In un panorama cantautorale italiano in fermento e ricco di nuove proposte interessanti dove è però difficile distinguere progetti originali da cloni ben fatti, Massaroni Pianoforti già candidato, tra le tante cose del suo lungo curriculum, al Premio Tenco del 2014, resta una garanzia. Cantautore straordinario, il suo ultimo disco GIU’ (autoprodotto grazie ad un ben riuscito crowfounding) è un romanzo di racconti da leggere tutto d’un fiato con una visione disincantata e pungente della vita da sbandierata davanti agli occhi dei felici per forza. Massaroni Pianoforti ha il talento e la spontaneità cantautoriale di chi, scrivendo canzoni leggere vuole andare oltre, prediligendo un atteggiamento più sperimentale rispetto all’inseguimento del ritornello facile o della frase ad effetto.
Sabato sera salirà sul palco torinese del MiC Festival (clicca qui per più info sulla manifestazione), all’interno della rassegna |sudore| (qui l’evento) nata a Torino dal desiderio di artisti, organizzatori e pubblico di incontrarsi, contaminarsi e restituire qualcosa tramite la musica. Abbiamo deciso di iniziare a prepararci chiedendogli quali sono i cinque pezzi che più hanno influenzato la sua carriera:
Lucio Battisti è un rivoluzionario, un perfezionista, un arrangiatore mai banale e ripetitivo, il migliore di tutti nel campo della musica “leggera” italiana. Lo è tuttora.
Claudio Baglioni è andato Oltre, in perenne sfida con se stesso è quasi sempre riuscito a superarsi. E’ un poeta e nemmeno lui sa di esserlo così sentenziò chi di poesia ne ha fatta una ragione di vita: Enzo Jannacci.
Jeff Buckley è caduto su questa terra per regalarci tutta la Grazia dell’universo. Ora sappiamo che c’è vita altrove.
Lucio Dalla, un genio travestito da giullare. Ci ha reso leggeri per non farci pesare la sua inarrivabile arte.
Per concludere, Mia Martini che canta Luigi Tenco accompagnata da Ivano Fossati al pianoforte è probabilmente l’unica influenza dalla quale, artisticamente, non vorrei mai guarire.