuego che prende forma con parole, gesti e movimenti del corpo. Rischiare per amare, seguendo ciò che ci smuove dentro e ci accende, godersi un momento per la voglia di farlo, sentirsi liberi di farlo. Lo abbiamo intervistato a pochi giorni dalle sua esibizione.
Quando hai iniziato a fare musica?
Più o meno verso i 14 anni ho iniziato a scrivere le prime linee melodiche e dei testi. Alcuni si sono tramutati in canzoni uscite e non, altri sono rimasti sfoghi nel cassetto.
Qual è la prima canzone che ti ricordi di aver sentito in casa?
sicuramente Napule è di Pino Daniele, perché avevamo uno stereo a casa e mio papa metteva sempre il CD di Pino.
Come vivi il tuo rapporto con la provincia? Credi che abitare in una grande città aumenterebbe le tue possibilità di emergere?
Il rapporto con la provincia lo vivo bene, mi piace molto la carnalità, il riuscire ad incontrare le persone agilmente in modo diverso dalle grandi città dove può servire molto tempo per attraversarla e vedersi. Per contro risultano meno agevoli gli spostamenti per incontri lavorativi, più difficile anche che capitino incontri casuali “importanti”. La provincia è però fonte d’ispirazione, permette di scollegare la mente dal caos. Poi io sono dell’idea che le opportunità bisogna andarsele a prendere in provincia così come in città.
Come hai scelto il nome DAH?
Il nome DAH nasce dall’unione della vita quotidiana e di quella musicale. “Da” era il soprannome con cui, fin da ragazzino mi chiamavano i miei amici, poi da quando anche i loro genitori hanno iniziato ad usarlo ho iniziato a pensare che dovesse essere l’inizio del mio nome d’arte. L’“H” volevo rappresentasse la musica, era la lettera giusta, immersa e fondamentale.
Come è nata la collaborazione con il producer e musicista Alessandro Fava aka Faffa e in che modo questo incontro ha arricchito la tua musica?
La collaborazione con Faffa è nata per puro caso, quando ancora il progetto Dah non esisteva, e stavo girando il mio primo videoclip. Ci siamo conosciuti nel maggio 2019 e nel giro di qualche mese, sentendo che c’era feeling, abbiamo deciso di iniziare a lavorare su dei nuovi pezzi insieme. La sua esperienza professionale mi ha dato modo di confrontarmi con altre realtà musicali e migliorarmi di continuo. Questa sinergia è nata pre-pandemia e abbiamo continuato a lavorare tanto insieme anche a distanza durante il periodo di lockdown. Mi ha aiutato a trovare il mio percorso musicale, a ricercare sempre le sonorità più adatte al mio stile e come riconoscere gli spunti migliori per nuovi brani.
Ci racconti un aneddoto sul tuo ultimo singolo Fuego?
Il ritornello è nato in pieno inverno, a gennaio pochi giorni dopo il mio compleanno. Io e Faffa ascoltiamo il beat e questa linea si è scritta praticamente da sola, da lì non mi ha più lasciato la testa.
A maggio poi, quando il pezzo era quasi chiuso, dopo un viaggio a Barcellona, è nata la collaborazione con Dìmelo Milo, produttore spagnolo multiplatino, che ha messo il quantitativo di sale giusto per rendere il piatto esattamente come lo volevamo.
Raccontaci la tua esperienza con Deejay On Stage, l’evento live di Radio Deejay che ti ha visto salire sul palco a Riccione. Come è nata e che emozioni ti ha regalato?
L’esperienza con Deejay On stage è nata abbastanza casualmente a metà luglio. Era l’ultimo giorno per potersi proporre, erano giornate noiose in cui sentivo pochi stimoli, diciamo particolari dal punto di vista emotivo. A fine luglio escono i nomi degli artisti emergenti selezionati, quelli che Radio Deejay voleva proporre al suo pubblico di Riccione, e c’era anche il mio! Il palco era qualcosa di gigantesco, l’impianto pazzesco. Questa esperienza mi ha regalato la possibilità di cantare davanti a migliaia di persone, poter portare la mia musica su una realtà così grande, il calore del pubblico, le tantissime foto post concerto, riuscire a parlare con dei big della musica italiana, i primi autografi, pazzesco e a tratti surreale!
Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo live a Garden Fest?
Dal Garden, se provo a descriverlo proiettandomi li, aspettatevi direi una grande festa, voglia di condivisione, tanta musica, divertimento e una sorpresa che ho preparato per il pubblico…